"Pechino? Meriterebbe il Nobel per la pace"
"Aver tolto un quinto della popolazione dalla povertà" giustificherebbe il riconoscimento per E. Hagen
di Diego Angelo Bertozzi
Mentre il Dalai Lama viene accolto con insolta freddezza dal governo norvegese che ha deciso di evitare un incontro ufficiale, proprio dal Paese scandinavo arriva un importante riconoscimento alla Cina popolare. Per Stein Erik Hagen, presidente della conglomerata norvegese Orkla ASA, Pechino dovrebbe ricevere il Nobel per la Pace per aver "tolto dalla povertà un quinto della popolazione mondiale". Per l'uomo d'affari norvegese la "Cina è un Paese in continua evoluzione e presto sarà la prima potenza economica mondiale".
Alla domanda se sia più importante avere un buon rapporto con Pechino che dare sostegno politico alla causa tibetana, Hagen ha risposto che "avere un buon rapporto con il gigante cinese è la via migliore per aiutare il Tibet".
Una richiesta di riconoscimento isolata? Tutt'altro. Già in occasione in occasione della 22a Giornata internazionale per la lotta alla povertà (ottobre 2013), Brett Rierson, rappresentante del World Food Programme (WFP) ha riconosciuto i grandi meriti della Repubblica popolare cinese sul fronte della lotta alla povertà.
Queste le sue parole: "Abbiamo assistito al notevole progresso degli sforzi della Cina nella riduzione della fame e dalla povertà negli ultimi 34 anni: la popolazione che soffriva la fame si è ridotta da un terzo del totale a solo un decimo". Ma gli apprezzamenti non finiscono qui. Le misure messe in atto dal Partito comunista cinese per la riduzione della povertà costituiscono - sempre secondo il rappresentante del programma che opera dal 1979 in ambito Onu - "una delle migliori esportazioni della Cina". Alla politica di "Riforma e apertura" messa in atto alla fine degli anni '70 non poteva arrivare migliore riconoscimento.