Loretta Napoleoni - Il "nuovo mercantilismo" di Trump può funzionare?

Possono gli Stati Uniti oggi seguire l’esempio inglese e chiudersi al mondo?

4212
Loretta Napoleoni - Il "nuovo mercantilismo" di Trump può funzionare?



di Loretta Napoleoni per l'AntiDiplomatico

L’elezione di Donald Trump ha scatenato una pletora di commenti e previsioni, alcuni apocalittici, sul futuro dell’economia mondiale. Tra questi, il ritorno delle politiche mercatistiche, sembrerebbe la piu’ corretta. Definita nuovo mercantilismo, questa teoria e’ sinonimo di nazionalismo economico.

Prima di avventurarci in giudizi rispolveriamo la memoria riguardo al classico mercantilismo. Il termine e’ legato alle politiche del capo del tesoro di Luigi XIV, Jean-Baptiste Colbert. Fu infatti Colbert a lanciare nel diciassettesimo secolo la filosofia del nazionalismo economico i cui pilastri erano l’interesse nazionale e l’intervento dello stato per assicurarlo, anche e soprattutto a discapito degli altri paesi. Questa forma di “egoismo economico”, che molti erroneamente definiscono anti-globalizzazione, raggiunse il suo apice durante l’impero britannico, le colonie erano costrette a vendere le materie prime all’Inghilterra che le processava nelle fabbriche delle Midlands per poi inviare i prodotti finiti alle colonie che li pagavano a caro prezzo.

Il mercantilismo britannico funzionò per un semplice motivo: la culla della rivoluzione industriale era l’Inghilterra, la superiorità tecnologica assicurava la sudditanza delle colonie in termini di produttori di materie prime e dei loro mercati di sbocco, data la dipendenza dai prodotti finiti.

Il mercantilismo fu anche possibile grazie al colonialismo, che viene identificato in termini economici come un processo di globalizzazione in quanto ha aperto i mercati a materie prime e prodotti extra nazionali. Si potrebbe anche affermare che il colonialismo è stato un elemento fondamentale per la riuscita della rivoluzione industriale e per l’avvento del grande capitalismo. Senza le materie prime ed i mercati di sbocco la rivoluzione tecnologica non si sarebbe tradotta in industrializzazione. Cio’ avvenne nell’antica Grecia, durante il periodo d’oro quando il proliferarsi dell’innovazione tecnologica finì per dilettare l’élite, vedi il deus ex machina della tragedia greca, invece di dar vita ad una rivoluzione industriale.

Il mercantilismo iniziò a frantumarsi quando le colonie, e.g. quelle americane, decisero di ribellarsi alla condizione di sudditanza. La risposta dell’Inghilterra fu la guerra commerciale combattuta a colpi di tariffe, sanzioni ed embargo.

È dunque possibile affermare che le grandi globalizzazioni sono sempre strumentali ai salti tecnologici e che attraverso le prime i secondi si consolidano per poi sfociare inevitabilmente nel nazionalismo economico quando la sudditanza tecnologica si sfalda? In altre parole, il mercantilismo non e’ anti-globalizzazione ne’ piuttosto la fase finale.

Se la risposta e’ si allora il nazionalismo economico di Trump era un fenomeno prevedibile. La rivoluzione digitale americana è stata possibile grazie allo sfruttamento del mercato cinese, senza l’apertura di Deng Xiaoping Steve Jobs non avrebbe mai creato il miracolo Apple. E sulla scia di questo sbocco nevralgico il capitalismo occidentale  non solo e’ sopravvissuto ad una crisi profonda innescata dall’aumento del prezzo del petrolio nel 1974, ma si e’ espanso nel mondo. Il crollo delle tariffe, l’apertura dei mercati e’ stato l’ossigeno della rivoluzione digitale. Tutto cio’ ha iniziato a sfaldarsi quando la Cina, arrivata ad un livello di sviluppo vicino a quello occidentale ha cambiato registro e da nazione sfruttata è diventata concorrente. Esattamente come avvenne con le colonie americane.

Il nazionalismo economico di Trump, non a caso, inizia nel 2016 ed e’ diretto principalmente a bloccare la concorrenza di Pechino. Biden non cambia la politica, anzi la cementa. L’innovazione della nuova amministrazione Trump è l’allargamento del nazionalismo economico ai paesi del NAFTA, all’Europa ed al resto del mondo. Ci sorprende? L’Inghilterra fece la stessa cosa e diede vita alle guerre commerciali, si chiuse dentro il suo impero, creò il Commonwealth e cosi’ via.

La domanda da porsi oggi è la seguente: possono gli Stati Uniti oggi seguire l’esempio inglese e chiudersi al mondo? L’America è un continente, non è una nazione. È un esportatore netto di energia e produce cio’ che mangia. Forse la risposta giusta è si!

Loretta  Napoleoni

Loretta Napoleoni

 

*Economista di fama internazionale. Ha insegnato alla Judge Business Schools di Cambridge e nel 2009 è stata invitata come relatrice alla Ted Conference sui temi del terrorismo. Nel 2005 ha presieduto il gruppo di esperti sul finanziamento del terrorismo per la conferenza internazionale su terrorismo e democrazia organizzata dal Club de Madrid. Autrice di diversi libri di successo tra cui Terrorismo SPAEconomia Canaglia e Maonomics, tradotto in 18 lingue, incluso l’arabo ed il cinese; ISIS, lo stato del terrore, uscito in 20 nazioni. L’ultimo si intitola Technocapitalism

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Burevestnik: il game changer della Russia di Giuseppe Masala Burevestnik: il game changer della Russia

Burevestnik: il game changer della Russia

La triste deriva del movimento pro-Pal di Michelangelo Severgnini La triste deriva del movimento pro-Pal

La triste deriva del movimento pro-Pal

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin di Francesco Santoianni La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo di Francesco Erspamer  Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici di Paolo Desogus La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia di Marinella Mondaini “Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Cina e Russia non temono più l'Occidente di Michele Blanco Cina e Russia non temono più l'Occidente

Cina e Russia non temono più l'Occidente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti