Pepe Escobar - Il selvaggio West e le tre guerre della NATO
L'intero numeretto del Capocirco non fa altro che accelerare il treno ad alta velocità dei BRICS/ del Sud Globale
di Pepe Escobar – Strategic Culture
[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]
Tutti voi veterani del Vietnam e obiettori di coscienza riconoscerete da dove proviene ["E uno, due, tre, per cosa stiamo combattendo?"] il titolo di questo articolo. Eh beh, non siamo più alla fine degli anni '60, ma è ora di rinnovarlo – senza bisogno di intelligenza artificiale – e ampliarlo: d'ora in poi, state certi che tutti nel selvaggio West saranno costretti a combattere e/o sopportare tre guerre NATO sovrapposte.
Guerra numero 1
È Europa contro Russia, ovviamente. Non più per procura: calda e brutale, aperta. Considerando l'avanzato stato di decomposizione dell'intero fronte ucraino, stanno già proliferando nuovi fronti: il Caucaso meridionale; operazioni clandestine nel Mar Baltico; frenesia di reclutamento dell'MI6 in tutta l'Asia centrale; nuovo terrorismo in arrivo nel Mar Nero, in particolare in Crimea.
Il colonnello Lawrence Wilkerson ha inquadrato perfettamente la situazione: siamo già nella terza guerra mondiale. In realtà siamo già immersi nel lungo preambolo alla terza guerra mondiale. Il Capocirco a Washington e i miliardari/donatori che lo sostengono sono ovviamente all'oscuro di tutto. Rileggere Keynes – The Economic Consequences of the Peace ["Le conseguenze economiche della pace"] – è più che mai indispensabile. La storia si ripete – eccome! Ma non siamo mica nel 1914 o nel 1935; ora potrebbero entrare in gioco le armi nucleari.
Il Cremlino e il Consiglio di sicurezza russo sono ben consapevoli della posta in gioco. Nella sua recente intervista a Kommersant, Sergei Shoigu ha persino snocciolato alcuni dati chiave della NATO per sottolineare la minaccia che la Russia deve affrontare: oltre 50.000 carri armati e veicoli blindati; oltre 7.000 aerei da combattimento; oltre 750 navi da guerra; 350 satelliti militari e civili – insomma, un immenso budget destinato all'offesa.
Beh, quello che l'astuto Shoigu non ha detto è che, quando si arriva al dunque, bastano il signor Khinzal, il signor Sarmat, il signor Zircon, in più il signor Oreshnik per consegnare alcuni biglietti da visita strategici e paralizzare l'intero apparato della NATO in pochi minuti.
Guerra numero 2
È l'Impero del Caos contro l'Iran in Asia occidentale, con Eretz Israel tanto come proxy quanto come attore principale.
Il Capocirco – la cui unica “strategia” è quella di architettare affari loschi per arricchire se stesso e gli azzeccagarbugliacci della sua cerchia ristretta – sogna un'Asia occidentale incentrata su Israele, un incrocio tossico tra gli Accordi di Abramo 2.0 e il corridoio IMEC, creando, come lo ha definito Alastair Crooke, “un'Asia occidentale guidata dal business, incentrata su Tel Aviv (con Trump come suo ‘presidente’ de facto)", e attraverso questo corridoio di connettività commerciale, in grado di "colpire oltre – con gli Stati del Golfo che penetrano nel cuore dell'Asia meridionale dei BRICS per interrompere la connettività e i corridoi dei BRICS”.
Usare gli arabi contro i BRICS non funzionerà nemmeno con MbZ negli Emirati Arabi Uniti e MbS in Arabia Saudita, che hanno entrambi capito che la truffa commerciale funzionerà solo se ci sarà una pace reale a Gaza, una sorta di soluzione umanitaria per i palestinesi e la ricostruzione della Striscia di Gaza.
Il culto della morte a Tel Aviv non permetterà mai nulla di tutto ciò: il loro piano è quello di ammazzarli tutti, rubare tutta la loro terra e sradicare la loro cultura. E mentre il genocidio continua – totalmente legittimato dalla sfera NATO – il culto della morte continua a bombardare tutto ciò che vede, perpetrando la balcanizzazione della Siria ed espandendo Eretz Israel.
Guerra numero 3
È la NATO contro la Cina. Già deciso nell'ultimo vertice dell'Aia, insieme alla guerra continua contro la Russia.
Ma in realtà la truffa è molto più grande: è la guerra della NATO contro i BRICS.
Questo è stato annunciato con disinvoltura da quell'indicibile mediocrità olandese che fa sembrare l'ex lastra di legno norvegese Stoltenberg una star della fisica quantistica. Il segretario generale della NATO Rutti Frutti ha infatti minacciato direttamente India, Cina e Brasile, ordinando loro di “chiamare Putin” per impedire a “papà” Trump di scatenare la sua prossima Tempesta Tariffaria Trumpiana (TTT).
Pechino non sta certo sudando freddo. La Cina ha umiliato il Capocirco non cedendo di un millimetro nella guerra commerciale/tariffaria. La Russia ha umiliato il Capocirco non lasciandosi costringere a un patetico “cessate il fuoco” – che avrebbe permesso alla NATO di riarmarsi. L'Iran ha umiliato il Capocirco non firmando una resa incondizionata. Gli Houthi hanno umiliato la Marina degli Stati Uniti – e questo è un evento da ricordare negli annali militari – costringendo il Capocirco a un cessate il fuoco dopo un bombardamento fallito da 1 miliardo di dollari.
Lula in Brasile sta per umiliare il Capocirco affermando la sovranità brasiliana di fronte a una guerra commerciale e finanziaria senza esclusione di colpi (Trump ha persino minacciato di tassare il popolare sistema di pagamento digitale brasiliano, PIX). Se colpito da tariffe del 50%, Lula ha detto che Brasilia risponderà all'Impero del Caos con una legge di reciprocità.
L'intero numeretto del Capocirco, con ogni colpo di scena avvolto in diversi strati di arroganza e vuote spavalderie, non fa che accelerare il treno ad alta velocità dei BRICS/ Sud Globale, che ora sta assumendo sempre più la forma di un'alleanza geoeconomica, geopolitica e geostrategica di proporzioni transcontinentali, ribadita al vertice di Rio.
Il tutto guidato, ovviamente, da quello che ho descritto come il nuovo triangolo Primakov: il nuovo RIC, Russia, Iran e Cina, completo delle loro partnership strategiche interconnesse. Non a caso, anche diversi accademici cinesi di alto livello stanno iniziando a concettualizzare il nuovo ambiente “post-occidentale” con due nuove “I” nei BRICS: Iran e Indonesia, non India, dovrebbero essere al centro dei BRIICS.
Nel frattempo, in Europa, l'analisi Tricontinental ha osservato come il cancelliere tedesco BlackRock – guerrafondaio – abbia promesso “650 miliardi di euro nei prossimi cinque anni per le spese militari al fine di raggiungere l'obiettivo del 5% [della NATO] entro il 2035”. Ciò significa che Berlino sarà costretta a raccogliere “circa 144 miliardi di euro all'anno”, attraverso, ovviamente, l'austerità e il debito, che si tradurranno in massicci aumenti delle tasse per i consumatori tedeschi.
Questo, in sintesi, è il “programma” per l'intero Occidente frammentato e collettivo nel prossimo futuro: austerità per tutti (tranne lo 0,01%) e Guerre della NATO, non Diamanti, Eterne.