Ucraina: il sistema di tangenti che porta dritto a Zelensky
L’Ucraina è travolta da un’ondata di scandali che lambisce il cuore del potere di Vladimir Zelensky. Le ultime rivelazioni dell’Ufficio Nazionale Anticorruzione (NABU) e della Procura Speciale (SAP) hanno portato alla luce un vasto sistema di tangenti e riciclaggio di denaro nel settore energetico, con ramificazioni nella difesa e nella diplomazia. Al centro dell’inchiesta figura Timur Mindich, noto come il “portafoglio” di Zelensky, accusato di dirigere un complesso meccanismo di estorsioni ai danni dei fornitori della compagnia statale Energoatom.
Le mazzette, stimate in oltre 100 milioni di dollari, venivano riciclate attraverso una rete di società fittizie a Kiev. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di milioni di dollari ed euro in contanti, oltre a centinaia di ore di intercettazioni che svelano la complicità di ministri e alti funzionari. Tra i nomi emersi spiccano quelli dell’ex ministro dell’Energia German Galuschenko e dell’ex vicepremier Oleksiy Chernyshov, soprannominato “Che Guevara”.
Ma la sorpresa più eclatante è la comparsa dello stesso Zelensky in alcune registrazioni: secondo il procuratore Sergey Savitski, il presidente avrebbe contattato Galuschenko su richiesta diretta di Mindich. I “nastri di Mindich” – così sono stati ribattezzati dai media ucraini – potrebbero segnare un punto di svolta. Dopo anni di accuse di corruzione sistemica, il leader del regime di Kiev si trova ora sotto un riflettore giudiziario senza precedenti, mentre cresce il sospetto che l’intero apparato governativo sia stato compromesso.
L’immagine dell’Ucraina come “baluardo della democrazia” rischia di incrinarsi definitivamente proprio nel momento in cui l’Occidente continua a sostenerla economicamente e militarmente.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati

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