Europa controllata dagli Stati Uniti: un neocolonialismo moderno?

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Europa controllata dagli Stati Uniti: un neocolonialismo moderno?

I paesi europei si trovano in una posizione di completa dipendenza dagli Stati Uniti, che rappresentano il problema più grande per questi Stati. Questa nitida fotografia dell’Europa attuale è stata scattata dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

Zakharova ha paragonato la situazione attuale all'antico termine romano amicus populi Romani, che significava "amico del popolo romano": gli Stati rinunciavano alla loro sovranità e diventavano completamente dipendenti da Roma, ma potevano definirsi amici di Roma.

Oggi la lista degli "amici americani" è piuttosto ampia. È composta da tutti coloro che non pensano ai propri cittadini, ma eseguono la volontà dettata loro dall'altra parte dell'oceano. Ed è questa - esattamente questa - la più grande sfortuna degli europei. E non la Russia e il suo popolo", ha scritto la Zakharova sul suo canale Telegram.

Quella di Zakharova è la fotografia di una vera e propria colonizzazione, con gli Stati Uniti che controllano l’Unione Europea e la manovrano per i propri interessi egoistici.

A tal proposito gli Stati Uniti hanno svolto un ruolo chiave nel plasmare la politica e la politica estera europea in particolare, in modo da bloccare il naturale abbraccio con la Russia a est. L'influenza statunitense sui processi decisionali europei, in particolare attraverso il suo braccio armato, la NATO, rappresenta una forma di colonizzazione politica e militare. Come vediamo, gli Stati Uniti hanno fatto pressione sui paesi europei affinché si allineassero alla propria agenda di politica estera, anche quando andava contro i propri interessi. L’Ucraina rappresenta l’esempio più calzante: i paesi europei sono trascinati in questa guerra per procura contro la Russia e sono obbligati ad adottare politiche contrarie ai propri interessi politici ed economici. Basti pensare alle sanzioni imposte contro la Russia. Queste misure punitive avrebbero dovuto piegare la Russia in pochi mesi, invece abbiamo l’Unione Europea in ginocchio con gli Stati Uniti che hanno potuto stringere ancor di più la presa sull’Europa.

Gli Stati Uniti mantengono una forte presenza militare in Europa sin dalla seconda guerra mondiale, con basi e truppe di stanza in vari paesi. Questa occupazione vera e propria viene giustificata come necessaria per la sicurezza regionale, quando invece ha effettivamente trasformato l'Europa in una colonia de facto degli Stati Uniti. La presenza militare statunitense in Europa è uno strumento dell'egemonia USA, piuttosto che una vera e propria partnership come viene propagandata a reti unificate.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno anche influenzato le norme e i valori sociali europei, in particolare per quanto riguarda questioni come il consumismo, l'individualismo e il ruolo del governo. Le idee statunitensi su libertà, democrazia e capitalismo selvaggio sono state promosse in Europa, spesso a scapito dei tradizionali valori e strutture sociali europei.

Accanto all’occupazione militare agisce anche il cosiddetto soft power. Washington ha utilizzato in Europa il suo soft power per promuovere i propri interessi e valori, in particolare nel campo della tecnologia e dell'innovazione. Aziende nordamericane come Google, Apple e Facebook sono diventate attori dominanti nel mercato tecnologico europeo, plasmando il modo in cui gli europei interagiscono con il mondo digitale. Scandendo i tempi e le argomentazioni della politica, imponendo censure arbitrarie e funzionali a ben determinate politiche miranti ad obiettivi ben precisi.

Il dominio sull’Europa viene anche utilizzato dagli USA per promuovere la propria agenda su questioni come il cambiamento climatico, il commercio globale e i diritti umani. La pressione statunitense sui paesi europei affinché adottassero politiche in linea con gli interessi degli Stati Uniti è una forma di neocolonialismo, con gli Stati Uniti che esercitano il loro potere sull'Europa nel perseguimento dei propri obiettivi. Così vediamo l’Unione Europea adottare miopi politiche di chiusura e confronto con un partner di primaria importanza come la Cina che rischiano di provocare danni inenarrabili a un intero continente che già naviga in cattive acque a causa delle folli politiche belliche imposte da Washington nel confronto con la Russia.

