"Sono stato presso il Parlamento venezuelano prima, durante e dopo. Posso dire senza timore di essere smentito che la Rai mente"

"Sono stato presso il Parlamento venezuelano prima, durante e dopo. Posso dire senza timore di essere smentito che la Rai mente"

Sono le 22 e 15 del 4 agosto 2017. Va in scena l'ennesima Fake News Rai. Menzogne pagate da tutti voi cari italiani.

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di Attilio Folliero - Umbreiblogspot

Caracas, 4 agosto 2017


Oggi, il Televideo RAI ha pubblicato una notizia totalmente falsa sul Venezuela.

Ultim'ora delle 22:15 del 4 agosto 2017, il Televideo della RAI scrive che a Caracas c'è altissima tensione dopo l'insediamento dell'Assemblea Costituente. E prosegue: "La Guardia Nazionale Bolivariana ha lanciato gas lacrimogeni contro un gruppo di oppositori che ha organizzato una imponente manifestazione davanti al Parlamento".







Più avanti, continua: "Tutta l'area è blindata e le forze di sicurezza impediscono la protesta".

Innanzitutto, all'autore della nota mi viene da chiedere: "La manifestazione c'è stata o non c'è stata? E' stata dispersa dal lancio dei lacrimogeni della "Guardia Nazionale Bolivariana" o l'area era blindata?" Chi ha scritto la nota, prima di tutto dovrebbe essere più chiaro: non può fare una affermazione e subito dopo, nella stesa nota, fare un'altra affermazione che smentisce la prima!

La stessa notizia, o meglio la stessa "fake news" è ribadita da Televideo nella parte dedicata agli esteri (pagina 150 e seguenti). Nella pagina 151, pubblicata alle 23:40, quindi una ora e 25 minuti dopo l'Ultim'ora si riporta, testuali parole: "All'esterno, imponente manifestazione degli oppositori".



Io ero davanti al Parlamento venezuelano nel momento dell'insediamento della Costituente e nelle ore successive e posso testimoniare che le affermazioni di Televideo sono totalmente infondate; non c'èstata nessuna una manifestazione dell'opposizione davanti al parlamento.


Si tratta di una notizia falsa, anzi una triplice falsità: prima di tutto nel centro di Caracas, all'ovest e nella gran parte della città non c'era tensione, ma era tutto tranquillo; davanti al Parlamento c'era tantissima gente allegra, tutti sostenitori della Costituente e non c'era nessuna manifestazione imponente degli oppositori; e per finire, non c'è stata nessuna repressione e nessun lancio di bombe lacrimogene come afferma Televideo, per la semplice ragione che non c'erano manifestazioni di opposizione né imponenti, né microscopiche davanti al Parlamento.


Una manifestazione degli oppositori c'è stata, ma nella zona dei quartieri ricchi, nell'est di Caracas, che non ha avuto nessun effetto sul resto della città.


Nel video dell'Agenzia AVN, l'installazione della Costituente all'interno del Parlamento ed immagini delle manifestazioni popolari all'esterno. Non si vedono disordini



Le immagini di Telesur trasmesse in diretta dalla Piazza Bolivar di Caracas


Durante gran parte del giorno sono stato a "passeggiare" con mia moglie nel centro di Caracas. Abbiamo assistito all'ingresso dei deputati eletti alla Costituente ed alla imponente partecipazione popolare che ha accompagnato gli eletti; poi abbiamo continuato la passeggiata, arrivando alla Piazza Diego Ibarra, a meno di cento metri dal Parlamento, dove abbiamo visto il recente inaugurato "Parco acquatico" per il diletto dei bambini (ho postato anche un video in youtube); abbiamo mangiato pure un gelato in una gelateria italiana e siamo passati nuovamente dal Parlamento, che si trova ad un angolo della centralissima Piazza Bolivar.


Quindi sono stato nelle vicinanze del Parlamento prima, durante e dopo l'insediamento dell'Assemblea Costituente e posso asserire senza timore di essere smentito da nessun giornalista o funzionario di Televideo RAI che non c'è stata nessuna manifestazione di opposizione e meno che meno lancio di bombe lacrimogene.





Il parlamento venezuelano circondato da una folla di sostenitori della Costituente
(cliccare sulle foto per ingrandire)

Conati di violenza, comunque con una partecipazione sempre più ridotta da parte degli oppositori, ci sono stati nell'est di Caracas, come accennato sopra. L'opposizione è sempre più spaccata ed una parte consistente ha deciso di abbandonare le manifestazioni violente di questi ultimi mesi per partecipare alle elezioni.


