Istituto Superiore della Sanità conferma nostra intervista al virologo Tarro: epidemia in Italia non è arrivata dalla Cina
di Francesco Santoianni
Già anticipata dal nostro sito con l’intervista del 1 marzo al Prof. Giulio Tarro che, soffermandosi su alcune mutazioni in 5 nucleotidi presenti nel “virus italiano”, suggeriva che questo non discendeva affatto dal famigerato virus di Wuhan, oggi, la conferma ufficiale da parte dell’Istituto superiore della sanità: nessun caso dell'epidemia di coronavirus che si sta diffondendo in Italia ha a che fare direttamente con la Cina.
Una scoperta che spiegherebbe anche la davvero anomala impennata di casi (anche gravi) di influenza registratasi in Italia nei mesi di novembre-dicembre (e non già gennaio-febbraio come normalmente avviene) e che, ci auguriamo, facciano ridimensionare le draconiane misure di contenimento presenti del DPCM dell’8 gennaio che stanno gettando l’Italia nel panico con conseguenze economiche disastrose.
Queste misure, infatti, nascono dallo scimmiottamento da parte delle autorità italiane delle iniziative messe in atto dal governo di Pechino, prima tra tutte il cordone sanitario che ha isolato 50 milioni di cinesi nell’Ubei-Wuhan, principale distretto manifatturiero dove attingono le aziende occidentali. Ma come illustrato in questo articolo questa misura – che se si fosse protratta nel tempo avrebbe fatto fallire innumerevoli aziende occidentali – nasceva, sostanzialmente per rintuzzare l’ennesima guerra mediatica contro la Cina, finalizzata a supportare l’imposizione di dazi e sanzioni voluti da Trump. Mossa del governo di Pechino rivelatasi vincente considerando che ha indotto il governo USA e i suoi media a ridimensionare “l’allarme Coronavirus” fino al punto da spingere, oggi, l’amministrazione Trump a rifiutare l’uso dei tamponi e a mettere il bavaglio a ricercatori statunitensi che paventano una catastrofica epidemia da Coronavirus.
Purtroppo, nonostante l’importantissima scoperta dell’Istituto superiore della Sanità, la TV invece di rincuorare la gente, adombrando l’ipotesi che i tanti positivi al tampone potrebbero essere un retaggio di una epidemia ormai passata, continua a terrorizzarla con questa storia del “virus cinese”. Verosimilmente, nella speranza che la conseguente irreggimentazione dell’opinione pubblica serva a giustificare la firma italiana al nuovo trattato MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) prevista per il 15 marzo. E senza spiegare perché mai a Prato, con una comunità di ben 23.000 cinesi, si sia registrato un solo caso di Coronavirus.
P.S. Clamoroso “restyling” della notizia da parte di Repubblica. Nonostante il contenuto (al momento) e la URL siano gli stessi, il titolo passa da “Coronavirus, l’epidemia in Italia non è arrivata direttamente dalla Cina” ad un ansiogeno “Più della metà dei contagiati ha oltre 60 anni, tra i bambini 43 casi”.