Il petrolio, Maduro ed il mondo che cambia

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Il petrolio, Maduro ed il mondo che cambia

 

Pubblico un altro contributo del manager Sergio Calzolari “Spatto” che precisa quanto da lui scritto ieri mattina presto. Aspetto vostri contributi o commenti al riguardo.

 

“Prendo spunto da un piccolo aneddoto di ieri. Dopo aver mandato il mio pezzo sulla Cina e lo SWIFT, il caro Pasquale mi rimanda il tutto con un titolo circa le ambiguità della posizione cinese. Io gli rispondo che, a mio parere, il termine ambiguità è troppo forte e che lo attenuerei con un punto interrogativo finale, introducendolo con la parola “realismo”.

La cosa buffa che io ho chiesto questa rettifica, proprio io che ritengo la Cina una formazione economico sociale a dominante capitalistica ( capitalismo dispotico politico ed ibrido) in un telaio etico confuciano, rimodulando ed aggiornando la chiara definizione sintetica che diede il caro amico Preve.

Cerco quindi di chiarire per sommi capi le mie analisi, introducendo un altro fatto importante.

Su molti giornali di analisi internazionali ci si sta interrogando sulla visita americana a Maduro.

Anche Limes, che sta coprendo egregiamente la rassegna stampa del giorno, ne parla.

Ma tutti ne parlano in modo giornalistico. Onorevole visto i tempi. Importante. Ma appunto giornalistico. Non analitico e neppure facente riferimento a qualcosa di solido dal punto di vista teorico.
Qua il link citato a Limes ed al giornale che ha fatto uscire il caso.

Io vivo ormai da molti anni in Asia, e per lavoro devo leggere giornali di diversi paesi asiatici, ed anche i principali mondiali. Dico subito che uno spettacolo così vergognoso offerto dal nostro paese è unico. Nei 4/5 del mondo non si scrive in questo modo da tifosi volgari e ignoranti.

Sono francamente disgustato e mi vergogno di ciò con i molti miei amici internazionali…noi italiani con l’elmetto. Ed i peggiori sono gli scarti delle metamorfosi del Pci in questi decenni post manipulite ( un vero colpo di stato italiano, bisogna adesso dirlo in tutta sicurezza).

Lo stesso fenomeno rivoltante è avvenuto anche durante la pandemia, dividendo i pochi rimasti intellettuali antagonisti in fazioni rancorose e vendicative, una stolta lotta fra ipocondriaci e paranoici.

La gestione della pandemia ( virus reale) sta allo stesso modo alla gestione mediatica della guerra ( guerra reale).

Le metodiche e le tecniche di gestione e di creazione del nemico sono identiche.

Ma torniamo al problema iniziale del petrolio e di Maduro. Attenzione, non solo di petrolio si tratta, come sempre nella geopolitica. Gli affari ed i soldi procedono sempre a prescindere dalla morale. Mai moralismi inutili su questi aspetti. Vi sono centinaia di pagine scritte che mostrano come le relazioni fra capitali usa e tedeschi continuarono anche durante la seconda guerra mondiale

Bisogna prepararsi ad una analisi teorica che non sia quella del tifoso o quella del sognatore nostalgico del mondo che fu.

A tal proposito voglio punteggiare la griglia secondo me più attuale.

1. La fase multipolare procederà verso un policentrismo conflittuale. Poco importa se per macro aree. I poli effettivi saranno più di due.
2. I poli sono tutte formazioni economico sociali di tipo capitalistico. Con modi di produzione ( ad essa interni e dominanti) specifici e differenti nella meccanica effettuale ed a diversa rotazione e velocità del/nel processo di valorizzazione.
3. Come in tutte le fasi di transizione gli alleati geopolitici possono mutare. Lo scopo è sempre la politica di potenza necessaria allo sviluppo nazionale.
4. La politica di potenza economica dipende non dal PIL, che è una misurazione di  grandezza econometrica inventata, ma dalla posizione storicosociale reale nel mondo conflittuale. Tale affermazione deve farci abbandonare ogni economicismo meccanicistico tipico del marxismo novecentesco.
5. La necessità di un approccio politico realistico non deve fare mai venir meno il rigore dall’analisi teorica.  Il realismo dell’azione è per uno scopo tattico, ma sempre dentro uno scenario di valutazioni strategiche, con un loro ordine di gerarchia che dipende sempre dell’ordine nell’ambito delle contraddizioni principali, secondarie, e le varie loro subordinate. Cercando di rendere il tutto tramite una figura: usiamo la spirale nei suoi molteplici intrecci con altre spirali nello spazio e mai solo le linee nel piano geometrico.

6. La tensione e transizione policentrica apre spazi di azione ai cambiamenti sociali maggiore della gestione monocentrica. La teoria de l’anello debole e la riflessione gramsciana della rivoluzione contro il Capitale hanno entrambe questo retroterra fenomenico. Senza la disarticolazione dei dominanti non si dà mai avanzata dei dominati.

Utilizzando questa semplice griglia, per fare avanzare la bussola policentrica, deve oggi essere sconfitta la componente che, per comodità, chiamiamo progressista di sinistra. Se non si capisce questo passaggio significa sbagliare analisi.
Se si hanno titubanze tattiche su questo passaggio significa convivere con il nemico in casa.

Per sconfiggere la sinistra tradizionale in ogni sua ramificazione dobbiamo iniziare a dividerci da essa. Ovunque. Nella cultura e nella politica. Il grande reset che tentava di venire avanti ( fra poco bisognerà rianalizzare meglio tale aspetto perché ora è troppo presto) è la articolazione plastica della sottomissione reale della sinistra ai capitali transnazionali ( sempre pluralità, il piano del capitale esisteva solo nella mente di qualche bislacco professore del secolo passato) nella sua molteplicità e nelle sue nuove forme (anche qua urge attenzione, essendo un processo contraddittorio e non di assimilazipne semplice).

Nessuna ambiguità potrà mai essere portata su questo punto, pena essere risucchiati nella palude.

La quiete è solo un caso limite nel movimento della contesa. Capirlo ci aiuterà a navigare meglio nella nuova fase che si sta aprendo in queste settimane.”

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