Lavrov: “La Germania sta prendendo la stessa china che l’ha già condotta al collasso nel secolo scorso”
La Germania si spinge sempre più oltre nel suo coinvolgimento diretto nel conflitto ucraino, mentre crescono le accuse di Mosca e l’inquietudine tra gli stessi alleati europei. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha denunciato come "evidente" la partecipazione tedesca alla guerra, riferendosi al sostegno annunciato dal cancelliere Friedrich Merz per la produzione di missili a lungo raggio in Ucraina.
Armi che, come ha sottolineato Mosca, potrebbero colpire anche in profondità il territorio russo. Merz, con toni da falco, ha dichiarato che non ci saranno più limiti all’uso delle armi occidentali da parte del regime di Kiev. Eppure, all’interno della stessa coalizione di governo tedesca, le sue affermazioni hanno creato sconcerto e confusione: il vicecancelliere Klingbeil ha smentito cambi di rotta ufficiali, mentre esponenti del partito socialdemocratico hanno definito le uscite di Merz "dannose" e pericolose.
Il Cremlino ha parlato di “gara alla provocazione” tra Berlino e Parigi, che ostacola ogni sforzo per una soluzione diplomatica. E non a torto: mentre si celebrava uno storico scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, segnale di possibili aperture negoziali, l’élite tedesca rilancia sulla via della militarizzazione. Lavrov ha evocato un monito pesante: la Germania starebbe ripercorrendo “la stessa china che l’ha già condotta al collasso nel secolo scorso”.
Un’accusa che suona più come un avvertimento storico, rivolto non solo a Berlino, ma a tutta l’Europa che oggi, ancora una volta, rischia di farsi trascinare in guerre altrui per conto di interessi strategici non dichiarati.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati