I media italiani si aggrappano al "negazionista pentito"

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Grande enfasi su tutti i media per le dichiarazioni del “negazionista pentito” Daniele Egidi, da lui rilasciate per telefono al Resto del Carlino:

"Sono attaccato all’ossigeno ma respiro ancora male. La polmonite c’è. Volevo anche dire che sul Covid-19 non avevo capito niente o non volevo capire niente. Rifiutavo inconsciamente l’idea che la pandemia fosse grave, minimizzavo culturalmente l’ emergenza sanitaria. Appena arrivato in ospedale, prima ancora di andare in camera, ho visto passare davanti a me 7 codici rossi per covid, cioè sette persone gravissime che avevano la precedenza. Lì, in quel momento, mi sono detto che ero stato fuori dal mondo, cieco di fronte alla realtà. Forse è anche brutto dirlo e nemmeno giusto ma per rendersi conto davvero su ciò che stiamo vivendo, bisogna passarci. Ho visto che non c’era nulla di inventato in quelle immagini televisive degli ospedali stracolmi, delle terapie intensive al collasso, degli ospedali da campo, della gente che muore. Sto cercando di capire perché rifiutavo di accettare l’allarme per il Covid-19. Forse non condividevo la gestione dell’emergenza, pensando che ci fosse un altro modo, e questo mi portava a non dare reale importanza alla pandemia. E poi sminuivo il lavoro sanitario, quei medici e infermieri che come palombari curavano i malati. Li credevo più o meno attori magari inconsapevoli di una generale messinscena. Invece è tutto vero. Vederli impegnati allo spasimo per noi, a loro rischio, visto che anche oggi 4 infermieri sono risultati positivi, è una sensazione straordinaria. Mi si è spalancato un mondo che nemmeno immaginavo, qui tutto segue una logica e un suo percorso. Se posso dare un giudizio a quello che sto vivendo qui dentro, dico non sempre va messo in discussione quello che ci capita, bisogna fidarci e affidarsi agli altri. Io non mettevo la mascherina fuori dal lavoro, la ritenevo inutile, una recita anche se non avevo comportamenti contrari alla legge. All’esterno semplicemente non la mettevo per scelta. Ma solo ora, qui, ho capito che sbagliavo".(…)  Ieri, al San Salvatore, non c’era nemmeno più l’acqua per i ricoverati. Ho dovuto chiamare un negozio di mia fiducia per farmi portare 10 bottiglie al pronto soccorso. C’è anche quest’emergenza, che spero venga superata. Niente è facile qui dentro: né bere né respirare"

Una dichiarazione davvero lunga per uno che respira male. Ma poi è credibile che in un ospedale non ci sia acqua per i ricoverati tanto da fargli telefonare ad un negozio di fiducia per farsi mandare dieci bottiglie al Pronto soccorso? Al Pronto soccorso? Ma non era ricoverato in un reparto Covid (“Appena arrivato in ospedale, prima ancora di andare in camera, ho visto passare davanti a me 7 codici rossi per covid, cioè sette persone gravissime che avevano la precedenza”)? E poi, quando e dove Daniele Egidi avrebbe espresso le sue tesi “negazioniste”? Può essere che qualcosa mi sia sfuggita, ma dopo un’ora passata sui social l’unico suo post a riguardo che ho trovato (su Twitter) risale al 26 maggio e non mi sembra affatto di tono “negazionista”. Del resto, stessa sfortuna deve essere toccata ai tanti giornalisti che non documentano affatto la “criminale” attività di Daniele Egidi limitandosi a ripetere a pappardella quanto già pubblicato sul Resto del Carlino.

Un’altra bufala come per il mitomane “negazionista” americano Tony Green la cui cena in famiglia avrebbe provocato una decina di contagiati e la “morte della suocera”?  Può essere. Intanto aspettiamo qualche ragguaglio dai tanti giornalisti che ci hanno illuminato sulla redenzione di Daniele Egidi, “negazionista pentito”.

Francesco Santoianni

Francesco Santoianni

Cacciatore di bufale di e per la guerra. Autore di "Fake News. Guida per smascherarle"

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