Time: perché il conteggio dei "casi Covid" non ha più senso
Articolo sul TIME di due medici americani che spiega come, di fronte alla mancanza di correlazione tra casi e ricoveri/decessi, sia per effetto della vaccinazione che della virulenza ridotta di Omicron (che causa sintomi simili alla comune influenza), non abbia più senso continuare a contare ossessivamente i casi, e tantomeno utilizzarli come parametro per decidere le politiche di salute pubblica. L'unico dato che ha senso tracciare è quello delle ospedalizzazioni, esattamente come facciamo con l'influenza stagionale. Peccato che sia l'opposto di quello che stiano facendo molti governi (tra cui, ovviamente, il nostro), che stanno utilizzando l'aumento dei casi per rinnovare la strategia del terrore. Dall'articolo:
«Gli Stati e le autorità locali non riportano giornalmente i casi di influenza, né definiscono delle restrizioni se si arriva a un certo numero. Uno degli elementi principali del monitoraggio dell’influenza è quello sulle varianti, perché ogni influenza può diventare da endemica a pandemica. Con il Covid-19, stiamo andando nella direzione opposta, dalla pandemia all’endemicità, e dobbiamo ancora arrivare a quello che si fa per monitorare i casi di influenza, che è molto diverso da quello che si sta facendo con i casi di Covid-19, dove ogni aumento dei casi causa il panico.
Anche se la variante Omicron farà aumentare i casi, tutto sembra puntare sul fatto che causa dei sintomi molto più lievi della Delta, e fino ad oggi non ha causato un aumento dei tassi di ospedalizzazione anche se al momento non è ancora la variante dominante né negli Stati Uniti né in Italia (ma lo è ad esempio in Gran Bretagna).
Passare quindi dal numero di casi al numero di ospedalizzazioni e sulla base di queste ultime decidere le misure da adottare è importante non solo per dare ai cittadini fiducia nelle scelte di politica pubblica, ma anche per la salute dei cittadini di oggi e di domani».