Afghanistan, lo scandalo della Banca Centrale non rassicura sul futuro di Kabul
Nel 2014 come è emerso nero su bianco anche dal recente meeting NATO di Chicago le truppe alleate lasceranno l’Afghanistan. Gli Stati hanno tuttavia già firmato un accordo che li vede impegnati al fianco del Governo di Kabul per altri dieci anni attraverso consiglieri militari, addestratori dell’esercito, sostegno economico.
Molti sono infatti i soldi che sono affluiti nelle case dell’esecutivo di Karzai in questi anni e con le forze ISAF, prossime al congedo dal paese asiatico, altri ne arriveranno per sostenere soprattutto l’esercito e la macchina bellica afghani che altrimenti non potrebbero andare avanti con le proprie gambe.
Tuttavia scandali per corruzione e cattiva gestione delle risorse pubbliche nono sono mancati e anche ora in un momento delicato per la futura transizione del paese post-guerra, se così si può dire, i segnali che Kabul e la sua classe politica mandano al mondo intero non sono per nulla rassicuranti. Hamid Karzai è vicino alla fine del suo mandato come Presidente dell’Afghanistan ma sia lui che la sua famiglia sembrano aver gestito con rapacità e sprezzo delle regole la cosa pubblica. L’ultimo scandalo in ordine di tempo è quello che riguarda la Banca Centrale dell’Afghanistan.
Sono indiziati di frode e malversazione lo stesso Direttore ed il Segretario Generale rispettivamente Sherkhan Farnood e Khalilullah Frozi. Ma l’elemento più grave è che tra i beneficiari della truffa, che si aggirerebbe intorno ai 900 milioni di dollari, ci sarebbe uno dei fratelli di Hamid Karzai, Mahmoud, del potente clan tribale, di cui il Presidente dell'Afghanistan è a capo, dei Populzai.