Sudan: Il presidente Omar Bashir concede l'amnistia ai prigionieri politici
La decisione potrebbe aprire a scenari diversi nei rapporti con il Sud Sudan
Il 1° aprile, intervenendo all'apertura di una sessione del Parlamento sudanese, il presidente Omar al-Bashir ha emesso un decreto di amnistia per tutti i prigionieri politici del paese e ha invitato tutte le forze politiche al dialogo. La scorsa settimana era stato il vicepresidente sudanese, Ali Osman Taha, a lanciare un appello alle forze politiche dell’opposizione ed ai leader delle principali formazioni ribelli negli stati meridionali del Nilo Blu e del Sud Kordofan a partecipare alla preparazione di una nuova Costituzione, resa necessaria dopo l’indipendenza del Sud Sudan.
A seguito dell'amnistia annunciata dal governo sudanese, nella notte tra il 1° e il 2 aprile 2013 sette prigionieri politici sono stati rilasciati. Sei di essi (Abdulaziz Khaled, Entisar al-Agali, Hisham al-Mufti, Abdulrahim Abdallah, Mohammed Zain Alabidein e Youssef al-Kauda) sono noti esponenti politici dei partiti di opposizione che hanno partecipato alla firma della ‘Carta della Nuova Alba’ all'inizio di quest'anno in Uganda, nella quale si invocava un'azione militare per rovesciare il governo esistente.
Secondo Amnesty International "l'amnistia per i prigionieri ha solo scalfito la superficie. Decine di persone continuano a essere sottoposte a detenzione arbitraria e alcune di loro sono prigionieri di coscienza. La liberazione di sette prigionieri non è indice del fatto che il governo intenda fare sul serio, mettere fine alle detenzioni arbitrarie e procedere alla liberazione dei prigionieri di coscienza".
Secondo Amnesty International "l'amnistia per i prigionieri ha solo scalfito la superficie. Decine di persone continuano a essere sottoposte a detenzione arbitraria e alcune di loro sono prigionieri di coscienza. La liberazione di sette prigionieri non è indice del fatto che il governo intenda fare sul serio, mettere fine alle detenzioni arbitrarie e procedere alla liberazione dei prigionieri di coscienza".