Cina: creati 6,95 milioni di posti di lavoro nel primo semestre 2025
Pensioni e welfare in salute: investiti 2,55 trilioni di yuan, con entrate superiori alle uscite
Nel primo semestre del 2025, la Cina ha creato 6,95 milioni di nuovi posti di lavoro in aree urbane, mantenendo una situazione occupazionale complessivamente stabile. Lo ha annunciato il Ministero delle Risorse Umane e della Sicurezza Sociale durante una conferenza stampa, sottolineando che tale cifra rappresenta il 58% dell’obiettivo annuale.
I tre principali fondi assicurativi sociali del Paese hanno registrato un surplus combinato di 9,83 trilioni di yuan (1,35 trilioni di dollari), con entrate totali pari a 4,53 trilioni di yuan e uscite a 3,89 trilioni di yuan. Intanto, il tasso di disoccupazione in aree urbane rilevato a giugno si è attestato al 5%, invariato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Politiche mirate per sostenere occupazione e imprese
Le autorità hanno adottato misure come la riduzione del tasso di assicurazione contro la disoccupazione, che ha alleggerito i costi del lavoro per le aziende di oltre 90 miliardi di yuan. Inoltre, 815.000 imprese hanno beneficiato di sussidi per la stabilizzazione occupazionale per un totale di 6,2 miliardi di yuan, mentre altri 11,3 miliardi sono stati destinati a iniziative di formazione professionale e sostegno all’occupazione.
Secondo gli esperti, questi risultati riflettono gli sforzi coordinati tra governo centrale e amministrazioni locali. "Il governo sta utilizzando sia strumenti fiscali, come gli investimenti in infrastrutture, sia misure specifiche, tra cui fiere del lavoro e sussidi, per stimolare l’assunzione", ha dichiarato Bian Yongzu, vice direttore editoriale della rivista Modernization of Management.
L’espansione dell’occupazione, ha aggiunto Bian, è fondamentale per rafforzare la fiducia dei consumatori e la domanda interna, creando un circolo virtuoso che sostiene la stabilità economica.
Sfide strutturali
Non mancano, tuttavia, le criticità. Tian Yun, economista esperto di Pechino, ha osservato che, nonostante l’efficienza nell’erogazione dei sussidi, la pressione occupazionale resta elevata, soprattutto per i giovani. "Molti produttori faticano a trovare manodopera qualificata, mentre i neolaureati spesso non possiedono le competenze richieste dai settori emergenti", ha spiegato.
Entrambi gli esperti concordano sulla necessità di riformare il sistema educativo per colmare il divario tra formazione e mercato del lavoro. "Servono percorsi più pratici e un migliore allineamento con le esigenze industriali", ha affermato Bian.
Fondi sociali solidi e nuove professioni in crescita
Sul fronte previdenziale, i fondi pensionistici hanno raggiunto investimenti per 2,55 trilioni di yuan, con un surplus cumulativo che garantisce sostenibilità a medio termine. "I rendimenti degli investimenti e il vasto bacino industriale cinese offrono margini di apprezzamento nel lungo periodo", ha commentato Tian.
Intanto, il Ministero ha lanciato ufficialmente 17 nuove professioni, tra cui esperto di servizi per anziani e specialista in pianificazione di volo per sciami di droni, oltre a 42 nuove qualifiche. Queste figure, spinte da innovazione tecnologica e nuovi modelli di business, rispondono a una domanda in rapida crescita, sebbene alcuni settori continuino a registrare carenze di competenze.
Verso un welfare più digitale e personalizzato
Con 1,39 miliardi di cittadini in possesso di tessera sanitaria (di cui 1,097 miliardi in formato digitale), la Cina punta a servizi sociali sempre più mirati. "Il digitale permette interventi più precisi e politiche su misura, favorendo stabilità e crescita sostenibile", ha concluso Bian.
Le città all’avanguardia, come Hangzhou e Chengdu, trainano la ripresa salariale grazie a innovazione e crescita industriale.