La Turchia attiva i sistemi S-400 per rilevare i caccia F-16 della Grecia. Arrivano sanzioni USA?
La questione relativa all’acquisto da parte della Turchia dei sistemi antimissile S-400 prodotti dalla Russia continua a tenere banco. Ankara per aver scelto di percorrere questa strada è stata dapprima esclusa dal programma F-35 e poi ripetutamente minacciata di sanzioni dagli Stati Uniti.
Recentemente da Washington avevano fatto sapere che le sanzioni sarebbero state rese operative nei confronti della Turchia se avesse messo in funzione i sistemi antimissile che gli USA ritengono incompatibili con i sistemi della NATO. In particolare, secondo quanto fanno sapere da oltreoceano, costituirebbero un pericolo per i caccia stealth F-35.
La Turchia però sembra aver deciso di andare avanti per la propria strada e ignorare le minacce statunitensi. Secondo quanto afferma il quotidiano greco Kathimerini i sistemi di fabbricazione russa che hanno portato la discordia tra Washington e Ankara sarebbero stati attivati per rilevare i caccia F-16 greci di fabbricazione statunitense al loro ritorno dall'esercitazione Eunomia il 27 agosto al largo di Cipro.
Il quotidiano ellenico afferma che l’attivazione degli S-400 avrebbe provocato irritazione in quel di Washington. Pompeo a tal proposito avrebbe visitato Salonicco e la di Souda a Creta con l’intenzione di rafforzare la presenza degli Stati Uniti in Grecia.
Creta - scrive Kathimerini - nei progetti statunitensi dovrebbe diventare un hub per concentrare il potere militare alle porte della Turchia con infrastrutture in grado di ospitare non solo forze greche e nordamericane, ma anche unità dei paesi arabi, come è avvenuto nelle ultime settimane con i caccia degli Emirati Arabi Uniti.