Forza di peacekeeping in Ucraina. La risposta ufficiale di Pechino

 Il portavoce degli Esteri cinese, Guo Jiakun, respinge le notizie del "Die Welt" secondo cui,  Pechino avrebbe offerto la  disponibilità a inviare i propri soldati per attività di peacekeeping in Ucraina su mandato dell'Onu.

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Forza di peacekeeping in Ucraina. La risposta ufficiale di Pechino


di Francesco Fustaneo 

  

Un nuovo caso di disinformazione in ordine al conflitto in corso in Ucraina,

proveniente dalla stampa europea è stato oggetto di smentita da parte di Pechino. La notizia, rilanciata dal quotidiano tedesco Die Welt, secondo cui la Cina avrebbe espresso la volontà di partecipare a una potenziale "forza internazionale di mantenimento della pace" in Ucraina, è stata categoricamente respinta.

Invitato a commentare o confermare le indiscrezioni, il portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese, Guo Jiakun,  ha dichiarato che "i resoconti in questione non sono veritieri" .

Ha inoltre ribadito che la posizione della Cina sulla crisi ucraina rimane “coerente e chiara” come riportato dal Global Times, tabloid del Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese.

 

La notizia del Die Welt, che citava genericamente fonti diplomatiche europee, aveva scatenato nelle ore seguenti un ampio dibattito sui media internazionali e sui social network, alimentando speculazioni su un possibile, improvviso cambio di atteggiamento nella politica  perseguita da Pechino fin dall'inizio del conflitto. La smentita ufficiale di Guo Jiakun pone dunque fine a queste illazioni, confermando che “Pechino non ha mai affermato di voler  inviare proprie forze militari in Ucraina”.

La vicenda si inserisce in un più ampio dibattito diplomatico sul ruolo della Cina nei futuri equilibri di sicurezza. In precedenza, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov,  aveva dichiarato che la Russia avrebbe accettato garanzie di sicurezza per l'Ucraina, ma solo con la partecipazione della Cina al tavolo negoziale, riconoscendo così il peso strategico di Pechino come alleato e potenziale mediatore.

Una prospettiva che, però, non trova d'accordo Kiev. Volodymyr Zelensky, ha infatti affermato in più di un’occasione che l'Ucraina non considera la Cina un potenziale garante della sicurezza nel dopoguerra, sottolineando come questo ruolo possa essere ricoperto esclusivamente da “i paesi che stanno effettivamente aiutando Kiev” nella sua difesa.

Il caso della notizia smentita evidenzia le forti tensioni narrative che accompagnano il conflitto e la difficoltà dei media occidentali di interpretare le mosse diplomatiche di Pechino, che continua a professare una posizione neutrale  pur mantenendo strettissimi  legami strategici con Mosca sia sul piano diplomatico che economico.

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