Tanto tuonò che... Draghi

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Tanto tuonò che... Draghi

Alla fine tanto tuonò che piovve. Dopo il fallimento del mandato esplorativo affidato al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato al Quirinale l’economista e banchiere, già presidente della BCE, Mario Draghi.

Sulla scorta dell’allarmistico fate presto, con il pretesto dell’emergenza dettato dalla pandemia in corso, sull’Italia aleggia lo specchio di un nuovo governo tecnico. Con tutte le conseguenze del caso. Possiamo dire che l’Italia uscita devastata dall’ultimo governo tecnico a guida Monti non si sia ancora ripresa. 

Adesso l’eventuale ‘cura’ Draghi fatta di europeismo assoluto e austerità non prospetta nulla di buono per il nostro paese. Senza sovranità, senza alcuna prospettiva, intrappolato in un sistema economico che lo penalizza e per di più nel bel mezzo di una pandemia mondiale che sta provocando danni economici, oltre che sanitari, in tutti i continenti. 

Alla fine sembra concretizzarsi lo scenario ipotizzato lo scorso 1 di maggio sul Corriere della Sera: un nuovo governo con Conte silurato, Forza Italia in maggioranza, con Renzi regista di tutta l’operazione che dovrebbe portare Mario Draghi a Palazzo Chigi.

L’Italia avrebbe bisogno del contrario. Altro che Draghi. Avrebbe bisogno di politiche di investimento in tutti i settori, a partire dalla sanità. Avrebbe bisogno di uomini lungimiranti con visone strategica a lungo termine. Invece all’orizzonte ci sono solo degli ascari europeisti. 

«Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos'è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene».

 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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