Kiev si ritira dalla "testa di ponte" di Krinky: bilancio catastrofico di un'operazione di propaganda

8638
Kiev si ritira dalla "testa di ponte" di Krinky: bilancio catastrofico di un'operazione di propaganda

 

di Clara Statello per l'AntiDiplomatico

 

L'hanno chiamata "testa di ponte". In realtà a Krinky i soldati ucraini sono riusciti a prender piende ma mai a fortificare. Non sono mai arrivati carri armati o equipaggiamento per condurre un'avanzata verso la Crimea. A volte non arrivavano neanche gli uomini, venivano ammazzati prima dai droni russi, mentre effettuvano la rischiosissima traversata in barca del fiume Dnipro. Adesso il canale militare ucraino Deep State ha ufficialmente annunciato il ritiro delle forze di Kiev (avvenuto non ora, ma il 17 giugno). Il mantenimento per nove mesi di una posizione del tutto inutile nelle dinamiche dei combattimenti è costata la vita oltre mille soldati ucraini. Morti per una becera operazione di propaganda militare.

Dopo il fallimento della disastrosa controffensiva estiva, l'occupazione di Krinky, era servita a rianimare l'umore delle truppe ucraine e dei giornalisti pro-Kiev, che potevano dare sfogo alla loro tifoseria con titoloni trionfali.Inoltre era necessario dare un messaggio ai partner statunitensi, con l'opposizione dei repubblicani ad ulteriore assistenza militare: l'Ucraina era ancora in grado di vincere la guerra.

Il successo ucraino sulla riva sinistra del Dnipro, però, non destava troppa preoccupazione tra i vertici militari russi. La linea di Surovikin era stata violata, ma sostanzialmente l'esercito ucraino non riusciva né a rafforzarla né ad avanzare di un metro.

Già in autunno, con il razionamento di munizioni e gli uomini che iniziavano a scarseggiare tra le fila ucraine, la difesa della posizione era diventata un'impresa disperata. In pochi mesi l'insediamento è stato letteralmente raso al suolo e ai soldati non restava che trovare rifugio nei crateri lasciati dalle esplosioni.

A dicembre la situazione era talmente grave, da non poter più passare inosservata alla stampa internazionale. Il New York Times pubblicò un reportage dal titolo: "Ukrainian Marines on ‘Suicide Mission’ in Crossing the Dnipro River". Raccoglieva le strazianti testimonianze dei militari, uno di questi affermava: "I miei compagni morivano davanti ai miei occhi".

I racconti delineavano una situazione disastrosa, un "inferno", come è stato definito.

"Di notte siedevamo nell'acqua e siamo stati bombardati da tutto", ha testimoniato il soldato, che per l'intervista aveva utilizzato solo il nome di battesimo, Maksym.

Già poche settimane dopo che le truppe ucraine avevano preso piede, la riva del fiume su cui sorgeva il villaggio era stata trasformata in "una massa di fango e alberi scheggiati", scriveva il NYT, specificando di aver visionato le riprese aeree della zona trasmesse in diretta da un drone. Si aggiunge un dato agghiacciante: le truppe di ricambio che riuscivano a raggiungere la sponda a volte camminavano letteralmente sui corpi non raccolti dei loro commilitoni caduti.

Nonostante ciò, il 9 dicembre la rivista tedesca Die Welt scriveva con infondato entusiasmo:

"Dalla testa di ponte ucraina sul Dnipro mancano solo circa 60 chilometri fino alla Crimea. Con lo spiegamento degli aerei da combattimento F-16 che la Norvegia consegnerà nei prossimi mesi, l’Ucraina potrebbe passare dalla difesa all’attacco".

La realtà era ben lontana da ciò. Krinky è stata più volte contesa tra le forze ucraine e russe, proprio perché non era facile né conveniente mantenerla. Non sappiamo se le truppe di Kiev torneranno o se il ritiro è definitivo. Sappiamo però che il tributo di sangue pagato dai giovani ucraini è altissimo.

Da ottobre 2023 a fine giugno 2024 Krinky ha risucchiato almeno 788 uomini che risultano dispersi. Sensibilmente inferiore il numero ufficiale dei caduti riportati a casa, appena 262. In tutto 1050 soldati, per una media di 4 caduti al giorno. Non soprenderebbe però se il bilancio fosse più grave. La fonte è il portale ucraino Slidstvo che ha citato i dati della polizia. La notizia è stata riportata sia da Ukrainska Pravda sia dallo stesso Deep State, nell'annuncio della conclusione dell'operazione.

