Gaza non è una spianata inerme. Nel fondo di quelle tende, il seme della Resistenza

“Misericordia per i martiri e libertà per i prigionieri: così Gaza rinascerà”. I testi della nona puntata di Radio Gaza

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Gaza non è una spianata inerme. Nel fondo di quelle tende, il seme della Resistenza

 

 

Radio Gaza è un programma a cura di Michelangelo Severgnini e Rabi Bouallegue.

Attraverso la campagna “Apocalisse Gaza”, arrivata oggi al 126° giorno, sono stati raccolti finora 108.114 euro da 1.430 donazioni. Di questi, 107.389 euro sono già stati inviati a Gaza.

Proponiamo qui di seguito i testi della nona puntata.

 

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Radio Gaza - cronache dalla Resistenza

Un programma di Michelangelo Severgnini e Rabi Bouallegue 

In contatto diretto con il popolo di Gaza che resiste e che ha qualcosa da dire al mondo…

Puntata numero 9 del 23 ottobre 2025

 

Care ascoltatrici e cari ascoltatori di Radio Gaza, siamo costretti ad iniziare la puntata riportando un dato che ci fa perdere il sonno. Nell’ultima settimana la campagna “Apocalisse Gaza” ha raccolto soltanto 12 donazioni per un totale di 1.051 euro.

E’ forse questo il punto più basso mai toccato dalla campagna, a 4 mesi dal suo inizio. Segno che questa trasmissione, al netto dei tentativi di censura, riusciti o meno, non è in grado al momento di sostenere adeguatamente la campagna.

Eppure ci domandiamo cosa non vada.

Grazie alle testimonianze dirette da Gaza, da fine agosto abbiamo potuto fissare dei punti fermi e chiari che, piacciano o no, si sono poi rivelati fondati alla prova dei fatti. Però noi, per averli divulgati, siamo stati attaccati prima e dimenticati dopo, quando i fatti ci hanno dato ragione.

Ne elenchiamo alcuni: 1) “I piani di evacuazione dei Gazawi, tra cui il trasferimento in Libia, sono inattuabili, politicamente e logisticamente”. Ci pare che ormai l’agenda preveda infatti tutt’altro. 2) “Le flottiglie non arriveranno a Gaza ma i flottigliani torneranno sani e salvi”. Ormai è storia. 3) “Gaza è una fortezza inespugnata”. Così è stato alla fine. 4) “Hamas è sostenuto largamente dalla popolazione della Striscia al punto da poter contare su una Resistenza popolare”. Stiamo vedendo infatti come in questi giorni, proprio grazie a questo consenso, Hamas da essere formazione terroristica, venga ora trattato come soggetto politico a tutti gli effetti. Che deve disarmare, si dice. Ma queste sono cose che si dicono. Se Hamas non avesse avuto tutto questo consenso all’interno della Striscia, un risultato simile non sarebbe mai stato conseguito. E oggi per i Palestinesi di Gaza, difendere Hamas significa difendere il diritto stesso di votare liberamente.

Nel bene e nel male, ognuno la veda a suo modo. Ma questi sono i fatti.

Vorremmo pure aggiungere qualche altro punto, ma per ora ci limitiamo ad introdurre un nuovo concetto che nel corso di questa puntata sarà sviluppato dai ragazzi: “La pace reggerà. E se non regge significa che il Dio delle mappe geografiche ha deciso che è il momento di cambiare qualche linea”. E vediamo, anche stavolta, come andrà a finire.

Insomma, crediamo di aver fatto il nostro lavoro, di aver dato il nostro contributo e crediamo che questo esperimento vada sostenuto, perché non solo ci fornisce informazioni dal campo necessarie per capire, ma perché in cambio permette a tante persone, quante a seconda delle donazioni, di far fronte a una lotta durissima, oggi non meno di ieri.

Per incoraggiarci a proseguire, per ringraziare tutti i donatori di quello che stanno facendo e per sfamare gli occhi nostri che cercano voyeristicamente di vedere un pezzo di Gaza, i ragazzi ci hanno mandato un video che ora vedremo e ascolteremo.

