Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca
Una “autonoma decisione della direzione della Reggia di Caserta” (leggi di Alessandro Giuli, ministro della Cultura) quella di cancellare il concerto che il 27 luglio avrebbe dovuto dirigere il russo Valery Gergiev (nel 2022, allontanato dalla direzione del Teatro alla Scala per essersi rifiutato di condannare l’invasione dell’Ucraina) e la conferma del concerto del giorno dopo, diretto dall’israeliano Daniel Oren che mai si è pronunciato (anche perché nessun glielo imponeva) sugli innumerevoli innocenti che continuano ad essere uccisi dall’esercito israeliano a Gaza.
Ma, nonostante le parole di giubilo di Pina Picierno e di altri esponenti PD per questa clamorosa decisione, il vero vincitore della partita è Vincenzo de Luca che, marpionescamente, aveva fatto organizzare i due eventi dalla sua Regione Campania. E che ora - ridimensionando il disegno di Elly Schlein di infinocchiare il Movimento Cinque Stelle con quattro paroline di condanna del genocidio a Gaza (seguite la defezione di gran parte degli europarlamentari e parlamentari PD, ad esempio, sulla mozione contro il Memorandum militare Italia-Israele) - mira a porsi alla testa di un movimento che, verosimilmente scuoterà anche l’Italia sulla scia dei sacrifici imposti dalla prossima guerra alla Russia.
Fantapolitica? Staremo a vedere.
Intanto, dilaga una laida gioia tra i tanti sostenitori della guerra alla Russia. I quali ora arrivano a chiedere alla von der Leyen) <<…l’istituzione di un’inchiesta sull’utilizzo di fondi pubblici per eventi legati alla propaganda russa nel territorio dell’Unione Europea e la promozione di un fondo culturale dedicato agli artisti che si oppongono al regime putiniano». E così, dopo i giornalisti (anche italiani) pagati (con i soldi nostri) dall’Unione Europea per parlare male di Putin, la mangiatoia si estende anche agli “artisti”.
Stay tuned per i prossimi concerti.
Francesco Santoianni