Russia e Cina verso la dedollarizzazione

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Russia e Cina verso la dedollarizzazione

Il dollaro come moneta di riferimento mondiale e l’architettura finanziaria internazionale permettono agli Stati Uniti di poter imporre sanzioni a quei paesi che non si piegano alle volontà imperiali statunitensi. Per questo paesi come Russia e Cina cercano di affrancarsi dalla schiavitù del dollaro per rendere inefficace questa arma utilizzata da Washington. 

In un’intervista rilasciata all’emittente RT presidente del Comitato della Duma per i mercati finanziari Anatoly Aksakov, ha affrontato anche il tema della cosiddetta dedollarizzazione. 

«La ragione principale di tutto questo è il rischio geopolitico. La retorica delle sanzioni da parte degli Stati Uniti è costantemente presente nell'agenda internazionale, quindi stiamo prendendo provvedimenti per proteggere la nostra economia. Così, negli ultimi tre anni, la quota del dollaro nelle nostre riserve internazionali è stata dimezzata: dal 45 al 22%.
Il lavoro in questa direzione viene svolto costantemente, anche nelle relazioni commerciali. Ad esempio, nell'Unione Economica Eurasiatica la quota dei pagamenti nelle valute nazionali è già del 75%. Con la Cina, abbiamo raggiunto il 25%. Inoltre, la quota del rublo nelle esportazioni russe verso l'India è salita al 60%, mentre nelle importazioni dalla Turchia la quota del rublo ha superato il 30%».

In ogni caso la strada verso la dedollarizzazione è ancora lunga e tortuosa: «Ci rendiamo conto che ora non si può ancora parlare di un completo rifiuto dei pagamenti in dollaro. Una parte significativa delle esportazioni di materie prime verso l'UE viene ancora fatto in dollari, non in euro. Ciò è in gran parte dovuto alle tradizioni finanziarie consolidate da tempo.
Tuttavia, è ovvio che presto abbandoneremo gradualmente il dollaro. Non solo il nostro paese va in questa direzione ma anche un certo numero di altri Stati».

Ma Russia e Cina procedono in un percorso che prevede gradualmente l’affrancamento da quell’architettura finanziaria imposta da Washington al mondo intero e che comporta un chiaro vantaggio per gli USA che così possono permettersi il lusso di spadroneggiare: «La Russia e la Cina hanno già creato i loro analoghi di SWIFT, l'Europa ha creato il suo sistema indipendente. L'India ci ha chiesto di presentare le informazioni sull'analogo russo di SWIFT, in corso le trattative con la Turchia.
Quindi il comportamento senza scrupoli degli Stati Uniti sulla scena internazionale incoraggia i paesi ad abbandonare gradualmente  il dollaro e i sistemi finanziari statunitensi». 

Russia e Cina sono inoltre impegnate nello sviluppo delle proprie valute, Rublo e Yuan, in forma digitale come ulteriore strumento di affrancamento dalla schiavitù del dollaro. 

Pechino prevede di lanciare lo Yuan digitale prima delle Olimpiadi invernale, in programma in Cina nel prossimo febbraio. Ugualmente la Russia progetta di lanciare la propria valuta digitale nel «futuro molto prossimo», come spiegato da Aksakov nella già citata intervista. 

Il presidente del Comitato della Duma per i mercati finanziari  ha affermato che il rublo digitale sarà «la più alta forma di denaro», aggiungendo che a «differenza delle criptovalute, i rischi per i possessori di rubli digitali sono minimi, poiché l'emittente (la Banca Centrale della Russia) è noto e ci sarà un supporto finanziario». 

«Entro l'autunno», ha concluso l’esponente della Duma, è «molto probabile» che la Banca Centrale Russa «abbia preparato un prototipo per il rublo digitale». 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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