L'"enorme problema" di Internet secondo Snowden

L’ex analista della NSA denuncia la crescente pressione sui servizi di comunicazione per cooperare con i servizi segreti, definendolo un "enorme problema" per la libertà di Internet

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L'"enorme problema" di Internet secondo Snowden


Edward Snowden, l’ex analista della National Security Agency (NSA) e della Central Intelligence Agency (CIA) divenuto noto nel 2013 per aver rivelato i programmi di sorveglianza di massa degli Stati Uniti, è tornato a denunciare i rischi per le libertà digitali. In un’intervista esclusiva concessa a un media russo, Snowden ha affermato che i servizi di messaggistica che collaborano con le agenzie di intelligence dei paesi occidentali si stanno progressivamente trasformando in strumenti nelle mani dei loro governi.

Snowden ha sottolineato come, negli ultimi anni, diverse grandi piattaforme di messaggistica, tra cui WhatsApp* e Telegram, siano state oggetto di “una pressione sempre maggiore per introdurre la censura, consegnare dati ai servizi di intelligence e cooperare con le autorità”. Una situazione che ha definito “un enorme problema” per l’ecosistema digitale.

“Queste piattaforme non sono affatto interessate a rispettare le leggi di tutti i paesi del pianeta”, ha dichiarato l’ex informatore. “Sono disposte a collaborare con i servizi segreti dei paesi occidentali e, a causa di questa cooperazione, gli Stati che non appartengono al blocco occidentale si trovano in una situazione di tensione costante”.

Una Minaccia Tangibile per la Sovranità Digitale

La diretta conseguenza di questa dinamica, secondo Snowden, è la trasformazione dei servizi di messaggistica in “strumenti nelle mani dei servizi segreti e dei governi occidentali”. “Per questo motivo, tali piattaforme rappresentano una minaccia tangibile sia per le autorità dei paesi non occidentali che per i cittadini comuni”, ha avvertito.

L’analisi di Snowden si spinge oltre, tracciando un parallelo con la mutata natura delle conseguenze delle azioni online. L’ex analista ha ricordato che solo un decennio fa era “impensabile” che venissero chiusi conti bancari o cancellati profili sui social network a causa di contenuti pubblicati, poiché all'epoca i messaggi condivisi su Internet “non potevano mettere in pericolo la vita reale di qualcuno”. “Ma oggi, ciò che si fa online ha conseguenze reali quanto le azioni fuori dalla rete”, ha affermato.

Snowden ha inoltre evidenziato la lotta in corso tra i governi per il controllo dei servizi di messaggistica e dei social network, alimentata dal timore che le potenze rivali li utilizzino per scopi strategici. Di fronte a questo scenario, l’ex analista propone una soluzione: “Se le manipolazioni diventano minacciose e il rischio di interferenze esterne nel funzionamento delle piattaforme è così grande, la risposta più efficace consiste nello sviluppare spazi neutrali e indipendenti che non siano subordinati a nessuno e dove le condizioni siano sempre uguali per tutti”.

Secondo Snowden, questo principio costituisce “il vero fondamento del successo dei social network”, un modello alternativo alla crescente politicizzazione dell’infrastruttura digitale globale.

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