Estendiamo da subito i ringraziamenti alle quasi 1.500 donazioni fin qui raccolte, alle migliaia di persone che ci hanno sostenuto, almeno per un pezzo di strada, a tutti coloro che a modo loro ci hanno fatto capire quanto questo lavoro sia scomodo e prezioso.

Come sempre, il volto dei ragazzi e delle persone inquadrate è coperto, sebbene non sempre sia una loro richiesta. Ma noi preferiamo lavorare così. Chi è in contatto dalla Striscia con Radio Gaza è al momento una fonte che va protetta.

 

<<Che la pace sia su di voi. Vorrei esprimere i miei ringraziamenti e la mia sincera gratitudine a tutti i donatori in Italia che hanno mostrato la migliore immagine della solidarietà umana e del sostegno al popolo di Gaza. Durante questi tempi difficili il vostro nobile sostegno è stato come luce nell’oscurità, e viva speranza nel cuore degli afflitti.

A nome del signor Rabi e del Signor Michelangelo vi porgo tutta la mia gratitudine per gli sforzi e la generosità profusi. Avete incarnato il vero senso della fratellanza, la misericordia, e la vostra generosità ha avuto un grande impatto nell’alleggerire le sofferenze degli innocenti e nel soddisfacimento delle loro esigenze umanitarie. 

Vi ringrazio di cuore, che Dio vi ricompensi e che possiate continuare a sostenerci con i vostri cuori.

Noi oggi viviamo in tende temporanee, senza mezzi sufficienti per una vita dignitosa e l'inverno è alle porte, e porta con sé il freddo, la pioggia, e renderà ancora più difficile la nostra situazione umanitaria. La nostra gente, i nostri ammalati, hanno bisogno di beni essenziali: coperte, vestiti invernali e mezzi di sussistenza essenziali che possano preservare la nostra dignità. Aggiungo: facciamo appello ai vostri cuori compassionevoli e vi esortiamo a rimanere con noi. Dopo Dio, voi siete la speranza su cui contiamo in un tempo in cui abbiamo bisogno di qualsiasi aiuto sincero e generoso, a nome dell'amico Rabi e a nome dell'amico Michelangelo rinnoviamo i nostri ringraziamenti e preghiamo Dio affinché vi ricompensi. Alla luce di queste difficili circostanze confermiamo la totale fiducia che i donatori in Italia hanno riposto nel signor Rabi e nel Signor Michelangelo per la loro onestà, sincerità e lealtà nel far arrivare gli aiuti alla gente di Gaza e nel far arrivare gli aiuti a chi ne aveva diritto con trasparenza e responsabilità. Siete diventati un ponte affidabile tra la gente per bene in Italia e la gente bisognosa di Gaza e questa fiducia non è nata dal nulla, bensì è il frutto dei vostri sforzi sinceri e della vostra opera umanitaria. A nome mio e a nome di chi ha beneficiato della vostra generosità, vi ringraziamo per il vostro sostegno e vi esortiamo a continuare a sostenerci. Confermiamo ai donatori che dal mese di Giugno il signor Rabi e il signor Michelangelo non hanno smesso di sostenerci e di farci arrivare gli aiuti>>.

 

La campagna “Apocalisse Gaza” arriva oggi al suo 126° giorno. Ha fin qui raccolto 108.114 euro da 1.430 donazioni, di cui 107.389 già inviati a Gaza.

 

Vi segnaliamo un’iniziativa che si terra questa domenica, 26 ottobre 2025, in Sardegna, ad Alghero, presso “Mulinu – La Macina di Sardegna”. L’evento inizierà sin dal mattino con visite guidate e laboratori e dalle 17 gli autori di Radio Gaza saranno in collegamento per introdurre la proiezione di uno dei 4 episodi del “film in progress”. Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto alla campagna “Apocalisse Gaza”.

 

Il quarto e al momento ultimo mini-documentario del “film in progress”, “Lenticchie e acqua fresca per le retrovie di Gaza”, che sarà proiettato durante questa iniziativa, è stato pubblicato a inizio agosto scorso. La produzione del programma Radio Gaza ha reso necessario rimandare il montaggio dei nuovi episodi. Questo perché i due autori di questo programma, dall’inizio di questa campagna, non hanno messo in tasca un euro. Come deve essere.

