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Padre Elias al Papa: Per il terremoto in Siria perché ha chiesto solo preghiere e non la revoca delle sanzioni?
Il sacerdote siriano Elias Zahlaoui non si rassegna, numerose lettere a Papa Francesco per chiedere di alzare la voce contro i potenti della Terra che hanno portato morte e distruzione, senza mai avere risposta. Le gerarchie vaticane si trincerano dietro al silenzio che sa tanto di complicità con chi in questi anni ha portato alla rovina interi paesi per saziare i suoi appetiti coloniali, in Iraq, Afghanistan, Libia, e Siria. Neanche il terremoto, ha smosso Papa Francesco, ha lamentato Padre Elias nella sua ultima lettera al pontefice. Infatti, il Papa ha chiesto di pregare per le vittime del terremoto, senza dire una parola su un’altra sciagura che vivono i siriani già da prima del terremoto, ovvero quella delle sanzioni. Al di là della solidarietà di comodo, alla fine, nell’emisfero occidentale nessuno ha in vocato la revoca delle sanzioni. Anzi, hanno chiesto di confermarle. La revoca temporanea delle sanzioni degli Stati uniti d’America è stata solo una mossa propagandistica, per rispondere alla legittima richiesta dell’opinione pubblica che chiedeva la loro revoca. Rivelandosi, allo stesso tempo, un boomerang per Washington che ha ammesso la nocività di questi provvedimenti criminali.
Segue lettera di Padre Elias tradotta da Nora Hoppe
Santità,
Molti mi criticano per la mia determinazione a scriverLe lettere Aperte. Per me è semplicemente un dovere imprescrittibile, che ogni persona coscienziosa conosce. Che dire di un prete cattolico che fa riferimento a un Vertice Spirituale di dimensioni mondiali, rappresentato da Colui che è il Vicario di Gesù Cristo in terra? Per questo non smetterò mai di scriverLe, finché Lei sarà il Suo Vicario.
Oggi, però, ciò che mi spinge a scriverLe nuovamente è l'amara delusione che ho provato di fronte al Suo atteggiamento nei confronti del terribile terremoto che ha colpito la Siria, la mia patria, e la Turchia.
Di fronte a una simile catastrofe, non vorrebbe Lei avere solo una parola di preghiera e di compassione?
Prima di andare avanti, mi di permetta farLe la mia solita domanda:
Se Cristo fosse stato al Suo posto, si sarebbe accontentato di dire quello che ha detto Lei e di ritirarsi senza aggiungere altro?
Non avrebbe continuato a dire parole di rabbia e di avvertimento, come fece in Palestina, quando attaccò l'opulenza dei ricchi e l'arroganza dei potentati?
Non avrebbe almeno chiesto la revoca immediata delle "Sanzioni", anche se sia sicuro che nessuno lo ascolta più.
Per quanto riguarda me, prete della Chiesa Cattolica, nel mio novantunesimo anno di età, e sapendo bene che dovrò comparire davanti a Dio da un momento all'altro, mi permetta di supplicarLa nel nome di Gesù Cristo.
Ma Lei non è al corrente degli eventi che stanno scuotendo il mondo in generale e di quelli, passati, presenti e futuri, che riguardano la Siria in particolare, almeno negli ultimi dodici anni? Perché allora Lei si comporta come se non fosse il Vicario di Gesù Cristo e il Suo Servo?
Santità,
Lei fino a quando si potrà fingere di ignorare che coloro che scatenano guerre "programmate", e promulgano "leggi" e inique "sanzioni" contro tutti i popoli, sono in realtà, come dimostra la lunga e sinistra storia dell'Occidente, ma ASSASSINI, BUGIARDI e LADRI, che hanno bisogno soprattutto di qualcuno che li liberi da sé stessi, per cercare di liberare i loro stessi popoli, così come altri popoli, dalla loro demoniaca malvagità?
Perché allora tace Lei, giustificando così il silenzio di tutti i leader della Chiesa Cattolica in Occidente?
Cosa direbbe al Signore Gesù, se il piano di distruzione del Mondo Arabo venisse portato a termine, condannando tutti i suoi popoli alla perdizione e tutti i suoi cristiani all'esodo, soprattutto in Palestina e in Siria, Sua terra d'origine e Sua patria?
Lei non è forse il Servo dello stesso Gesù, che ha rivolto le parole più tenere a coloro che sono stati abbandonati e le più dure agli oppressori? Non abbiamo almeno il diritto di aspettarci che il Servo ripeta le parole del suo Maestro?
Santità,
Lei viaggia molto.
Cosa Le impedisce di visitare la Siria, di vedere con i Suoi occhi come è stato ridotto questo popolo, da sempre dignitoso nella sua fede, tolleranza, nobiltà e affetto, e oggi nella sua sofferenza, decuplicata da questo terremoto?
Lei non è rimasto scioccato dal contrasto lampante tra la fretta delle "Potenze" di questo mondo e dei loro numerosi scagnozzi di aiutare la Turchia, e la loro feroce indifferenza nei confronti della Siria, crocifissa da 12 anni, di fronte a questo terribile terremoto e a questo embargo assassino?
Mi sembra che la Chiesa occidentale abbia oggi un urgente bisogno di riscoprire la storia del Buon Samaritano, che Gesù ci ha lasciato nel Vangelo!
Inoltre, mi sembra di sentire Gesù dire in questo momento, a tutte le sue Chiese, così come ai despoti del mondo:
"Fino a quando sarò con voi e vi sopporterò?".
Lei preferirebbe ascoltare le terribili maledizioni che il Signore scagliava sulla testa dei suoi avversari per risvegliarli, quando sembrava disperato per la loro conversione?
Santità,
Mi permetta, al termine di questa confessione filiale, di ricordarLa anche oggi alcune delle parole che il Signore ha ritenuto, nella sua saggezza, di dire a Damasco stessa, come Lei sa, e alle Autorità competenti di Roma. Alcune sono state dette nel 2004, quindi sette anni prima della guerra, altre nel 2014, in piena guerra.
Uno dei suoi messaggi contiene sia un giudizio molto duro contro tutto l'Occidente, sia promesse umanamente impossibili all'Oriente. Infine, c'è una minaccia infuocata contro coloro che egli paragona a Giuda!
Ecco cosa disse Gesù il Sabato Santo, 10-4-2004:
Ecco anche cosa ha detto Gesù, il Giovedì Santo, 17-4-2014:
Beati coloro che credono e annunciano!
Santità,
Le ribadisco il mio affetto e il mio rispetto.
Padre Elias Zahlaoui
Damasco, il 11/02/2023