Nessuna gaffe su Gerusalemme. Renzi, da fedele servitore di Israele a ’involontario servitore della verità

Nessuna gaffe su Gerusalemme. Renzi, da fedele servitore di Israele a ’involontario servitore della verità

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Al povero Renzi non è bastato avere dei consiglieri sionisti per evitare l’ennesima gaffe. Evidentemente la furia di invitare personalmente (cosa piuttosto scorretta ma lui non ci fa caso) gli italiani sparsi nel mondo a votare SÌ alla demolizione della Carta costituzionale l’ha portato ad affidare la spedizione dei suoi plichi a impiegati poco attenti agli abusi israeliani.


Questi poveri impiegati hanno preso quel che avevano a disposizione, e cioè l’indirizzario dell’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero dal quale risulta che Gerusalemme sta in Palestina. Cosa peraltro vera.


Ma gli italo-israeliani ebrei sionisti, perché tali sono gli italiani che risiedono a Gerusalemme in quanto quella è conditio sine qua non per avere la residenza - e questo ai tanti detrattori del povero Renzi, come ad esempioi redattori di Libero o del Giornale bisognerebbe spiegarlo! - ecco, quegli italo-israeliani con doppia cittadinanza sono inorriditi nel leggere Gerusalemme, Palestine! Ma come? La Palestina non esiste e la lettera ci arriva così? A noi? Il povero Renzi non sa che se il postino israeliano avesse fatto caso a “Palestine” non avrebbe consegnato le lettere e tutto il suo sforzo sarebbe andato perduto. Per fortuna c’era scritto prima Jerusalem!


Il povero Renzi ora dovrà chinarsi più e più volte per farsi perdonare e intanto dovrà per prima cosa licenziare chi ha consultato quei vecchi indirizzari che hanno avuto lo stesso effetto di un reato di lesa maestà di cui dovrà chiedere venia.


Intanto, il signor Italiano Anonimo che abita in Rehov Lifshitz Nahum 15, Jerusalem e che, indignato per aver letto Palestine sotto il suo indirizzo, scrive a Renzi che quello è Israele fin dal 1948 deve studiare a sua volta un po’ di storia perché, se Israele può vantare la sua esistenza per l’accondiscendenza di un certo numero (non tutti) di componenti chiamati a votare la Risoluzione 181, non può non sapere che in quella Risoluzione Gerusalemme NON era parte di Israele. Ma l’arroganza di chi si sente eletto si sa, non ha limite, e così il nostro semi-connazionale, indignato fino al midollo prende a sua volta una gaffe, anzi un abbaglio storico, che però nessuno gli fa notare.

E il Moked, cioè il sito delle comunità ebree italiane rincara la dose, cioè la gaffe, o meglio la sfrontatezza nel dire che 68 anni fa è stato fondato lo Stato Ebraico (aggettivo loro) come se in questa fondazione, che peraltro pochi sanno essere avvenuta per auto proclamazione fatta da Ben Gurion in casa di amici in una bella serata conviviale, ma passi, tanto lo sanno in pochi, bene, come se questa fondazione desse il diritto agli eletti di prendersi oltre a quel che l’Onu proponeva, anche quel che l’Onu esplicitamente dichiarava NON poter essere di Israele, come, appunto, Gerusalemme!


Ma gli eletti sono eletti e poi, non lo dimentichiamo, possono contare sia sull’ignoranza che sulla malafede di tanti pennivendoli, oltre che di tanti governi complici, proprio come, ironia della sorte, quello italiano che ora sta facendo penitenza inginocchiato sui chiodi.


Ma chiediamoci se è ignoranza o malafede quella che fa scrivere al redattore di Libero “Che come tutti sanno (Gerusalemme) è la capitale di Israele”. Ignoranza o malafede? L’una esclude l’altra, perché il povero ignorante non sa e quindi non può essere in malafede, ma il bandito che è in malafede sa e quindi non può essere ignorante. O bandito o ignorante, è comunque un redattore del giornale Libero. Bella professionalità!


Insomma, che al povero Renzi non si perdoni il fatto di aver lasciato su carta da lettere la città di Gerusalemme nella sua originaria collocazione geografica e che invece ai sionisti si lasci libertà di bugia è cosa che indigna non poco, eppure, in tutto questo, qualcosa di strano c’è. Per esempio, il polverone che si sta sollevando è capace di far tornare a galla la verità dei furti, degli abusi, delle illegalità israeliane, perché Gerusalemme non è israeliana, almeno non più di quanto lo sia un gioiello sottratto al proprietario solo perché è nelle mani del ladro.


Sì, qualcosa di strano c’è. Penso a quell’Allah u akbar che è il leit motif dei fedeli musulmani e che non significa Dio è grande, come di solito si crede, ma significa Dio è “il più” grande, cioè è più grande del puro fenomeno contingente, è al di sopra, Lui sa. E allora mi diverte pensare che Allah, cioè Dio, si sia servito proprio di uno dei più ossequiosi fan dello Stato “ebraico” per mostrare agli eletti che la Palestina non solo esiste, ma li insegue, gli entra in casa così come loro sono entrati nelle case di quei palestinesi che credevano di far sparire nel nulla.


Povero Renzi, chi oggi sta difendendo la Costituzione ha studiato bene le ragioni del SI e le ha trovate non solo inaccettabili ma indifendibili e ora, pensando che lo zampino di “Allah u akbar” ti ha tolto il favore degli eletti, non può che ridacchiare pensando a quanti cattivi compagni di viaggio si deve portare dietro votando NO. Non ci bastavano i fascisti (certo il nostro NO va in tutt’altra direzione) non ci bastavano i berlusconiani (pure loro che c’entrano con noi e con la Costituzione non si sa) ora pure gli italo-israeliani sionisti ci toccherà avere come compagni di viaggio!


Povero Renzi, lo vedi quanti siamo! Però, mentre ricordiamo a chi legge che la capitale di Israele è Tel Aviv e che Gerusalemme è stata semplicemente e illegittimamente occupata da Israele, una tentazione si fa largo nel pensiero ateo di chi scrive, è come se una voce lontana e divertita dicesse: avete visto? E’ bastata una distrazione per far dire la verità al ganzo di Firenze! Gerusalemme è in Palestina e i sionisti non voteranno Si a chi glielo ha ricordato.


Ma fosse vero che Allah è u akbar e che il povero Matteo credendo di essere il fedele servitore di Israele è stato invece l’involontario servitore della verità!

 

Patrizia Cecconi

 

Milano 14 novembre 2016

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