Un debutto traballante per Friedrich Merz alla guida della Germania
Friedrich Merz ce l’ha fatta: è il nuovo cancelliere tedesco, ma l’elezione si è trasformata in una corsa a ostacoli. Dopo un primo voto fallito al Bundestag — dove 18 deputati della sua stessa maggioranza CDU-SPD hanno negato il sostegno — Merz ha ottenuto la fiducia solo al secondo scrutinio, con 325 voti. È la prima volta dal 1949 che un candidato alla cancelleria fallisce il primo passaggio parlamentare, segnando un debutto imbarazzante per il nuovo esecutivo.
La tensione è salita già in mattinata, quando i volti tesi in aula hanno segnalato che qualcosa non stava andando come previsto. Merz, che si era mostrato sicuro alla vigilia, ha lasciato in fretta l’aula per riunirsi col suo staff. Il clima si è fatto caotico: persino il vicepresidente del Bundestag, Bodo Ramelow (Die Linke), si è detto “furibondo” per il disordine istituzionale, parlando di “caos evitabile” e rivendicando il senso di responsabilità statale della sua parte politica.
Paradossalmente, proprio la sinistra radicale ha avuto un ruolo decisivo per sbloccare la situazione. La Linke ha infatti collaborato, insieme a Verdi e AfD, per consentire una deroga straordinaria al regolamento parlamentare e permettere il secondo voto nella stessa giornata. L’operazione ha funzionato: “Serve chiarezza subito”, aveva detto il segretario CDU Carsten Linnemann, e la chiarezza è arrivata, seppur tra molte frizioni.
Nonostante lo scivolone iniziale, è improbabile che questo incidente segni davvero il futuro del governo Merz, che promette continuità con l’agenda Scholz su Ucraina e difesa. Ma l’inciampo ha rivelato fragilità politiche che, se non affrontate, potrebbero riemergere in momenti più critici.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati