In Colombia, dove il presidente Duque vuole destabilizzare il Venezuela con il golpista Guaidò e gli USA, continuano le proteste popolari
Mentre giornali e TV mostrano il ricevimento in pompa magna ricevuto in Colombia dal golpista venezuelano Juan Guaidò, il popolo continua a sfidare la violenza del regime di Duque nelle piazze contro il neoliberismo imperante.
Migliaia di persone hanno marciato martedì per le strade di diverse città della Colombia riprendendo le proteste iniziate con lo sciopero generale del 21 novembre 2019 (21 N) contro il governo di Iván Duque.
Nella capitale Bogotà la protesta più grande, ma altre manifestazioni ci sono state a Medellín, Cartagena, Bucaramanga, Cali, tra le altre città del paese.
Il sindaco di Bogotà, Claudia López, ha affermato che il 90% delle proteste nella capitale sono pacifiche. Anche se in alcuni momenti sono stati segnalati scontri.
"Dobbiamo respingere gli incappucciati che non rappresentano i manifestanti (...) oggi Bogotá non ha visto Esmad (Riot Mobile Squad) violare i diritti, ha visto persone incappucciate che commettevano atti di vandalismo", ha detto.
Anche le madri degli agenti di polizia si sono unite alle marce di questo 21 gennaio a Bogotà, e hanno marciato insieme ai manifestanti per inviare un messaggio di pace e riconciliazione tra i cittadini, secondo quanto riferito dall'agenzia cinese Xinhua.
A Bogotà, gli scontri tra manifestanti e la forza pubblica hanno lasciato feriti otto persone tra polizia e civili e quasi un centinaio sono stati arrestati.
Tra le richieste dei manifestanti vi sono la sicurezza dei leader sociali del paese. Solo nei primi 20 giorni di quest'anno ben in 21 hanno perso la vita, secondo l'Istituto di studi per lo sviluppo e la pace (Indepaz).
I manifestanti chiedono inoltre al governo di modificare le sue politiche economiche, educative, lavorative e ambientali, nonché l'adempimento degli impegni assunti nell'accordo di pace del 2016 tra la guerriglia delle FARC e il governo di Juan Manuel Santos, predecessore di Iván Duque.