Marò, libertà su cauzione. Ma la giurisdizione da applicare per Nuova Delhi è sempre quella indiana
E’ presto forse per poter parlare di un passo in avanti per la via che condurrebbe i due fucilieri del battaglione San Marco nuovamente a casa, accusati di aver ucciso per errore due pescatori al largo delle coste indiane durante un operazione antipirateria.
Tuttavia un altro tassello, dopo rinvii e pressione istituzionali, è stato messo. Salvatore Latorre e Massimiliano Girone sono liberi su cauzione, così ha stabilito l’Alta Corte del Kerala dopo due posticipazioni dell’udienza che avrebbe dovuto decidere in merito. Il governo italiano ha versato una cauzione pari a quasi 150 mila euro e due cittadini indiani hanno fatto da garanti ai due militari, a cui è stato ritirato il passaporto e che sono sottoposti all’obbligo di firma nel locale commissariato di polizia. Roma ha inoltre garantito che i soldati italiani non lasceranno Kochi.
La decisione in sé positiva è stata accolta con le riserve del caso da parte delle autorità italiane. Ciò che ha permesso la concessione della libertà temporanea ai due marò sarebbe stata la rinuncia da parte dello stato del Kerala all’accusa di violazione della convenzione sul terrorismo internazionale, il cosidetto Sue Act, invocato per l’incriminazione dei due soldati. Tuttavia c’è scontento per il rigetto del ricorso presentato dal governo italiano sul difetto di giurisdizione. La Corte Suprema indiana e Nuova Delhi rimangono convinte che l’atto delittuoso sarebbe stato compiuto in acque territoriali indiane e pertanto la giurisdizione da applicare sarebbe quella del Kerala e non quella italiana.