"L'operazione a Krynky è finita. Alcuni degli ultimi (o forse gli ultimi) soldati dell'88° Battaglione della 35° Brigata Meccanizzata Separata, che si trovavano nel villaggio con i loro alleati, sono stati tra gli ultimi a morire. La notte del 17 giugno, i Katsap ( i russi, ndr) hanno aperto l'ultima barca con un TMka, tre di loro sono stati molto probabilmente uccisi immediatamente, 2 sono stati uccisi in uno scontro a fuoco. I rimanenti 6 sono riusciti a ritirarsi sull'isola, dove è esplosa un'altra battaglia; solo 1 è sopravvissuto, ma si è perso il contatto visivo con lui", scrive DS, che è direttamente collegato con la direzione d'intelligence militare ucraina (GUR).

Premesso che non è chiara la ragione né del ritiro, né perché questo è stato nascosto per un mese dalle autorità ucraine, vene specificato che:

1) non si ha notizia di tentativi da parte delle Forze di Difesa di entrare nel villaggio dopo il 17 giugno. Ciò significa che probabilmente la posizione è definitivamente abbandonata. 2) Kiev punta alle isole del Dnipro vicino Krinky.

3) Un video inviato il 17 giugno che mostrava dei soldati ucraini a Krinky, in realtà era stato girato sulla riva destra del fiume, cioè in territorio sotto il controllo di Kiev.

4) non è chiara lo scopo dell'operazione, ma viene indicata una precisa responsabilità: quella del generale Jurij Sodol', destituito a fine giugno per contrasti politici.

Anche nel rapporto ucraino emerge una situazione catastrofica. In particolare, si legge che  era talmente difficile raggiungere la cosiddetta "testa di ponte", che spesso i feriti restavano per giorni accalcati, con gli arti amputati, perché i medici non potevano raggiungerli. Un soldato sopravvissuto all'inferno di Krinky, racconta del "leggendario dottore" che morì per salvare diversi feriti. 

"Si chiamava Igor Sheremet, nome di battaglia Bogomol, era un medico del 2 ° battaglione della 37a brigata marina. Non è stato possibile recuperare il suo corpo dalla riva sinistra".

I nomi e i volti dei quasi 800 dispersi riempiono le pagine dei social networ. Li cercano le madri e le mogli. Difficilmente troveranno una degna sepoltura.

Deep State ammette l'assurdità dell'operazione su Krinky.

"La testa di ponte non è stata rafforzata, ma solo sostenuta. Ciò significa che prima o poi l'operazione sarebbe stata conclusa". In realtà, continua, non era una testa di ponte ma una "zona gigia" ovvero terra di nessuno, "perché l'operazione poteva essere annullata in qualsiasi momento". "Non c’è alcuna opportunità militare in queste azioni", evidenzia.

Queste parole, probabilmente, sono la conseguenza di conflitti interni all'apparato politico-militare ucraino. Resta il fatto che una strage invisibile è stata mostrata per mesi e mesi dalla stampa come un grande successo, mentre le famiglie piangevano figli, padri e mariti scomparsi o morti. Morti per cosa?

Clara Statello

Clara Statello

Clara Statello, laureata in Economia Politica, ha lavorato come corrispondente e autrice per Sputnik Italia, occupandosi principalmente di Sicilia, Mezzogiorno, Mediterraneo, lavoro, mafia, antimafia e militarizzazione del territorio. Appassionata di politica internazionale, collabora con L'Antidiplomatico, Pressenza e Marx21, con l'obiettivo di mostrare quella pluralità di voci, visioni e fatti che non trovano spazio nella stampa mainstream e nella "libera informazione".

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Lo (strano) tandem Biden-Trump di Giuseppe Masala Lo (strano) tandem Biden-Trump

Lo (strano) tandem Biden-Trump

Volkswagen, BMW e Cina: il 2025 inizia con importanti accordi   Una finestra aperta Volkswagen, BMW e Cina: il 2025 inizia con importanti accordi

Volkswagen, BMW e Cina: il 2025 inizia con importanti accordi

Cecilia Sala, Abedini e le formiche internazionali di Paolo Desogus Cecilia Sala, Abedini e le formiche internazionali

Cecilia Sala, Abedini e le formiche internazionali

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime di Geraldina Colotti Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

L'agenzia di stampa finanziata dall'UE e le "previsioni" di Baba Vanga di Francesco Santoianni L'agenzia di stampa finanziata dall'UE e le "previsioni" di Baba Vanga

L'agenzia di stampa finanziata dall'UE e le "previsioni" di Baba Vanga

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Russia, Africa e nuovo mondo multipolare di Marinella Mondaini Russia, Africa e nuovo mondo multipolare

Russia, Africa e nuovo mondo multipolare

Forze del disordine morale di Giuseppe Giannini Forze del disordine morale

Forze del disordine morale

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

Assistenza e previdenza: cosa raccontano i dati di Gilberto Trombetta Assistenza e previdenza: cosa raccontano i dati

Assistenza e previdenza: cosa raccontano i dati

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Perché ha vinto Trump di Michele Blanco Perché ha vinto Trump

Perché ha vinto Trump

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti