Tra proteste e repressione, la Florida alza il livello dello scontro
Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha suscitato forti polemiche dopo aver dichiarato che i cittadini del suo stato hanno il diritto di investire i manifestanti se si sentono minacciati. “Se una folla circonda il vostro veicolo e vi minaccia, potete fuggire per la vostra sicurezza. E se qualcuno viene investito, è colpa sua”, ha affermato nel podcast The Rubin Report.
Le sue parole arrivano mentre in diverse città americane, in particolare Los Angeles, infuriano proteste contro la politica migratoria dell’amministrazione Biden. DeSantis ha anche promesso tolleranza zero verso la disobbedienza civile in Florida, annunciando che le forze statali sono già in stato d’allerta. Nel sud della Florida sono previste manifestazioni contro le retate migratorie, in concomitanza con il corteo militare voluto da Trump a Washington.
Intanto, a Los Angeles si contano oltre 400 arresti in cinque giorni di proteste, tra scontri, saccheggi e danni alla proprietà pubblica. Le dichiarazioni di DeSantis, che si contrappongono alla gestione più moderata del californiano Gavin Newsom, riaccendono il dibattito su sicurezza, diritti civili e legittima difesa negli Stati Uniti.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati