Zelensky rivela: "Missili statunitensi destinati all'Ucraina dirottati in Medio Oriente"

Il leader del regime ucraino: "Accordo con Biden disatteso. Washington ha trasferito migliaia di armi nella regione mediorientale"

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Zelensky rivela: "Missili statunitensi destinati all'Ucraina dirottati in Medio Oriente"

 

Migliaia di missili promessi dall’amministrazione Biden all’Ucraina per contrastare i droni russi sono stati dirottati verso il Medio Oriente. Lo ha rivelato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista rilasciata domenica ad ABC News, sollevando nuove domande sugli impegni militari degli Stati Uniti verso Kiev.

Secondo Zelensky, durante la presidenza di Joe Biden era stato raggiunto un accordo per la fornitura di "diverse migliaia di missili" destinati all’intercettazione dei velivoli senza pilota russi. Tuttavia, il ministro della Difesa ucraino lo ha informato che queste armi – ben 20.000 missili, secondo quanto dichiarato – sono state invece trasferite nella regione mediorientale.

"L’abbiamo trovato, uno strumento per combattere i droni. Credo sia stato durante l’amministrazione precedente, con l’allora segretario alla Difesa Lloyd Austin. Avevamo concretizzato un progetto… ma questa mattina mi è stato detto che gli Stati Uniti li hanno trasferiti in Medio Oriente", ha affermato Zelensky.

La notizia arriva in un contesto già segnato da indiscrezioni su un possibile riorientamento della politica estera statunitense. All’inizio della settimana, il Wall Street Journal aveva riportato che l’amministrazione Trump sta dirottando tecnologia anti-drone – inclusi detonatori speciali per missili originariamente destinati a Kiev – verso le truppe americane dispiegate in Medio Oriente.

Allo stesso modo, Axios ha sottolineato che la Casa Bianca starebbe valutando di spostare il proprio focus strategico dall’Ucraina ad altre priorità, mentre l’Associated Press ha osservato un progressivo distacco di Washington dallo sforzo bellico ucraino.

Intanto, Mosca conferma l’avanzata delle sue truppe in una nuova provincia sul fronte orientale, in un momento critico per Kiev, già alle prese con la riduzione degli aiuti militari occidentali.

L’episodio solleva interrogativi sul futuro del sostegno a Kiev e sulle reali priorità della politica di difesa statunitense, sempre più divisa tra l’Europa orientale e le crisi mediorientali.


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