Il Giappone riapre il sito nucleare di Ohi. Test di credibilità per l'esecutivo Noda
Il governo giapponese è alle prese con una dura battaglia, quella di far ripartire il reattore nucleare della centrale di Ohi. E’ una lotta cruciale quella che l’esecutivo guidato da Noda sta conducendo perché il paese nipponico ha estremamente bisogno dell’energia nucleare dal momento che il Giappone per il 30% delle sue risorse energetiche dipende dal nucleare. Il disastro di Fukushima e la successiva sospensione di tutti e 45 reattori che soddisfano il fabbisogno energetico giapponese hanno creato una situazione difficile da gestire sia dal punto di vista politico che economico vista anche la situazione di crisi finanziaria globale a cui il Giappone non sfugge.
Inoltre negli ultimi mesi è emersa la figura politica del sindaco di Osaka, Toru Hashimoto, figlio di una signore della yakuza, la mafia giapponese, che si sarebbe fatto portavoce di tutti i sindaci delle città vicine a siti nucleare opponendosi alla loro riapertura. Tuttavia in vista dell’estate in cui il fabbisogno energetico aumenta e il Giappone ha bisogno del nucleare Hashimoto ha temporaneamente sotterrato l’ascia di guerra.
La riapertura del sito di Ohi vicino ad Osaka, centro dell’industria elettronica nipponica, è fondamentale quindi sia perché in estate la richiesta di energia aumenta del 15% e sia perché in questo modo il governo Noda vuole creare un precedente utile per riaprire anche gli altri reattori. Le condizioni chieste da Hashimoto e che il Governo garantirà sono importanti. Il Vice Ministro dell’Economia alloggerà nella zona del sito nucleare per supervisionare la riapertura del reattore oltre ad una regolamentazione in materia sempre più astringente, approvata nei mesi scorsi e che verrà applicata per la prima volta per il sito di Ohi.