Tra bluff e negoziazione: il poker sul tavolo mondiale
Il poker, che sembra essere solo un gioco di fortuna, in realtà è una vera e propria disciplina che necessita di talento ed allenamento. Vediamo come il poker può offrire spunti illuminanti anche in ambiti molto complessi, come gli equilibri delle relazioni internazionali.
Il poker sul tavolo mondiale
Il mondo che gravita intorno alle relazioni internazionali è un mondo abbastanza complesso. Coinvolge, infatti, persone con diverse estrazioni culturali e sociali. Queste diversità rendono le interazioni tra Paesi, molto più variegate e spesso assomigliano proprio al gioco del poker. Le trattative tra Stati sono molto simili ad una partita intorno al tavolo verde. Prevedono il rischio, la strategia, il bluff, la concentrazione e l’astuzia. Sui tavoli internazionali ciascuna nazione tenta di giocare in maniera strategica le proprie carte al fine di trarre massimo profitto e di far valere i propri interessi e la propria posizione nell’arena globale.
Le strategie applicate sono molto simili a quelle che si sfoderano nel poker: analizzare i segnali che inviano gli avversari, calcolare i rischi ma anche le opportunità, ricorrere al bluff per avviare negoziati e trarre dei vantaggi, pensare ad ogni possibile tattica per portare a casa un risultato utile.
In sostanza le analogie tra il poker ed i tavoli internazionali sono moltissime vediamo un po’ più nel dettaglio.
Leggere ed anticipare l’avversario.
Si dice che prevenire è sempre meglio che curare e questo è un concetto che, in generale, nella vita è valido sempre. Nel poker saper interpretare il gioco dell’avversario, studiarlo a fondo, è un modo per prevenire le sue mosse ed anticipare una possibile giocata.
Leggere nel comportamento di un avversario nel poker è essenziale ma anche studiare il suo modo di giocare apre alla possibilità di comprendere che la sua giocata si ripeta. Al pari dei pokeristi che leggono gli atteggiamenti caratteristici dei propri avversari per capirne eventuali punti di debolezza o di forza, così gli uomini e le donne impiegate ed impegnate nelle relazioni internazionali, studiano minuziosamente i gesti e le azioni degli altri e, molto spesso, agiscono di conseguenza a ciò che vedono e percepiscono. Parimenti coloro che sono impegnati a far in modo che gli equilibri internazionali reggano, studiano i loro avversari ed affinano la loro capacità di interpretare linguaggi verbali e non verbali per comprenderne le intenzioni.
Questo è un aspetto essenziale per anticipare le mosse di altri leader e riadattare il proprio discorso o la propria strategia di conseguenza. Acuire questa capacità di leggere l’altro può davvero fare la differenza, tanto nel poker quanto nella carriera diplomatica.
Il calcolo di rischio ed opportunità
Se si vuole vincere o comunque esprimere un buon gioco, bisogna tenere sempre in conto una percentuale di rischio che, se ben si gioca, può diventare la migliore opportunità. E’ infatti necessario che rischi e riuscite siano ben bilanciate tanto nel poker quanto nelle relazioni tra Paesi. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che bisogna ben calcolare se si deve puntare al massimo oppure attuare strategie più calmierate ed aspettare che sia l’avversario a sbilanciarsi. Ogni considerazione va fatta a partire dal punteggio che si ha nelle mani. Nel caso dei diplomatici questo può tornare utile per portare a casa dei vantaggi per il proprio Stato o semplicemente a limitare le perdite. In ogni caso sarebbe una vittoria. Sui tavoli internazionali il calcolo del rischio è quanto più difficile ed essenziale si debba fare. Permette di prevenire danni che potrebbero riguardare l’intera economia del Paese e di agire in modo tempestivo in caso di passo falso dell’avversario.
Le analogie con il poker sono davvero tante ed una cosa che accomuna entrambi i mondi è che, per sviluppare al meglio queste capacità, è necessario studio, costanza e pratica. Per le relazioni internazionali la strada da perseguire è chiara anche se molto difficile.
