Giappone: tra le proteste popolari il premier Noda riattiva la produzione nucleare
Riattivato il reattore n.3 della centrale di Oi per fronteggiare un probabile black out estivo. Polemiche sulle condizioni di sicurezza e rischi
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Si riattiva il nucleare del Giappone e le proteste della popolazione civile sono sempre maggiori. Dopo che ieri la Kansai Electric Power (Kepco) su decisione del premier Yoshihiko Noda aveva riattivato il reattore n.3 della centrale di Oi, per evitare il rischio di un blackout estivo, in centinaia si sono radunati lunedì davanti la centrale nucleare per manifestare il proprio dissenso. Nella giornata di sabato, decine di migliaia di persone erano scese in piazza a Tokyo nella più grande manifestazione nella capitale giapponese dagli anni Sessanta. Il quotidiano giapponese Asahi Shimbun riporta come in pochi giorni siano state raccolte circa 7,5 milioni di firme per una petizione che vorrebbe l'addio al nucleare nel paese del Sol Levante attraverso un referendum nazionale. Ad alimentare il vento della protesta, la notizia che il reattore numero 4 di Oi ha già evidenziato problemi al sistema di raffreddamento: l'ultimo blocco lo scorso sabato, quando è rimasto fuori uso per circa un giorno e mezzo mettendo a rischio la stabilità di oltre 1.500 barre di uranio.
Il 16 giugno scorso, l'esecutivo guidato da Yoshihiko Noda ha disposto il riavvio di due unità della centrale di Oi - i reattori 3 e 4 - giudicate sicure dall'Agenzia di sicurezza nucleare, da un comitato ad hoc e dai rappresentanti della comunità locale. Si dovrà comunque attendere fino alla fine del mese perché la produzione entri pienamente a regime. E' la prima operazione del genere da quando, a seguito del devastante sisma e tsunami dell'11 marzo 2011, è scoppiata la crisi all'impianto di Fukushima dove c'è stato un nuovo piccolo incidente, a conferma della situazione ancora precaria.