Altro che acqua ai bambini. I video che mostrano la verità sul ritiro Usa in Afghanistan

Altro che acqua ai bambini. I video che mostrano la verità sul ritiro Usa in Afghanistan

Nelle ultime e convulse fasi dell’evacuazione occidentale dall’Afghanistan i nostri media hanno inondato l’etere con immagini strappalacrime di soldati statunitensi intenti a coccolare bambini afghani. Chi li cullava, chi gli dava da bere o da mangiare. Bei gesti, per carità. Peccato però che questo martellamento mediatico serviva a coprire la realtà: ossia che quei soldati fanno parte degli eserciti che hanno devastato l’Afghanistan negli ultimi venti anni con il pretesto della guerra al terrorismo. Insomma, il solito cinismo e l’ipocrisia dei media occidentali. 

Dietro la propaganda del mainstream occidentale c’è però la realtà sul campo. Una realtà fatta di violenza brutale esercitata contro i civili afghani. Per questo governi e media occidentali vogliono occultarla. E per averla svelata nella sua crudezza, Assange paga con il carcere e rischia la vita. 

Ci sono alcuni filmati pubblicati online da un marine degli Stati Uniti che forniscono uno sguardo dietro le quinte del ritiro dell'America dall'Afghanistan, mostrando immagini di panico e caos all'aeroporto di Kabul in netto contrasto con le immagini diffuse dal Pentagono a fini evidentemente propagandistici. 

L'incredibile filmato in prima persona, apparentemente girato da una GoPro montata su un casco, è stato pubblicato su Instagram questa settimana dal caporale dei marine Mike Markland, e fornisce uno sguardo crudo e non edulcorato della caotica operazione di evacuazione.

Markland aggiunge poi significativamente che “persone importanti… mi stanno costringendo a cancellarlo”, però il video è stato archiviato e ripubblicato altrove online.

 
 
 
 
 
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Il video, che include scene montate insieme da filmati più lunghi, inizia con le truppe statunitensi che si imbarcano su un mezzo da trasporto C-17 in un aeroporto non specificato. Dopo essere arrivati presumibilmente a Kabul, si vedono Marines armati che prendono posizione intorno all'aeroporto.

Ci sono momenti di caos nella testimonianza sul campo: una folla brulicante di civili che si spinge contro il filo spinato che fiancheggia l'area, mentre i militari statunitensi sparano in aria per cercare di tenere sotto controllo la situazione. Si vede un uomo armato che spara verso il terreno la sua pistola a pochi centimetri dai civili. 

In un’altra scena si vede un uomo picchiare con forza ripetutamente un altro uomo con il calcio del suo AK-47. Non è chiaro quale ruolo abbia giocato l'uomo nell'operazione di sicurezza aeroportuale, o se appartenesse ai talebani, o a quel che resta dell'esercito afghano, che si è in gran parte dissolto dopo una rapida conquista dell'Afghanistan da parte dei talebani. 

Con le operazioni di ritiro è stato ordinato alle truppe statunitensi di distruggere qualsiasi equipaggiamento che potesse cadere nelle mani del nemico. Il video di Markland sembra aver catturato parte di questa operazione, con soldati che vi vedono impegnati nel distruggere attrezzature, inclusi veicoli e computer.

Il marine Markland ha affermato di aver diffuso il video con l’intento di provocare un dibattito e dare una visione più realistica dell'uscita degli Stati Uniti, ma è stato costretto dai suoi superiori a rimuovere il filmato. Tuttavia, ha incoraggiato i follower a salvare il video per far quel che “devono”. 

Il video di Markland offre una prospettiva piuttosto diversa dello sforzo di evacuazione rispetto a quella che emerge dalla propaganda diffusa dal Pentagono. Le immagini del Pentagono presentano in gran parte un'evacuazione "ordinata e responsabile”, tra cui truppe statunitensi amichevoli che assistono i civili e diversi scatti di soldati che cullano bambini afgani passati alle forze statunitensi da genitori disperati, omettendo gli aspetti più brutti del ritiro frettoloso.

Questo è quel che emerge anche dalla propaganda diffusa a piene mani dal mainstream italiano. Vi hanno mentito come sempre, per mascherare la verità, ma ancora una volta sono stati smentiti dalla realtà dei fatti. 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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