Pakistan, continuano le operazioni dei droni USA in suolo asiatico. 14 le vittime
Le relazioni tra Stati Uniti e Pakistan continuano ad essere tese e non sembra che nessuna delle due parti voglia giungere a compromessi. Le richieste di Islamabad, espresse anche con una recente mozione parlamentare, sono chiare: scuse ufficiali per la morte di 24 soldati pakistani durante un raid aereo americano a novembre, stop all’uso di droni per operazioni anti-talebani in suolo pakistano.
Altrettanto cristalline le condizioni di Washington: riapertura della supply line verso l’Afghanistan, considerata punto fondamentale per il ritiro delle truppe ISAF entro il 2014. Il meeting NATO che si è svolto a Chicago circa due settimane fa ha mostrato in tutta la sua crudezza le tensioni che al momento vigono tra Islamabad e Washington. Obama non ha voluto incontrare Zardari, criticato aspramente in patria dall’opposizione.
La situazione poi non sembra sbloccarsi ma anzi sembra peggiorare. Negli ultimi giorni sono stati almeno tre gli attacchi compiuti da droni ed il bilancio è di 14 vittime.
Un chiaro segno che Washington non intende interrompere le operazioni in suolo pakistano in totale sprezzo delle richieste di Islamabad. Obama non sembra disposta a trattare sul tema droni tanto quanto Zardari non vuole parlare di riapertura della supply line prima di aver ricevuto scuse ufficiali per i fatti del novembre 2011. Non sembra casuale in questo quadro politico l’assoluzione di alcuni terroristi talebani, accusati di aver pianificato l’attentato a Time Square e ritenuti non colpevoli per insufficienza di prove.