MOSUL ED ALEPPO: BATTAGLIE DECISIVE ED INGANNI PLANETARI

MOSUL ED ALEPPO: BATTAGLIE DECISIVE ED INGANNI PLANETARI

Da Mosul aperta una via di fuga per far arrivare migliaia di terroristi dell'Isis in Siria...

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di Vincenzo Brandi*
 

In Siria ed in Iraq, a Mosul ed Aleppo, sono in corso due battaglie forse decisive per le sorti dell’intero pianeta in questa fase storica, ma intorno alle quali i gruppi dirigenti imperiali statunitensi, i loro vassalli della UE e della NATO, i criminali locali quali il fratello musulmano Erdogan ed i regnanti sauditi, con tutto il codazzo delle finte ONG umanitarie e dei giornalisti venduti, elevano cortine fumogene e false piste.

Aleppo era la più popolosa, industriosa e ricca città della Siria: circa 4 milioni di abitanti impegnati in attività produttive. All’inizio della crisi siriana, in gran parte manovrata dall’esterno, nel 2011, nessuna manifestazione antigovernativa era segnalata ad Aleppo, i cui abitanti erano, anzi, accusati dai cosiddetti “ribelli” di scarsa sensibilità per le ragioni della presunta “rivoluzione”.

Nell’estate del 2012 migliaia di jihadisti, in buona parte non siriani ma Ceceni, Uiguri, Tunisini o Libici che già avevano contribuito alla caduta ed il massacro di Gheddafi, fecero irruzione in città.

Furono occupati alcuni quartieri della zona industriale periferica, a Nord, ed alcuni quartieri ad Est del centro, compresa la maggiore moschea, dove i residenti che non erano riusciti a fuggire venivano tenuti in ostaggio. I due famigerati giornalisti sostenitori dei “ribelli”, Ricucci e Raineri, entrati in città illegalmente dalla Turchia mostravano, nei loro documentari, uomini armati mascherati vestiti di nero che sventolavano le loro bandiere nere di Al Queda (l’ISIS era ancora in formazione).

Per 4 anni, dai quartieri da loro occupati, i jihadisti hanno tenuto sotto un fuoco indiscriminato i quartieri ad Ovest difesi dall’esercito nazionale siriano, con i mortai ed i cannoni artigianali chiamati “cannoni dell’inferno”, armi imprecise caricate con bombole metalliche piene di chiodi e spezzoni di ferro. L’università, che nonostante tutto continuava a funzionare,  è stata ripetutamente colpita con la morte di molti studenti. L’acquedotto è stato tagliato, per cui nei quartieri ad Ovest si beve l’acqua dei pozzi. Anche le linee che recano l’energia elettrica sono state tagliate.

Nonostante questo nei quartieri Ovest sono rimaste circa un milione e mezzo di persone, mentre nei quartieri occupati dai jihadisti restano in ostaggio, si dice, circa 250.000 civili (cifra probabilmente esagerata e gonfiata a scopo propagandistico).

Oggi la controffensiva dell’esercito siriano, sostenuto dall’aviazione russa e dalle milizie dell’alleato Hezbollah libanese, ha portato al completo accerchiamento dei jihadisti cui viene ripetutamente offerto un salvacondotto per abbandonare la città lasciando finalmente in pace i civili sia della zona Est che Ovest. Immediatamente i giornali e le TV al servizio di USA, UE e NATO, e le false ONG umanitarie, come Amnesty International, Medici senza Frontiere, o i famigerati “Caschi Bianchi”, hanno cercato di correre in aiuto degli assediati e hanno cominciato a strillare sugli ospedali colpiti, sui civili bombardati, sulle centinaia di bambini uccisi. Non viene detto che l’offensiva dell’esercito è voluta e richiesta ripetutamente dagli stessi abitanti di Aleppo che non ne possono più di questa situazione e chiedono che i jihadisti siano finalmente allontanati(1)

Contemporaneamente l’esercito regolare iracheno, che rappresenta il governo legale di Bagdad, con l’aiuto di milizie popolari sciite e sunnite, ha lanciato un’offensiva per riconquistare Mosul, la grande città del Nord caduta un paio di anni fa sotto il controllo dei fanatici dello Stato Islamico, con l’aiuto di ambigue complicità turche, saudite, qatariote, ed anche statunitensi.