Questa è pertanto una battaglia civile che si affianca alle nostre esistenze e ne contende gli spazi, a volte avendo il sopravvento, a volte costringendo a far del proprio meglio con il tempo a disposizione.

Questo ha fatto sì che molto materiale legato alla distribuzione degli aiuti sia rimasto negli ultimi tempi conservato nei nostri archivi senza essere pubblicato. Ci ripromettiamo dunque per le prossime settimane di tornare a pubblicare video ricevuti da Gaza, almeno sporadicamente. E vorremmo farlo già da questa puntata. 

Vedremo ora infatti una parte di una delle scene più belle che ci sia capitata finora di vedere: una madre che abbraccia il proprio figlio liberato dalle carceri israeliane. 

Crediamo che questa scena racchiuda tutto il senso di questi ultimi 2 anni.

Come è stato detto nella scorsa puntata, con la liberazione dei prigionieri palestinesi, obiettivo dell’operazione del 7 ottobre, si è affermato un principio.

 

<<Che la pace sia su di te. Che Dio sia sempre lodato, mio fratello Mahmoud è stato liberato dalle prigioni dell'Occupazione dopo una prigionia durata due anni. La felicità è indescrivibile, sopratutto per mia Madre. Mahmoud è il mio unico fratello, è l'unico figlio maschio per mia madre. Che Dio sia lodato. La felicità è indescrivibile per averlo rivisto dopo due anni. Ci ha raccontato molte cose. Cosa ha visto, cosa ha vissuto. Lui stesso ancora non ci crede. Aveva persino sognato la sua liberazione. Ha sofferto molto la prigionia e le torture, sopratutto per via dei problemi di salute. Che Dio sia lodato

Mio fratello Mahmoud e i vari ostaggi hanno dovuto affrontare diversi abusi. Venivano picchiati tutti i giorni. Li picchiavano e lui è stato torturato, con ogni tipo di tortura. Mahmoud ha subito diverse forme di tortura tra cui la tortura con scosse elettriche, pestaggio. La cicatrice che ha in testa… Grazie a Dio adesso sta bene. La scabbia era molto diffusa, ci ha raccontato molte cose. Ha vissuto molte sofferenze. Ci ha anche raccontato come era stato arrestato.

Che Dio sia Lodato, adesso (Mahmoud) è libero, e speriamo che Dio liberi tutti gli altri prigionieri. Ce ne sono ancora tanti imprigionati in molte prigioni e ad oggi stanno ancora soffrendo. Tanti prigionieri liberati non erano in grado di stare in piedi, non erano in grado di camminare. Soffrivano di problemi psicologici. Mahmoud è ancora scioccato. Per due anni è stato ignaro del livello di distruzione, non ha saputo della morte di molti dei nostri cugini, è rimasto veramente scioccato.  Prova un misto di dolore e tristezza per la realtà che ha visto e per i parenti martirizzati e felicità per averci rivisto. Ci raccontava come i soldati israeliani giocavano con la sua salute mentale comunicandogli la morte dei suoi fratelli e quando è stato liberato e ha visto che i suoi fratelli erano vivi, rivedendo mia madre, era molto felice. La felicità era entrata nel suo cuore e nel cuore di mia madre che era molto preoccupata. Mia madre la notte non dormiva se prima non aveva pregato per la sua liberazione>>.

 

“Hamas è stato indebolito ma non distrutto: nei suoi ranghi ci sono ancora tra 15 e 25mila miliziani e potrà contare su nuove reclute, spinte a unirsi dopo che decine di migliaia di civili palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano”. Lo ha dichiarato alla Nbc Shalom Ben Hanan, ricercatore presso l'Istituto Internazionale per l'Antiterrorismo presso la Reichman University in Israele e veterano da quasi 30 anni dell'agenzia per la Sicurezza israeliana, nota anche come Shin Bet. "Il loro potenziale è ancora lì", ha sottolineato la stessa fonte. 

