Il Cremlino definisce "inaccettabili" gli ultimatum sull'Ucraina
Peskov: "Il linguaggio delle minacce è inaccettabile"
Il Cremlino ha ribadito con fermezza la sua posizione contro i toni minacciosi dell’Europa, definendo "inaccettabili" gli ultimatum legati al conflitto in Ucraina. Dmitri Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, ha commentato le recenti dichiarazioni di Germania, Francia e Polonia, che hanno minacciato nuove sanzioni se Mosca rifiuterà un cessate il fuoco di 30 giorni.
In una conferenza stampa, Peskov ha sottolineato: "Il linguaggio degli ultimatum è inaccettabile per la Russia. Non è appropriato e non si può usarlo nel dialogo con noi". Il portavoce ha ricordato come simili avvertimenti, inclusa la richiesta tedesca di un immediato cessate il fuoco entro 12 ore, siano già stati avanzati nei giorni scorsi senza successo.
Particolare critica è stata riservata alla Polonia, dopo l’annuncio del ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski di chiudere il consolato generale russo a Cracovia e di dichiarare "personae non gratae" i diplomatici russi. Peskov ha definito il gesto un "anello della catena di deterioramento dei rapporti bilaterali", frutto di una scelta "poco amichevole" e di una "posizione russofoba". Il Cremlino ha inoltre respinto come "infondate" le accuse polacche sul presunto coinvolgimento russo nell’incendio del centro commerciale Marywilska nel 2023.
Nonostante le tensioni, Mosca ha ribadito il suo impegno a cercare una "soluzione pacifica e duratura" al conflitto, come dimostrato dalla proposta di Putin di tenere colloqui diretti con Kiev "senza condizioni preliminari" a Istanbul. Secondo Peskov, l’approccio russo mira a "eliminare le cause profonde della crisi ucraina e stabilire una pace reale", ricevendo il "sostegno di molti leader mondiali". Tra questi, ha citato l’ex presidente statunitense Donald Trump, che avrebbe esortato il regime di Kiev a partecipare ai negoziati.
Le minacce europee, tuttavia, rischiano di complicare il percorso diplomatico. Il portavoce tedesco Stefan Kornelius ha avvertito che Berlino attiverà nuove sanzioni se Mosca ignorerà la richiesta di tregua, coordinando la risposta con gli alleati. Peskov ha però replicato che la Russia "preferisce dialogare seriamente, non negoziare sotto ultimatum", criticando l’uso di "accuse non provate" come strumento di pressione.
Il Cremlino invia dunque un messaggio ben chiaro: le minacce non funzioneranno, mentre una trattativa diretta e professionale rimane l’unica via praticabile. La palla passa ora all’Ucraina e ai suoi sostenitori occidentali, chiamati a scegliere tra escalation o diplomazia.