Intorno al tavolo verde, dove vigono le stesse prassi, le stesse regole e le stesse emozioni, la cosa non è meno facile, anzi alcune volte è addiruttura più complessa. Oggi però, è facile fare molta pratica in qualsiasi momento. In italia esiste un provider del gioco online che ha fin da subito ottenuto la licenza di operare legalmente nella penisola proprio perché è uno degli operatori più conosciuti e rispettati nel mercato internazionale. Basti pensare che è stato anche tra i primi a specializzarsi nel gioco all’inizio dell’avvento di internet, ormai quasi due decenni fa. Risulta quindi facile affidarsi ad un sito che si è sempre distinto per le opzioni offerte ai propri clienti, come tornei di Texas Holdem o Omaha Poker, tra i più conosciti nel mondo. Le sue proposte di gioco restano le migliori anche per quei giocatori che cominciano ad avvicinarsi solo ora a questo mondo, in quanto vengono proposte partite singole dove è possibile affinare la propria tecnica ed imparare al meglio a giocare a poker.
Al tavolo tra bluff e negoziazione
Come per tutte le cose, esiste un volto del gioco diverso da quello che si gioca semplicemente sul tavolo. Coinvolge più l’aspetto della strategia che quello del gioco vero e proprio. Stiamo parlando della possibilità di barare. Il bluff, al di là della rabbia di chi lo subisce, rappresenta forse l’aspetto con più fascino del gioco. Non è solo un tentativo di ingannare l’avversario, è propriamente un’arte. Nelle relazioni internazionali conta moltissimo. Far credere all’interlocutore di avere la miglior carta da giocare, è un modo per portarlo, senza troppe storie, alla resa. Molti diplomatici lo utilizzano per influenzare le decisioni dei competitors e quindi portare a casa il risultato migliore. Tuttavia l’altra faccia della medaglia del bluff è la possibilità di essere scoperti e quindi diventare poco credibili agli occhi degli altri. Nelle relazioni internazionali il bluff può rappresentare un boomerang che torna indietro con il doppio della forza.
Per questo motivo, un giusto equilibrio, andrebbe piuttosto ricercato nella negoziazione che è l’elemento più importante da considerare sia nel poker che in politica estera. Come si ottiene una buona negoziazione?
Riuscire a stabilire delle buone trattative può essere utile a tutti i soggetti coinvolti pur considerando che, alla fine, vince sempre uno. Nel poker negoziare serve a fare cordata con accordi, che seppure temporanei, aiutano più giocatori nel raggiungimento di obiettivi comuni. Servono doti come l’empatica, la capacità di infondere fiducia ma anche di fidarsi, intelligenza emotiva e pazienza. L’intelligenza emotiva, grazie alla capacità di calarsi nei panni degli altri, può rappresentare una delle migliori carte da giocare quando non si sa più come affrontare una situazione.
Nell’ambito delle relazioni internazionali, un buon negoziato, può portare a stabilire accordi utili a più parti e a rafforzare l’amicizia tra gli stati. Trovare punti di contatto tra diverse realtà è utile anche a stabilire relazioni più solide basate sul rispetto reciproco della diversità. Le migliori trattative, in materia di politica internazionale, sono proprio quelle che poggiano su solide negoziazioni. Oggi gran parte della politica che coinvolge stati mondiali si basa su strategie di questo tipo, proprio perché riescono a conciliare l’interesse di più attori.
Conclusioni
Condurre un’analisi in parallelo tra il poker e la politica internazionale, può essere utile a capire come dinamiche complesse come quelle che coinvolgono Stati diversi, possano essere analizzate anche attraverso il gioco. Il poker, in particolare, non è un gioco come gli altri poiché la fortuna è solo una delle componenti del quadro ma non quella più essenziale. Saper leggere negli atteggiamenti e nelle mosse degli avversari serve ad anticiparne le mosse e a comprendere in quale direzione cerca di portare la situazione. Anticiparlo vuol dire giocare per prima e direzionare il tutto. Occorre tuttavia, considerare di bilanciare rischi ed opportunità per non perdere di vista il proprio obiettivo. Serve pure saper bluffare, farlo con cognizione di causa e con arguta capacità, pena l’essere scoperti ed il risultare poco credibili agli occhi delle persone che si hanno di fronte.
Queste analogie possono risultare utilissime per quei leader mondiali che intendono affinare le proprie tattiche ed utilizzare il gioco per affinarle e sviluppare tecniche e tattiche sempre vincenti. Gestire le sfide geopolitiche richiede impegno, perseveranza e pratica, gli stessi ingredienti che fanno un giocatore di poker vincente. Sembra paradossale eppure le decisioni prese intorno al tavolo verde, hanno bisogno delle stesse strategie di quelle prese intorno a tavoli internazionali.
Chi vince alla fine? In politica come nel poker, a vincere è sempre colui che riesce a bilanciare tutte le sue doti con il duro lavoro.