L'uccisione del generale e la bolla finanziaria
Riceviamo e pubblichiamo
di Federico Fioranelli
L’uccisione del generale Soleimani, potente capo dell’unità speciale Al Quds dei Guardiani della rivoluzione iraniana, non è l’atto di un pazzo alla guida della nazione più potente del mondo da un punto di vista militare che crede di giocare alla Playstation.
Lo scopo degli Stati Uniti è quello di creare le condizioni per giustificare l’enorme spesa militare ed evitare un crollo di Borsa e la crisi economica.
In questo momento, infatti, si registra un boom borsistico e un clima di euforia nei mercati che dà luogo a bolle nei prezzi delle attività finanziarie.
Tutto ciò può innescare una crisi dell’intero sistema economico. Infatti, la crisi potrebbe cominciare nel momento in cui le banche, data la crescente richiesta di prestiti da parte degli operatori, iniziano ad incrementare il costo del denaro per ridurre i finanziamenti concessi o quando la banca centrale attua una politica monetaria restrittiva.
Nel momento in cui gli investitori dovessero vedere disattese le loro aspettative di aumento del prezzo, ad esempio in seguito ad un incremento dei tassi di interesse, essi inizierebbero a liquidare le proprie attività.
La prevalenza sul mercato di offerenti comporterebbe un ulteriore crollo dei prezzi delle attività.
A quel punto, fallirebbero le banche, che vedrebbero svanire la restituzione dei prestiti concessi agli operatori in posizione speculativa e, di conseguenza, le unità che hanno rapporti con queste istituzioni finanziarie.
Si determinerebbe così una contrazione del livello degli investimenti e la riduzione dell’occupazione, del reddito e della produzione.
Pertanto, in una situazione di questo tipo, soltanto un forte incremento della spesa pubblica militare impedirebbe il crollo di Borsa ed eviterebbe la crisi economica.
Pensiamo all’11 settembre 2001. La crisi finanziaria (causata dallo scoppio della Internet bubble) e i timori sul rallentamento della produzione degli Stati Uniti vengono superati soltanto in seguito all’attentato, quando cioè si determinano le condizioni per incrementare la spesa militare.
Per questo motivo, l’eliminazione di un capo militare così potente costituisce semplicemente il pretesto per innescare una reazione militare dell’Iran e giustificare l’aumento delle spese militari da parte degli Stati Uniti.