Gli Stati Uniti potrebbero sostenere (tacitamente) i piani nucleari della Polonia
Il Presidente polacco Karol Nawrocki, nel corso di una visita a Parigi, ha dichiarato ai media francesi: “Credo che la Polonia dovrebbe partecipare al programma di condivisione nucleare e dovrebbe dotarsi di capacità nucleari proprie, sia energetiche che militari. Questo è il senso della partnership polacco-francese... (ma) forse è troppo presto per parlare [dello sviluppo di armi nucleari proprie da parte della Polonia]”.
Questa dichiarazione giunge a sei mesi di distanza dall’annuncio del Primo Ministro liberale-globalista Donald Tusk, rivale politico di Nawrocki, il quale aveva affermato in Parlamento che la Polonia stava “discutendo seriamente con la Francia” la possibilità di ospitare le sue armi nucleari.
"La convergenza di intenti tra le principali figure politiche nazionali aumenta la probabilità che si possano compiere progressi concreti. La politica estera polacca, infatti, viene formulata attraverso la collaborazione tra il Presidente, il Primo Ministro e il Ministro degli Esteri Radek Sikorski, oggi stretto alleato di Tusk. Appare evidente che tutte e tre le cariche abbiano concluso che la riluttanza dell’Amministrazione Trump ad intraprendere azioni che possano spaventare Putin e interrompere i colloqui sull'Ucraina – per non parlare di un significativo inasprimento delle tensioni tra NATO e Russia – riduca drasticamente le possibilità di un trasferimento di armi nucleari statunitensi in Polonia", scrive l'analista Andrew Korbyko nel suo ultimo articolo.
Per ragioni storiche profonde, l’intero spettro politico polacco – dal duo conservatore-nazionalista di Nawrocki a quello liberale-globalista di Tusk – nutre un timore patologico verso la Russia, sentimento condiviso dalla maggioranza della popolazione. "Né l’élite né il popolo si percepiranno “al sicuro” finché la Polonia non avrà la capacità di ‘scoraggiare’ la Russia e di “proteggersi” autonomamente, senza fare affidamento su terzi, nell’improbabile scenario di un attacco. Sebbene l’Articolo 5 sia considerato sacro, permangono dubbi informali riguardo all’effettivo impegno degli Stati Uniti nel garantirne l’applicazione", prosegue Korbyko.
L’opzione di ospitare armi nucleari francesi e, potenzialmente, sviluppare un arsenale proprio è quindi vista da Varsavia come il mezzo per raggiungere tale sicurezza. L’interesse di Parigi in questo accordo – che potrebbe includere una seconda fase in violazione del Trattato di non proliferazione – risiederebbe nella competizione con la Germania per l’influenza regionale. "È stata proprio questa motivazione a spingere il Presidente Emmanuel Macron a valutare l’idea di estendere l’ombrello nucleare francese sull’Europa all’inizio dell’anno; il dispiegamento di armi in Polonia rappresenta la modalità più rapida per realizzarlo", sottolinea l'analista.
Dal punto di vista di Washington, prosegue Korbyko, l’esacerbazione delle tensioni tra Unione Europea e Russia risultante da tali sviluppi favorirebbe una strategia di divide et impera. "Un atteggiamento di tolleranza verso i piani polacchi di sviluppo di armi nucleari proprie, analogamente a quanto fatto in passato con il Pakistan, sposterebbe l’equilibrio di potere regionale a vantaggio degli Stati Uniti. Nonostante i timori polacchi sull’Articolo 5, non ci si aspetta che Washington si tirerebbe indietro se la Russia lanciasse un attacco preventivo contro installazioni nucleari polacche, similmente a quanto effettuato da Israele contro l’Iraq nel 1981."
L’applicazione europea della strategia statunitense “Lead From Behind” si concretizzerebbe nel sostenere la rinascita della Polonia come potenza regionale, che si farebbe così carico di una parte maggiore dell’onere di contenere la Russia nell’Europa centro-orientale, anche attraverso la sua leadership nella “Three Seas Initiative”. Ciò consentirebbe, sottolinea Korbyko, agli Stati Uniti di ridistribuire parte delle proprie truppe stanziate in Europa verso il teatro asiatico, per contenere la Cina in modo più incisivo. Si prevede, pertanto, che gli Stati Uniti sosterranno tacitamente i piani nucleari della Polonia nel perseguimento di questi obiettivi strategici di più ampia portata. "Le accuse di ipocrisia saranno numerose, considerando l’opposizione americana a piani simili avanzati da altri paesi – recentemente culminata nel bombardamento di impianti nucleari iraniani con questo pretesto – ma l’unica conseguenza probabile si limiterà a una copertura mediatica negativa. La Russia, infatti, difficilmente rischierebbe una guerra con la NATO per questa ragione. Tuttavia, gli scenari di un dispiegamento di armi nucleari francesi in Polonia e di un potenziale sviluppo di un arsenale nazionale polacco aumenterebbero significativamente il rischio di una terza guerra mondiale a causa di possibili errori di calcolo. Ciononostante, né la Francia né gli Stati Uniti paiono eccessivamente preoccupate di questa eventualità", conclude.