Secondo i calcoli dell’istituto, sarebbero circa 20 mila i membri della Resistenza uccisi durante la guerra contro Israele. In pratica, in 2 anni di guerra le fila si sono quasi del tutto rinnovate.

"Sebbene parleremo di giovani con meno esperienza militare, senza dubbio hanno comunque molta competenza e sufficienti armi personali come armi leggere e lanciarazzi", ha detto invece Giora Eiland, ex direttore del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano ed ex capo del dipartimento di pianificazione delle Forze di difesa israeliane (Idf). 

Tutti gli esperti concordano però sul fatto che l'ampia rete di tunnel di Hamas rimane il suo punto di forza e la sfida più grande per Israele. Eiland ha stimato che dal 70 all'80% dei tunnel di Hamas sarebbe intatto, con gran parte della rete sopravvissuta sconosciuta all'esercito israeliano.

Benissimo. Questi dati e queste considerazioni coincidono con quanto Radio Gaza sta raccontando da fine agosto scorso e danno un quadro un po’ diverso della situazione di solito riportata.

In questi giorni il vicepresidente americano J.D. Vance è in Israele. La Casa Bianca è sempre più preoccupata che il premier israeliano Benjamin Netanyahu possa far fallire l'accordo di cessate il fuoco a Gaza. Lo ha riferito il New York Times, sottolineando che la strategia dell'amministrazione Trump è quella di cercare di impedirgli di riprendere un attacco su vasta scala contro Hamas. A questo scopo, giunge ora la visita del vice presidente americano, accompagnato dall'inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff e persino dal genero del presidente, Jared Kushner. I tre sono arrivati per fare pressione su Israele - dicono le fonti del Nyt - affinché non indebolisca l'accordo. Il rapporto afferma inoltre che sono in corso trattative con la Turchia per l'invio di una squadra specializzata per aiutare a localizzare i corpi degli ostaggi israeliani scomparsi a Gaza, dopo le difficoltà ammesse da Hamas.

Non so se ve ne siete accorti, ma ormai Egitto e Turchia pianificano di entrare e uscire dalla Striscia come gli pare e piace. Il Qatar farà probabilmente uguale. Qualcuno proverà a monitorare, a dare la parvenza che ci sia una supervisione internazionale, magari con il coinvolgimento delle Nazioni Unite, ma di fatto il controllo militare della Striscia d’ora in avanti andrà discusso, metro per metro, armi in mano, tra un ampia gamma di soggetti.

Non è una bella prospettiva per Israele. Per questo i suoi capi sfogano la frustrazione con le ultime scaramucce, le ultime rappresaglie con missili tirati a debita distanza. E per questo Trump ha mandato i suoi uomini migliori per far ingoiare questo nuovo status quo a Israele, con le buone  maniere possibilmente. Le cattive maniere, nel caso fossero necessarie, non saranno comunque gli Stati Uniti ad usarle. Basterà abbandonare Israele a se stesso. E ai dividendi in rapida caduta degli investimenti stranieri.

Il quadro a noi, in tutta onestà, pare questo. Qui in Italia tuttavia questa lettura non ha molto credito nel dibattito, ma è pur vero che lavorare con fonti dirette piuttosto che con le notizie di agenzia, produce alla fine spesso risultati diversi. Qualcuno l’ha notato?

Noi ci teniamo i nostri risultati e vediamo come va a finire, anche questa volta. Anche se ormai va detto, i grandi esperti di casa nostra non ne stanno azzeccando una. 

Sarà questo il motivo per cui questo programma non viene invitato o almeno menzionato nei salotti? Qui proviamo a capire partendo da un materiale proveniente da fonti dirette, senza filtri. Altrove, quasi sempre, si cercano le conferme, se ne esistono, a ciò che si vuole dire a prescindere. Di conseguenza, il materiale che non conferma le tesi prestabilite, il materiale scomodo, viene censurato, estromesso, delegittimato. Questo è ciò che fa l’informazione tutta in Italia, schiava degli interessi di parte e della logica delle tifoserie. Auguri.

