Marò, ultime pratiche burocratiche prima di riassaporare la libertà in attesa del processo
La concessione della libertà su cauzione per i due militari italiani, accusati di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala, è un primo passo per la soluzione della vicenda, che tuttavia continua a mantenere in tutto e per tutto le sue asperità diplomatiche e politiche.
Per il momento, per via del lungo disbrigo delle pratiche burocratiche di cui il Console Generale in India Cutillo si sta personalmente occupando assieme al suo staff, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rimangono nella Borstal School di Kochi, ex riformatorio poi adibito ad uffici di polizia, dove i due militari sono stati alloggiati dopo il trasferimento dal carcere di Trivandrum. Una libertà su cauzione faticosa e che non costa poco al governo italiano; 300 mila euro in tutti e la garanzia di due cittadini india scelti dalle autorità italiane.
Ma è di buon auspicio questo passo in avanti. Probabilmente i soldati trascorreranno la loro liberta temporanea, aspettando il processo, per le pesanti incriminazioni a loro imputate, nell’hotel dove risiede la delegazione diplomatica italiana a Kochi. Soddisfazione è stata espressa dai familiari dei due soldati per la notizia. Il Ministro italiano degli Esteri Giulio Terzi ha dichiarato di aver parlato al telefono con i due soldati al telefono trovandoli in perfetta tenuta psicologica nonostante la difficile situazione e che si aspetta maggiore collaborazione da parte delle autorità del Kerala; il capo della diplomazia italiana ha inoltre tenuto a sottolineare che questa vicenda riguarda i rapporti tra Italia ed India in tutta la loro interezza facendo intendere che c’è molto in gioco dalla soluzione del caso marò. Il collegio difensivo dei due soldati inoltre sta preparando diversi ricorsi per vizi procedurali da presentare alla magistratura indiana, tesi, secondo indiscrezioni, a rallentare il processo in attesa degli altri giudizi pendenti presso l’Alta Corte del Kerala e la Corte Suprema di Nuova Delhi sul difetto di giurisdizione e sull’incostituzionalità dell’intero processo ai marò