Afghanistan: attacco suicida a Khost. Morti tre soldati Isaf
L'incapacità di Kabul di garantire la sicurezza del territorio potrebbe costringere l'amministrazione Obama a rivedere la sua strategia
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Lunedì mattina tre soldati dell'Isaf e dieci afgani sono rimasti vittime dell'ennesimo attacco suicida rivendicato dai talebani in Afghanistan, a Khost, una città che si trova a circa 200 chilometri a sud-est di Kabul. Stando al racconto di alcuni testimoni, l’attentatore si sarebbe fatto esplodere poco dopo l’uscita dei soldati dai veicoli che li stavano trasportando. Gli attacchi contro i soldati dei contingenti esteri continuano a essere molto frequenti sia in Afghanistan che in Iraq, manifestando una grave deficienza della strategia americana nei due paesi, di lasciare la gestione della sicurezza del territorio agli eserciti nazionali.
Per quel che riguarda l'Afghanistan, sabato scorso in una sparatoria nella provincia di Vardak, che si trova nella parte centro-orientale del paese, è morto il duemillesimo soldato statunitense da quando è iniziata la guerra quasi 11 anni fa. Non è esclusa la possibilità che il soldato sia stato ucciso da un agente della sicurezza afghana, ma le indagini sono ancora in corso. L’attuale guerra in Afghanistan è iniziata il 7 ottobre del 2001 e ha visto il progressivo coinvolgimento dei paesi che aderiscono alla NATO. L’invasione del territorio afghano controllato dai talebani è stato giustificato con le necessità di smantellare parti della rete terroristica di al Qaida e di catturare e uccidere Osama bin Laden, cosa che è poi avvenuta dopo anni di lavoro di intelligence con un blitz nel 2011. Da allora secondo il Pentagono sono morti 2000 soldati statunitensi, cui vanno probabilmente aggiunte altre tre persone in seguito agli attacchi di oggi. Nella guerra in Iraq (2003 – 2011), per fare un confronto, morirono 4.409 soldati.