Cina - SCO: l’Asia sfida l’egemonia USA - L'analisi di Andrea Gaspardo
Il nuovo appuntamento con gli aggiornamenti geopolitici de l’AntiDiplomatico si apre con un’analisi dell’analista Andrea Gaspardo riguardante ciò che è accaduto tra fine agosto e inizio settembre in Cina, dove si è svolto il summit più importante della Shanghai Cooperation Organization (SCO) dalla sua fondazione. Nata nel 2001 per volontà di Russia e Cina, la SCO è ormai una piattaforma che riunisce dieci membri permanenti e decine di partner, proponendosi come un “nuovo G7 allargato” del mondo emergente.
A confermare il messaggio politico, il 3 settembre Pechino ha organizzato una parata militare imponente per celebrare l’80º anniversario della vittoria sul Giappone nella Seconda guerra mondiale. Un evento che, oltre al valore storico, ha assunto i contorni di una dimostrazione di forza rivolta a Washington, con la Cina sempre meno timida nell’esibire la potenza del proprio apparato militare.
L’analisi si concentra sulle implicazioni strategiche:
- la crescente tensione attorno a Taiwan, con Pechino intenzionata a risolvere la “questione di Formosa” senza attendere il 2049;
- il ruolo degli Stati Uniti, che sotto la dottrina del “peace through strength” cercano di mantenere la supremazia militare nonostante il progressivo arretramento geopolitico;
- il riaccendersi delle frizioni nella penisola coreana, dove Pyongyang è ormai apertamente sostenuta da Mosca e indirettamente da Pechino;
- la partita mai chiusa nel Mar Cinese Meridionale, teatro di incidenti navali e contese che rendono improbabile una pacificazione senza l’uso della forza.
Il quadro che emerge è quello di un Estremo Oriente sempre più incandescente, destinato a restare il fulcro della sfida tra potenze. Una sfida che non riguarda soltanto l’Asia, ma che ridefinisce gli equilibri dell’intero sistema internazionale, mettendo in discussione il decadente ordine a guida occidentale.