In questo caso la grancassa della stampa occidentale tende a valorizzare la contemporanea offensiva lanciata da Nord dalle milizie curde del capo tribale Barzani (cosiddetti “Peshmerga”) che si è di fatto impossessato di vaste zone dell’Iraq settentrionale, al confine con la Turchia, rendendosi indipendente e spezzando la sovranità dell’Iraq.

I Peshmerga sono sostenuti dagli USA, da Israele, e dall’esercito turco che è stato fatto passare dalla vicina frontiera, nonostante le vibrate proteste del governo di Bagdad. Ai Turchi sono state concesse dai Curdi anche delle basi. Anche i soldati italiani, ufficialmente preposti alla difesa della diga sul Tigri, di fatto sono coinvolti in questa operazione neo-coloniale, che, con il pretesto di aiutare l’esercito iracheno, in realtà serve a spezzare la sovranità dell’Iraq. L’operazione è condotta, con la regia degli USA, a favore dei Turchi (il “sultano”Erdogan non ha mai nascosto le sue mire su Mosul) ed a favore dei separatisti curdi, per la creazione nel Nord dell’Iraq di uno staterello fantoccio, alleato di USA, Turchia ed Israele.

Ma non basta: si consolidano le voci di accordi sottobanco, o di fatto, tra USA ed ISIS per permettere una fuga delle milizie ISIS verso la Siria, dove potrebbero essere riutilizzate per creare nuovi drammatici problemi al governo legale del Presidente Assad  ed ai Russi, mentre una caduta rapida di Mosul potrebbe ridare lustro alla languente presidenza di Obama.

Viene riportato, ad esempio in un articolo del sempre ben informato Micalessin(2) , che Mosul è attaccata da vari lati, ma lasciando aperta una via di fuga verso la Siria che è già percorsa da reparti ben organizzati di miliziani dell’ISIS in fuga. La potente aviazione USA si guarda bene dal bombardarli (come ha ripetutamente fatto anche negli anni scorsi sulle vie di rifornimento e di traffico petrolifero dell’ISIS).

Intanto l’esercito turco, nell’indifferenza generale dei governi occidentali e delle ONG “umanitarie”, invade anche il territorio siriano a Nord di Aleppo (altra città rivendicata da Erdogan). I Curdi siriani dell’YPG, che ambivano anch’essi a quel territorio, prima illusi dall’alleanza con gli USA cui hanno concesso una serie di basi illegali che violano la sovranità della Siria, ora vengono “scaricati” dagli USA e costretti a ritirarsi di fronte all’offensiva turca.

Tutte queste manovre, opportunamente occultate dai nostri giornali, che strillano solo sui crimini di Assad e dei Russi che ammazzano i bambini, servono a mantenere aperto il sogno dei neo-conservatori americani (“Neocons”), che comandano a Washington,  di spezzettare gli stati laici o antimperialisti del Medio Oriente ed Africa Settentrionale (Siria, Iraq, Libia, Yemen, e domani Iran e forse Egitto) per mangiarseli a pezzi, concedendo qualche pezzo ai potentati criminali locali come la Turchia di Erdogan, il Qatar, o l’Arabia Saudita. che agisce anche nello Yemen con l’appoggio militare aperto della flotta USA e le armi vendutegli da USA, UK e Italia.

L’intervento russo (con il sostegno più sfumato della Cina)  non è contingente, ma strategico , perché la Russia di Putin si rende conto che è in atto una sfida a livello mondiale in cui l’imperialismo vuole tutto e intende schiacciare chi si oppone. Il colpo di stato in Ucraina ed il provocatorio invio di soldati della NATO nel Baltico ai confini russi  (compresi 150 italiani!) fanno parte di questo disegno.

I nostri burattini Renzi, Pinotti, Mogherini collaborano e sono premiati da Obama con inviti agli Italiani di votare SI al Referendum del 4 dicembre. 

Intanto la flotta russa del Baltico entra nel Mediterraneo. Che succederà quando sarà eletto il falco “Killary” Clinton?    
                            

*Articolo sarà pubblicato sul prossimo numero della "Voce" (rivista on-line mensile di GAMADI: Gruppo Atei Materialisti Dialettici). Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore.

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