 

<<Che Dio sia lodato per questa Pace. Che Dio abbia misericordia dei nostri martiri e che liberi tutti i prigionieri e speriamo che questa assenza non si ripeta, che non ci sia mai più questo tipo di assenza, questo tipo di vuoto e che Dio riempia di felicità il cuore di tutti, che Dio elargisca pazienza nei nostri cuori. Se Dio vorrà questa pace ci sarà e durerà, che Dio elargisca pazienza nei cuori dei parenti dei martiri, e che guarisca tutti i feriti. Che Dio sia lodato per quanto riguarda il ritorno nel Nord: c'è molta gente che sta ritornando nel Nord, ma la maggioranza non è tornata per via delle difficili condizioni di vita a Gaza città.

C'è un grande numero (di persone) che si trova nel Sud della Striscia. Le condizioni di vita sono pessime, perché l'esercito israeliano ha distrutto tutto. Soprattutto nelle zone orientali della Striscia di Gaza dove si trovavano molti sfollati, la zona di Al Shaty, la zona di Al Rimal, la zona di Sheikh Al Ridwan. C'è molta distruzione. Le condizioni di vita sono pessime. Non ci sono infrastrutture. Non c'è acqua. Io adesso mi trovo nel Nord della striscia, nell'Ospedale Al Shifa dove faccio la volontaria. Dato che il personale ospedaliero è ridotto, cerco di aiutare come posso. Le condizioni di vita sono molto difficili e il ritorno costa quanto lo sfollamento. (L’affitto di) un furgone costa tra le 1000 e le 1500 euro>>.

 

Che siamo di fronte ad una lenta rinascita o a una tregua temporanea prima dell’attacco finale, la verità oggettiva è che al momento Gaza è ovunque un cumulo di macerie e la popolazione, per ora, è ancora abbandonata a se stessa.

Insomma, se da un lato razionalmente e con tutto l’ottimismo della ragione pensiamo che ci sia stato un cambio sostanziale, le condizioni oggettive della gente sul campo tuttavia per ora non sono migliori di quelle di un paio di settimane fa.

C’è ancora bisogno del vostro aiuto quotidiano, per mantenere un contatto, per affermare un paradigma.

 

<<Gaza che è trasformata in una prigione per i suoi abitanti. Gaza che è senza lavoro, senza speranza e senza futuro. Gaza che ha bisogno degli amici, Gaza che è stata completamente distrutta. Gaza che ha detto ''No'' e ne ha pagato il prezzo e il suo rifiuto ne ha sancito la completa distruzione. Gaza era una bella landa verde, e oggi è diventata cenere. Qui la gente non può fare ritorno nelle loro case, qui la gente soffre per gli elevati prezzi delle merci che non permettere di sfamare i propri figli, solo in pochi se lo possono permettere. Più del 50% degli abitanti della Striscia di Gaza mangiano solamente pane. Non possono permettersi le verdure perché costano molto. Qui a Gaza la morte ci circonda dappertutto. Qui a Gaza ci sono più tende che edifici. Qui a Gaza la distruzione è l'unica cosa che si riesce a vedere. Qui c'è più distruzione che ossigeno. Qui vive ciò che rimane di un popolo, distrutto perché un giorno disse di ''No''>>.

 

Vi lasciamo con un ultimo spezzone video. Pochi secondi in cui possiamo vedere in che condizioni versino le persone che assistiamo e tutte le altre che vorremmo assistere qualora le donazioni fossero più generose.

Gaza non è una spianata inerme. Anche nel fondo di quelle tende, ve lo possiamo assicurare, è stato coltivato il seme della Resistenza. 

E, tuttavia, la parola Solidarietà senza la parola Resistenza, è solo carità borghese.

 

<<Saluti, Mamma.

 - Saluti a Rabi e Michelangelo, che Dio li protegga e che Dio vi benedica. Che Dio vi ricompensi, per gli aiuti che ci avete inviato. Che Dio vi protegga>>.

 
 
 

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Il suo film “L'Urlo" è stato oggetto di una censura senza precedenti in Italia.

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