Il Venezuela viene accusato di essere una dittatura, ma è una strana dittatura dove si vota molto spesso (22 o 23 elezioni negli ultimi 18 anni) e l'opposizione vince anche: ha vinto le ultime elezioni parlamentari del 2015, vinse un referendum costituzionale, ha eletto governatori, sindaci, consiglieri regionali, comunali.


Il 30 luglio si è votato per la Costituente; fra qualche mese, quando termineranno i lavori della Costituente ci sarà un referendum per l'approvazione definitiva della nuova costituzione; poi si dovranno eleggere tutti i poteri. Il Presidente della Repubblica al momento di attivare la Costituente ha rimesso il mandato a disposizione. In ogni caso l'elezione del Presidente è prevista per l'autunno del 2018. 


Intanto quest'anno ci sarà l'elezione dei governatori degli stati e lunedì saranno presentati i candidati. Molti partiti di opposizione hanno deciso di abbandonare la via della violenza e partecipare ai vari processi elettorali che ci saranno nei prossimi mesi.


Anche le grandi imprese sembrano decise ad abbandonare la guerra economica, uno dei fattori che ha inciso sulla scarsità di beni nel mercato venezuelano, accanto alla crisi economica generale, alla caduta del prezzo del petrolio ed altri. Molte imprese hanno prima ridotto e poi sospeso totalmente l'attività produttiva o distributiva per incrementare la scarsità di beni nel mercato ed alimentare il malessere della popolazione verso il governo; i grandi media privati hanno avuto il compito di diffondere l'idea che la causa della scarsità era da attribuire all'inefficienza del governo.


La multinazionale Colgate, per esempio, poche ore fa ha annunciato che riattiva la produzione dei suoi prodotti, in particolare del dentifricio, prodotto che negli ultimi mesi era introvabile in Venezuela.


Quindi la situazione del Venezuela sta decisamente cambiando, nel senso che si sta riducendo il clima di violenza e settori dell'opposizione hanno deciso di partecipare alle elezioni, cercando di conquistare il potere per la via elettorale. A quanto pare alcuni media, come la RAI non hanno capito che c'è una nuova situazione in Venezuela. Per esempio, nell'Ambasciata spagnola, o meglio nella residenza dell'Ambasciatore spagnolo in Venezuela, con la mediazione dell'ex capo del Governo spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero, è stata portata avanti una trattativa, rimasta segreta fino a ieri, fra governo e MUD, ossia l'opposizione. Con questa trattativa l'opposizione o parte dell'opposizione alla fine è stata convinta ad abbandonando la violenza e partecipare alle elezioni. L'esistenza di questa negoziazione è stata rivelata ieri (3 agosto) dal giornalista Kico Bautista.


Intanto, proprio il 3 di agosto l'Ambasciata spagnola a Caracas è stata oggetto di un attentato con bombe molotov. Chi c'è dietro questo attentato? Qualcuno che non era d'accordo con queste trattative?


Ricapitolando la situazione in Venezuela sta cambiando ed a quanto pare alcuni media, come la RAI, non si sono ancora resi conto di questo cambiamento in atto e continuano ad attaccare il Venezuela con notizie false, come questa di una imponente manifestazione dell'opposizione davanti al Parlamento.


La RAI, come tanti altri media italiani, è impegnata da anni a manipolare le informazioni riguardanti il Venezuela. Tra le tante fake news della RAI, ricordo che qualche anno fa, nella puntata di “Italia chiama Italia” trasmessa da RAI International il 5 di ottobre del 2011 e dedicata interamente alla violenza in Venezuela, intitolata appunto “Venezuela violento”, la conduttrice di quel programma, Benedetta Rinaldiparlò di seimila omicidi al giorno solo a Caracas! Chiunque, facendo un semplice calcolo matematico, poteva rendersi conto che si trattava di una bugia bella grossa, di un tentativo di manipolare e disinformare, di un tentativo di screditare il Venezuela. Se in una città di 3 milioni di abitanti, come Caracas o Roma, ci fossero 6.000 omicidi al giorno la città rimarrebbe senza popolazione dopo meno di un anno e mezzo. E’ semplice matematica!

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