Israele-Iran, stabilità impossibile: esperta russa denuncia il "doppio ruolo" degli USA
Washington accusata di volere un’instabilità controllata: "Gli USA hanno armato Israele pur fingendo di rimproverarlo"
Secondo un'analisi approfondita di Yelena Suponina, una delle principali esperte russe di Medio Oriente, la pericolosa tensione tra Israele e Iran è destinata a persistere senza soluzioni di stabilità nel breve termine. Le sue dichiarazioni, rilasciate in un'intervista al portale Medya Günlügü, dipingono un quadro preoccupante di escalation e di ambiguità della politica statunitense.
Suponina ha sottolineato come i recenti attacchi israeliani a siti militari e nucleari iraniani abbiano inflitto un colpo devastante alle prospettive di ripresa dei negoziati sul programma nucleare di Teheran. "Ci sono domande molto serie", ha affermato Suponina, evidenziando in particolare "la posizione piuttosto ambigua dell'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump. Eppure Trump aveva sostenuto i negoziati con l'Iran".
L'esperta russa ha puntato il dito contro la mancanza di azioni concrete da parte di Washington per frenare il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, andando oltre le mere "ammonizioni verbali". "Trump sembrava aver sgridato Netanyahu", ha osservato Suponina, "ma Netanyahu ha analizzato correttamente questo dilemma nella posizione di Trump. Ha capito che non sarebbe arrivata alcuna punizione specifica e che gli Stati Uniti sarebbero rimasti alleati di Israele". Questa percezione, secondo Suponina, è stata cruciale nel permettere a Netanyahu di preparare l'operazione contro l'Iran.
Suponina ha rivelato un elemento ancora più inquietante: "I servizi di intelligence USA erano a conoscenza di questi preparativi. L'amministrazione USA era al corrente degli sviluppi". Inoltre, ha aggiunto, "Washington ha contribuito a rafforzare il potenziale di Israele". Questo coesistere di apparenti rimproveri verbali con supporto operativo e intelligence condivisa porta Suponina a una conclusione netta: "Ripeto, questo dimostra la dualità della posizione dell'amministrazione Trump".
Lo scenario futuro, secondo l'analista, è di ulteriore inasprimento: "Perché Israele non si fermerà qui. E naturalmente l'Iran continuerà a rispondere a questi attacchi, soprattutto dopo l'uccisione di alti ufficiali e scienziati nucleari. Anche gli obiettivi nucleari sono stati colpiti". Il risultato è un Medio Oriente che "rimarrà una zona di tensione molto pericolosa".
Suponina ha anche espresso scetticismo sull'efficacia della diplomazia internazionale in questa crisi, notando che "le riunioni d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulla tensione Iran-Israele sono ormai diventate routine. Sfortunatamente, è altamente improbabile che tali riunioni abbiano un impatto significativo sullo sviluppo degli eventi".
Un ulteriore effetto devastante della crisi è l'erosione della fiducia regionale negli Stati Uniti. "L'America non ha fatto quasi nulla per fermare Israele", ha dichiarato Suponina. "Di conseguenza, la fiducia negli sforzi USA nella regione sta diminuendo. Anche gli iraniani e altri paesi del Medio Oriente non si fidano di Washington".
La conclusione dell'esperta russa è severa: "Credo che l'America non sia per la pace nella regione. Gli Stati Uniti vogliono che in Medio Oriente continui un'instabilità controllata". Questa accusa di perseguire deliberatamente una situazione di tensione gestita, piuttosto che una pace genuina, rappresenta una condanna radicale della politica statunitense nella regione secondo la prospettiva dell'esperta russa.