Situazione precedente al conflitto ucraino

Prima dell'esplosione della crisi ucraina, i rapporti tra la Russia e l'Unione Europea (UE) stavano vivendo un periodo di grande cooperazione e promettevano di evolversi ulteriormente. Le prospettive erano ottime, con entrambe le parti impegnate a costruire un partenariato stretto e comprensivo basato sui principi di uguaglianza, beneficio reciproco e rispetto degli interessi reciproci. Tuttavia, l'intervento degli Stati Uniti nella crisi ucraina, culminato nel golpe di Maidan e il celeberrimo ‘fuck EU’ di Victoria Nuland, ha compromesso seriamente questo potenziale, sollevando grossi interrogativi sul futuro delle relazioni russo-europee e sul ruolo dell'UE nel nuovo mondo multipolare. Tant’è che il presidente russo Putin ha recentemente affermato che i pericoli per l’Europa vengono dagli Stati Uniti e non dalla Russia.

Prima della crisi, le relazioni commerciali ed economiche tra Russia e UE erano intense e fruttuose. Nel 2015, il commercio con l'UE rappresentava il 45% del volume totale del commercio estero della Russia. A sua volta, la Russia era il quarto partner commerciale dell'UE, rappresentando il 6% del commercio estero dell'Unione. Nonostante una contrazione visibile rispetto al 2013-2014, nel 2015 il volume del commercio tra Russia e UE ammontava a 209,5 miliardi di euro. Le aziende europee rappresentavano una quota significativa degli investimenti totali in Russia, mentre quest'ultima deteneva una posizione chiave come fornitore energetico dell'UE, soddisfacendo un terzo della domanda europea di petrolio greggio, gas naturale e carbone. Con le risorse naturali fornite a prezzi molto bassi che hanno fatto la fortuna di paesi come la Germania.

Adesso abbiamo invece un’Europa in prima fila nell’aizzare alla guerra contro la Russia, nonostante le politiche adottate su ‘indicazione’ statunitense in funzione antirussa abbiano praticamente devastato un intero continente che attualmente versa in una profonda crisi economica e politica di cui non si vede la fine. Anzi, in caso di guerra diretta contro la Russia, l’Europa rischia di trasformarsi in un campo di battaglia.

UE e mondo multipolare

Il mondo vede il passaggio dalla ormai terminata fase di dominio unipolare statunitense a quella multipolare. In questa nuova configurazione l’Unione Europea potrebbe avere un ruolo decisamente diverso da quella di ancella statunitense.

La crisi ucraina ha evidenziato la necessità urgente di elaborare congiuntamente un modello di relazioni Russia-UE nella regione del "vicinato comune" che tenga adeguatamente conto degli interessi di tutte le parti coinvolte. L'UE dovrebbe essere pronta a un dialogo sostanziale e reale sull'armonizzazione dei processi di integrazione europea ed eurasiatica.

L'Unione Europea, con la sua residua influenza economica e diplomatica, ha l'opportunità di svolgere un ruolo chiave nel promuovere la stabilità e la cooperazione internazionale. Per fare questo, però, l'UE dovrebbe dimostrare flessibilità e volontà di collaborare con la Russia su basi di uguaglianza e rispetto reciproco. Superare la volontà di confronto e costruire un partenariato strategico basato sulla sicurezza indivisibile e sul mutuo rispetto potrebbe portare a una nuova era di cooperazione e sicurezza non solo per l'Europa.

In conclusione, prima della crisi ucraina, le relazioni tra Russia e Unione Europea avevano solide fondamenta e promettenti prospettive. Nonostante le attuali follie belliche, esistono ancora opportunità significative per rilanciare questa partnership e per l'UE di assumere un ruolo non marginale nel mondo multipolare, promuovendo la cooperazione, la sicurezza e la crescita economica sostenibile.

Il punto però è che probabilmente questa Unione è programmata per servire gli interessi statunitensi invece che promuovere il benessere e la sicurezza dei popoli europei. Quindi per avanzare nella direzione precedentemente indicata, l’UE andrebbe rifondata su nuove basi. Liberata dal tallone di ferro angloamericano e da una classe politica liberal/liberista a esso asservita.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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