Da Aleppo a Mariupol: le solite tecniche ed enigmi (ma occhio che la false flag qui è nucleare!)

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Di oramai antica origine la leggenda degli ospedali pediatrici bombardati.

In Siria, ad esempio, nel 2016 si era arrivati ad addebitare ad Assad e all’aviazione russa la distruzione, con relativi bambini morti, di ben 9 ospedali pediatrici senza che nessun “esperto” in TV si domandasse che interesse aveva mai Assad o l’aviazione russa a distruggere ospedali pediatrici popolati da siriani. E nessuno se lo chiede neanche adesso davanti al “bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol” attestato anche dal Open, Tempio del Fact Checking.

Ma invece di affrontare questo enigma, meglio concentrarsi sulle “prove” che dovrebbero documentare il bombardamento degli ospedali pediatrici. In Siria, dove operava il davvero efficiente servizio di propaganda dei White Helmets, queste “prove” venivano fornite subito anche perché i White Helmets, imponendo alle popolazioni sotto il loro controllo l’effettuazione di “esercitazioni”, avevano la loro cineteca piena di filmati con bambini e comparse debitamente truccati, pronti per essere divulgati come la documentazione di un massacro. Tutt’altra situazione in una Mariupol dove le milizie fasciste che tuttora occupano l’area e i loro sponsor locali si devono arrangiare con quel poco che c’è.

E così dopo l’annuncio di Zelenky di volontari impegnati ad estrarre dalle macerie i corpi di numerosi bambini, ancora non è stata ancora diffusa nessuna documentazione che avrebbe potuta essere facilmente prodotta con il telefonino dei volontari. E le prime documentazioni sul “bombardamento dell’ospedale” (in realtà già da febbraio diventato una postazione del battaglione Azov che lo aveva sgombrato di medici e pazienti) sono consistite nella immagine di una donna incinta con il pigiama a pois (che non si capisce proprio perché abbia aspettato l’arrivo dei soldati ucraini per potere uscire, dopo il “bombardamento” dall’”ospedale”) e due ragazzi che si portano via un tizio claudicante (tutti e tre vestiti con impeccabili abiti da passeggio).

 

 

Questo non significa che le prove del “bombardamento russo” si limiteranno a questo. Certamente sono già in produzione numerose sceneggiate molto più convincenti, come questa appena sfornata. Comunque, considerando le inevitabili incongruenze di quasi tutti i video fake, ci occuperemo anche di queste nuove sceneggiate. Forse inutilmente in quanto, ormai, la “notizia” del massacro di donne e neonati da parte dei russi è destinata a restare impressa per sempre nella testa della gente. Anche grazie alla dabbenaggine di nostrani “pacifisti” e alle dichiarazioni di ex antimilitaristi Cinque Stelle che fanno il gioco della propaganda interventista del PD e dei media di regime. 

Insomma da Aleppo a Mariupol le tecniche sono sempre le stesse e a caderci sono ora anche chi un tempo aveva mostrato maggiori anticorpi. Però, occhio signori che questa volta le false flag, seguire la propaganda disperata del regime di Kiev e le veline della Cia può portare all'apocalisse (nucleare).

 

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Francesco Santoianni

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Cacciatore di bufale di e per la guerra. Autore di "Fake News. Guida per smascherarle"

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