Venezuela: ecco come viene sabotata la distribuzione dei prodotti
Le strategie utilizzate da settori imprenditoriali e dall'opposizione per colpire la catena di distribuzione e generare penuria di prodotti e file nel paese
di Fabrizio Verde
Uno dei principali problemi che si trova ad affrontare il popolo venezuelano è quello relativo alla carenza di prodotti di prima necessità. Problema annoso che porta con sé file e caos nel momento in cui si devono effettuare acquisti indispensabili.
Questo è un aspetto di quella terribile guerra economica che il governo bolivariano si trova a fronteggiare e che reiteratamente denunciato. Le opposizioni e settori imprenditoriali, invece, affermano che ciò accade per problemi relativi alla produzione e alla mancanza di dollari. Una scusa perfetta per chi vuole continuare a ricevere dollari dal governo, che poi non saranno investiti nel paese.
Il governo venezuelano ha dimostrato che la penuria di prodotti sugli scaffali dei supermercati e nei mercati, deriva da una scientifica operazione di sabotaggio della catena di distribuzione in cui sono coinvolti imprenditori, personaggi legati alla destra, così come funzionari corrotti che si prestano a queste attività illecite.
La distorsione della catena di distribuzione è gestita da alcune aziende che hanno lo scopo di generare malessere e disordini tra la gente. L'analista Erik Rodriguez, ha spiegato all'emittente Telesur, come avviene il sabotaggio prendendo ad esempio la distribuzione della carne di pollo.
Innanzitutto le imprese che producono e distribuiscono pollo sul territorio nazionale, inviano quantità minori di prodotto proprio nelle zone dove vi sono le più alte percentuali di consumatori di carne di pollo e uova.
Questa strategia viene adottata con tutti i prodotti di prima necessità, causando ovviamente file, malcontento e proteste.
La motivazione addotta dai produttori è la mancanza di cibo per alimentare i polli e la mancanza di moneta necessaria all'importazione. La realtà invece parla della distorsione sulla distribuzione appena descritta.
In svariate occasione il governo venezuelano ha denunciato come i beni di prima necessità siano spesso accumulati dai commercianti o venduti oltre frontiera.
Un caso emblematico è quello venuto alla luce nel gennaio del 2015: il governo scoprì che una società di distribuzione aveva accumulato tonnellate di prodotti alimentari e per l'igiene personale in un magazzino nello stato Zulia. Tutti prodotti che scarseggiavano sugli scaffali dei supermercati.
Nello scorso agosto, nell'ambito dell'operazione Liberación del Pueblo (OLP), la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB), ha scoperto oltre 56 tonnellate di prodotti pronti a essere contrabbandati.
La guerra economica ha fatto emergere una nuova figura, quella del rivenditore o 'bachaquero', che ottiene prodotti a prezzo regolamentato e poi li rivende con una maggiorazione che arriva anche a essere di dieci volte superiore al prezzo originario.
Tuttavia, il governo è riuscito a ridurre questa pratica con il posizionamento di sistemi biometrici nei supermercati.