Cuba, ex ambasciatore uruguaiano si vergogna del suo Presidente, quello UE messo alla 'gogna'

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Cuba, ex ambasciatore uruguaiano si vergogna del suo Presidente, quello UE messo alla 'gogna'

 

Avevo appena finito di scrivere l'articolo sul duro scontro che c'è stato al 'Vertice Celac', in particolar modo tra il Presidente Luis Lacalle (Uruguay) e il Presidente Miguel Canel-Diaz (Cuba), che sul sito dell'agenzia 'Sputik' (Sputnik Mondo) leggo che l'ex ambasciatore dell'Uruguay a Cuba, Eduardo Lorier, ha scritto un post di condanna su Facebook per le parole usate contro Cuba dal presidente del suo Paese.

Questa iniziativa in solidarietà con l'Isola caraibica, di cui si è fatto portavoce l'ex ambasciatore, mi ha fatto venire in mente la triste storia alla quale è stato sottomesso l'Ambasciatore UE a L'Avana, Alberto Navarro, solo per aver firmato, insieme ad altre 800 persone, una carta indirizzata a Joe Biden dove si chiedeva la fine del 'Blocco' contro Cuba.

Anche il post su Facebook dell'ex ambasciatore uruguaiano, Eduardo Lorier, non è stato fatto a titolo personale, ma a nome della comunità uruguaiana residente nell'Isola caraibica, la quale, tutta, si è vergognata delle parole dette dal loro Presidente Luis Lacalle.

Nel breve testo che riporta l'agenzia 'Sputnik', viene pubblicato anche il post:

«Gli/le uruguaiani/ne residenti a Cuba esprimiamo il nostro rifiuto e la nostra condanna difronte ai modi di evidente ingerenza del Presidente Luis Lacalle, manifestati nella Conferenza della Celac recentemente conclusa.

Le maleducate e false accuse fatte da lui in quel contesto ci fanno vergognare.

Ci indignano per la mancanza di rispetto verso un popolo e il suo governo che ci ha accolto come figli.

Noi affermiamo di godere di Diritti che molti esseri umani nel mondo vorrebbero avere.

 

Sappiamo che non ha parlato a nome del popolo uruguaiano, che è amico e fratello del popolo cubano.

Esprimiamo verso Cuba il nostro continuo rispetto e gratitudine.»

È invece ben diversa la storia (forse già nota perché avvenuta lo scorso febbraio) dell'Ambasciatore dell'Unione Europea a Cuba, lo spagnolo Alberto Navarro, che è rimasto in carica nella capitale cubana fino alla fine del suo mandato, scaduto il 31 agosto 2021, e che la UE ha deciso non rinnovargli.

Navarro era salito alle cronache a fine febbraio perché, insieme ad altre 800 persone, aveva firmato una carta inviata al nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in cui si chiedeva di revocare il 'blocco' all'Isola e di non interferire negli affari interni a Cuba.

Oltre a questa “lesa maestà” si era permesso altre due “gravissime” iniziative. Nella prima aveva rilasciato una intervista dove affermava che “Cuba non è una dittatura” e dato che “non ci sono società perfette […] noi non vogliamo dare lezioni al resto del mondo”.

Questa intervista l'aveva rilasciata al quotidiano online, cosiddetto indipendente, “Cubanet”, il quale è una tra le tante testate cubane online finanziate da Washington per propagandare nel mondo una immagine di Cuba molto diversa dalla realtà.

Si pensi che ogni anno il budget che la Casa Bianca dedica soltanto a questa testata, che è in prima fila a sostenere il blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba, è di ben 225.000 dollari.

L'altro “gravissimo” passo falso dell'Ambasciatore Navarro è stato quello di elogiare la cooperazione medica cubana in Europa per affrontare la pandemia del Covid-19. Una delle sue frasi incriminate è stata quella in cui dice che: “Quando la pandemia passerà, una delle tracce che rimarrà è questo esempio di solidarietà che sta dando Cuba”.

Solo per le cose che ho appena riportato, nei suoi confronti si è scatenata una campagna politico-mediatica di discredito, una vera e propria ‘gogna', tanto che alla fine si è sentito obbligato a dover chiedere scusa e ritrattare le cose dette.

 

Contro di lui si sono mossi tutti i gruppi, dal centro alla destra, del Parlamento Europeo, chiedendone le dimissioni. A quel punto, l'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, si è  sentito in obbligo di convocare l'ambasciatore Navarro a Bruxelles e chiedergli spiegazioni del perché la sua firma era in quella carta indirizzata al presidente degli Stati Uniti, Jose Biden, il quale non aveva affatto gradito il gesto.

Con un minimo di comprensione, e soprattutto per evitarsi un grande imbarazzo, Josep Borrel non ha ritenuto opportuno chiedergliele le dimissioni, soprattutto perché la contraddizione sarebbe stata enorme: L'Unione Europea, in sede ONU, vota all'unanimità la condanna al 'Blocco' contro Cuba imposto dagli Stati Uniti, lo stesso Josep Borrel dichiara pubblicamente che gli Usa dovrebbero toglierlo, e poi, agli occhi del mondo, fa dimettere il suo ambasciatore solo per aver firmato una lettera insieme ad altre 800 persone? Anche lui avrà pensato che a tutto c'è un limite.

In questo video di «Cubainformacion TV», con sottotitoli in italiano, si riassume molto bene questa storia e si capisce ancora una volta come funziona la solita campagna politico-mediatica contro Cuba.

Per chiudere in bellezza, come già detto, non gli è stata rinnovata la nomina da ambasciatore a L'Avana, anche se continuerà ad avere relazioni diplomatiche con le autorità cubane, e al suo posto è stata nominata Isabel Brilhante Pedrosa.

Concludo, spiegando in poche righe, quanta considerazione abbia l'Unione Europea nel mantenere “buone relazioni” diplomatiche nei confronti di Cuba.

Prima di questo incarico a L'Avana, Isabel Brilhante Pedrosa, dal 27 maggio 2017 è stata ambasciatrice UE in Venezuela. Come più fonti riportano “nel giugno 2020, il governo venezuelano ha annunciato la sua espulsione in risposta alle nuove sanzioni da parte dell'Unione Europea contro gli alti dirigenti dell'amministrazione venezuelana. La decisione di espellerla è stata poi revocata dal Governo Maduro.

Visto che la posizione dell'UE, e della stessa ambasciatrice Brilhante Pedrosa, continuavano ad essere molto rigide nei confronti del Venezuela, il 24 febbraio 2021, in risposta ad ulteriori sanzioni, fu nominata persona non grata e gli furono date 72 ore per lasciare il Paese, anche se lei se la prese un po' comoda e se ne andò dopo una settimana.

Come tutti sanno tra Cuba e Venezuela c'è un forte legame politico, e la nomina di Isabel Brilhante Pedrosa come ambasciatrice nell'Isola caraibica è sicuramente la scelta migliore che si potesse fare. Si, forse per gli Stati Uniti.

 

 

 

 

 

 

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