Prof. Giulio Tarro: "Sta scomparendo la speranza di potere tornare alla nostra vita. Il mio libro serve a riaccenderla"
Acquistabile da oggi il libro del prof. Tarro: “Emergenza Covid: dal lockdown alla vaccinazione di massa. Cosa, invece, si sarebbe potuto - e si può – fare”
Sempre più vessatorie e inutili le misure contro il Covid. A Merano, ad esempio, tra l’inazione del governo, in nome della famigerata “variante sudafricana del virus” si è arrivati a imporre il tampone per chiunque entri in città. Iniziativa che, certamente sarà copiata da sindaci alla ricerca di notorietà, condannando, così, migliaia di persone asintomatiche (e i loro contatti) a restare chiusi a casa per settimane in attesa di un tampone negativo. Intanto, stenta in Italia a svilupparsi un movimento degno di questo nome, riducendosi le poche proteste alla mera richiesta di sussidi economici o a fallimentari richieste di riaperture delle scuole. Su questo e su altro abbiamo intervistato il prof. Giulio Tarro che in questi giorni ha pubblicato - con il Gruppo editoriale LAD-LAntidiplomatico - il libro “Emergenza Covid: dal lockdown alla vaccinazione di massa. Cosa, invece, si sarebbe potuto - e si può – fare” (qui per sfogliare il libro), già penalizzato da una decisione di Amazon, e che da oggi è acquistabile dalla piattaforma Youcanprint e presto in tutte le librerie.
"È davvero una follia proseguire con la caccia al contagiato da “isolare”, anche perché, come ho già detto, il Sars-Cov-2 (e le sue innumerevoli “varianti”) essendo estremamente contagioso e non producendo una immunità stabile, al pari di quello della varicella, si avvia a diventare (o è già diventato) endemico nella popolazione. E, di certo, non lo si schioda da questa con mascherine, lockdown, scuole chiuse, e distanziamento sociale."
Neanche con le vaccinazioni?
"Come attestato dai pochi dati resi pubblici dalle case farmaceutiche che li producono, gli attuali vaccini non garantiscono una immunità perenne né, tantomeno, una “immunità sterile” al vaccinato che continua, quindi, a trasmettere il virus. Promettono soltanto di ridurre i sintomi dell’infezione; sintomi che nel 90-95% degli “infettati” addirittura non si manifestano. Sarebbe stato logico, quindi, che ad essere vaccinati fossero solo gli anziani nei quali l’insorgere del Covid rappresenta un reale pericolo. Si è scelto, invece, una vaccinazione di massa che - oltre a moltiplicare i rischi, inevitabilmente connessi ai vaccini - non garantirà una pur provvisoria immunità di gregge; neanche se, centuplicando gli sforzi, si riuscisse a vaccinare tutti gli italiani in una settimana, e non in un anno e mezzo, come oggi si prevede."
Neanche con il tracciamento?
"Guardi, io lo sto dicendo da mesi, ma ora è anche “confermato” da uno studio pubblicato il 17 febbraio su The Lancet: “Clarifying the evidence on SARS-CoV-2 antigen rapid tests in public health responses to COVID-19”. I frammenti di RNA possono persistere, anche nella cavità nasale, per settimane dopo che l'infezione è già stata debellata (quindi non persistono virioni vitali all'interno dell'organismo). Questo, insieme a fenomeni di cross-reattività (positività verso coronavirus simili al Sars-Cov-2, legati all'impiego di elevate concentrazioni del primer di innesco della PCR è alla base dei falsi positivi PCR, che, pertanto, non rappresentano il metodo di riferimento per il tracciamento di massa. Questo sa cosa significa? Che il metodo per stabilire le attuali zone gialle, arancioni e rosse calcolando i supposti “contagiati” è sbagliato; ci stanno imponendo confinamenti e chiusure assolutamente inutili dal punto di vista sanitario."
Quindi?
"Quindi bisogna cambiare completamente la fallimentare gestione dell’emergenza Covid che si protrae, ormai, da un anno. E nel mio libro ho illustrato alcuni punti di quella che potrebbe essere una nuova, efficace, strategia sanitaria. Ad esempio l’eliminazione di tutte le assurde “norme profilattiche” sinora imposte. Misure profilattiche che, invece, i milioni di ipocondriaci che i lockdown sono riusciti a creare considerano ormai “normali”. Come le onnipresenti “mascherine” che, in molte nazioni, come la Russia ad esempio, non si usano più da mesi. In Italia, invece, non solo si addita come “untore” chi non si copre anche il naso con la mascherina, ma si continua ad inneggiare a governanti che oggi annunciano nuovi ferrei lockdown per “salvare le vacanze di Pasqua”, dimenticandosi cosa sono state le vacanze natalizie."
Altri punti sui quali dovrebbe essere imperniata la nuova gestione dell’emergenza?
"Intanto, invece degli inaffidabili tamponi disseminati senza alcun criterio dalle Regioni per mettere in isolamento i “contagiati” e annunciare fantomatici “focolai di Covid”, una stabile struttura di monitoraggio del contagio gestita dalla Stato che miri ad accertare il livello di immunità acquisita. Poi, fine del deresponsabilizzante mercanteggiamento tra “esperti”, comitati, Regioni, e Governo per stabilire il da farsi; meglio, invece, un unico epidemiologo alla direzione sanitaria dell’emergenza. In più, una reale protezione per le categorie a rischio garantendo, soprattutto, la ripresa delle visite domiciliari e ambulatoriali. Basta, poi, con il terrorismo mediatico e l’estromissione di opinioni critiche. E basta anche con la censura: tutta la documentazione relativa all’emergenza (ad esempio: le cartelle cliniche dei “morti per Covid”, gli studi scientifici che supportano la gestione dell’emergenza, i motivi dell’esclusione/inserimento di farmaci o terapie, o i contratti con aziende farmaceutiche) deve essere messa subito a disposizione del Parlamento, dei ricercatori e del pubblico. Non mi illudo comunque che, senza un grande movimento di opinione, queste misure possano essere adottate a breve. Anche perché oggi la gente si è ridotta a credere che se non funzionano i lockdown la colpa è di qualche sciagurato che si abbandona alla movida e accetta quanto dichiarato da Antony Fauci, e cioè che, pur con le vaccinazioni, dovremo indossare la mascherina all’aperto almeno fino al 2023. La verità è, che, purtroppo, sta scomparendo la speranza di potere tornare alla nostra vita. Una speranza che, invece bisogna riaccendere. Anche per questo ho fatto mettere sulla copertina del mio libro due innamorati che si tolgono la mascherina."