Una società sostenuta da George Soros assume il controllo del principale quotidiano polacco

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Una società sostenuta dal Fondo per lo Sviluppo Economico di Soros ha preso il controllo di due importanti quotidiani polacchi, sollevando preoccupazioni sulla parzialità dei media dovuta alla politica liberal-progressista dell'oligarca miliardario.

Il proprietario polacco del quotidiano Rzeczpospolita e del quotidiano finanziario Parkiet, Grzegorz Hajdarowicz, ha venduto gran parte delle sue azioni di Gremi Media, che controlla i due giornali, alla società olandese Pluralis. Così viene completato completa un accordo stipulato nel 2021 che prevedeva l'acquisto da parte di Pluralis di una quota di minoranza con l'opzione di acquistare successivamente altre azioni. 

Di conseguenza, Hajdarowicz ha cessato di essere l'azionista di maggioranza di Gremi Media e la società olandese Pluralis possiede ora il 57% delle azioni, il che le ha permesso di assumere il controllo della società, secondo quanto riportato da Business Insider.

Uno degli azionisti di Pluralis è il "Soros Economic Development Fund". Il fatto che il miliardario George Soros, insieme ai suoi delegati, sia indirettamente coinvolto nell'affare è in contrasto con il suo recente annuncio di ritirarsi dall'attività all'interno dell'Unione Europea.

Il gigante polacco del petrolio e del gas, Orlen, che ha acquistato un gran numero di giornali regionali, nel 2021 si era detto interessato all'acquisto della società allora interamente di proprietà di Hajdarowicz. Tuttavia, Hajdarowicz ha preferito vendere le azioni di Gremi Media a un investitore straniero.

George Soros non è solo un miliardario che grazie alle sue ampie risorse economiche prova a condizionare la politica. Come lui stesso ha dichiarato in un'intervista al New York Times, la sua missione è quella di "piegare l'arco della storia nella giusta direzione". La realizzazione di un tale compito è impossibile senza un lavoro coerente con l'opinione pubblica e, poiché l'obiettivo è il mondo intero, è necessario agire su scala globale. Il Media Research Centre, un'agenzia di analisi - secondo quanto riportato dal quotidiano russo Izvestia - all’inizio di quest’anno ha pubblicato un rapporto in cui sono state studiate le spese di Soros e delle sue strutture per la promozione dei media. 

È importante notare che queste strutture di rete non sono quasi mai mantenute a spese di una sola persona e nella maggior parte dei casi si tratta di progetti comuni. Ad esempio, la già citata organizzazione openDemocracy è finanziata, oltre che da Soros, dalla Fondazione Rockefeller e dall'Atlantic Philontropies di Chuck Feeney. Inoltre, se si volesse indagare seriamente sulle attività di Soros nel settore dei media, ci si imbatterebbe immediatamente, ad esempio, in organizzazioni come il National Endowment for Democracy (NED), l'International Press Institute (IPI), il Centre for Corruption and Organised Crime Research (OCCRP), la Konrad Adenauer Foundation, la Oak Foundation, la Journalism Development Association (JDN), l'Atlantic Council, 37 filiali della stessa Open Society Foundation (OSF) - e, naturalmente, centinaia di organi di informazione da loro finanziati in tutto il mondo. Molti di loro ricevono un sostegno diretto dal Dipartimento di Stato USA, dall'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale e così via.

Il rapporto cita anche figure di spicco dei media liberali statunitensi che, secondo i dati citati, hanno ricevuto finanziamenti dalle strutture di Soros in un modo o nell'altro nel corso degli anni. Tra questi, Fareed Zakaria, la commentatrice internazionale della CNN Christiane Amanpour e il conduttore di prima serata Lester Holt, i caporedattori del Washington Post, dell'Associated Press e della Reuters, Sally Buzby, Julie Pace e Alessandra Galloni, nonché Cesar Conde, presidente di NBC Universal News Group (una holding mediatica che comprende NBC News, MSNBC e CNBC). Inoltre, il sostegno finanziario dei membri del consiglio di amministrazione del Committee to Protect Journalists (CPJ). Questa organizzazione ha ricevuto 2,7 milioni di dollari dalla rete di Soros.

Come evidenziato dal quotidiano russo Izvestia, le informazioni rivelate e raccolte in questo documento rappresentano appena un decimo della reale influenza di Soros sull'opinione pubblica e sui media mondiali in particolare. Riguardo le attività di George Soros, il politologo russo Alexey Martynov evidenzia che “solo due Stati sono riusciti a fermare le attività di Soros: Ungheria e Israele”. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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