Brasile, la trama oscura: uccidere Lula e prendere il potere
Il generale Fernandes confessa: "Sono io l'autore del documento"
Il generale in riserva dell’Esercito brasiliano Mário Fernandes ha confessato al Supremo Tribunal Federale (STF) di essere l’autore del documento noto come "Pugnale Verde e Giallo", un piano che prevedeva l’assassinio del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, del vicepresidente Geraldo Alckmin e del giudice Alexandre de Moraes. La rivelazione è avvenuta durante un interrogatorio nell’ambito delle indagini sul tentato golpe dell’8 gennaio 2023.
Fernandes, già membro della Segreteria Generale della Presidenza sotto Jair Bolsonaro, ha cercato di minimizzare il documento, definendolo una semplice "idea digitalizzata", frutto di un’analisi personale post-elettorale. "Non l’ho mostrato a nessuno, non l’ho condiviso. Oggi mi pento di averlo digitalizzato", ha dichiarato. Tuttavia, secondo la Polizia Federale, il testo – redatto nel novembre 2022, dopo la vittoria di Lula – sarebbe stato discusso tra militari nella residenza del generale Walter Braga Netto, ex ministro di Bolsonaro e suo compagno di ticket elettorale.
Le indagini hanno portato alla luce altri dettagli inquietanti: il tenente colonnello Mauro Cid, ex assistente di Bolsonaro, ha collaborato con la giustizia rivelando che Braga Netto avrebbe finanziato parte dell’operazione, consegnando denaro al maggiore Rafael Martins de Oliveira. Inoltre, Fernandes ha ammesso che nell’entourage di Bolsonaro si discuteva di un "decreto presidenziale" per giustificare un intervento militare contro gli altri poteri dello Stato, sostenendo che fosse "costituzionale".
Il generale ha cercato di giustificare le tre copie stampate al Palácio do Planalto sostenendo che fosse un "abitudine di lettura fuori dallo schermo", aggiungendo che le aveva subito distrutte. Quaranta minuti dopo, però, si è recato al Palácio da Alvorada, residenza ufficiale di Bolsonaro, una coincidenza che ha sollevato ulteriori dubbi.
L’interrogatorio di Fernandes fa parte dell’ultima fase del processo sul golpe dell’8 gennaio, che potrebbe portare a condanne o assoluzioni per gli imputati del "nucleo 2". Intanto, il giudice Alexandre de Moraes ha recentemente imposto a Bolsonaro l’uso di un braccialetto elettronico, dopo averlo richiamato per violazioni "isolate" delle misure cautelari.
Il caso "Pugnale Verde e Giallo" conferma l’esistenza di un piano eversivo ai danni delle istituzioni democratiche brasiliane, gettando nuova luce sui retroscena del post-elezioni del 2022 e sul ruolo dei militari bolsonaristi.