Un Premio Nobel senza pace
Da un lato, politicizzare la questione della pace, con l’adozione della politica dei “doppi standard”, serve alle potenze imperialistiche per le loro aggressioni “umanitarie” in giro per il mondo; dall’altro, strumentalizzare la questione dei diritti umani, impugnandone la bandiera in maniera selettiva e interessata, serve alle stesse potenze per alimentare campagne di delegittimazione e supportare interventi, guerre e aggressioni
di Gianmarco Pisa
Come si legge nel sito istituzionale, il Premio Nobel per la Pace tra il 1901 e il 2025 è stato assegnato 106 volte a 143 vincitori, di cui 112 persone e 31 organizzazioni, con il Comitato Internazionale della Croce Rossa che ha ricevuto il Premio tre volte (1917, 1944 e 1963) e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati due volte (1954 e 1981). Personalità e organizzazioni importanti sono state premiate con il prestigioso riconoscimento; d’altra parte, è inevitabilmente vero che, trattando di una materia specificamente politica, l’impegno per la pace, tale premio sia condizionato da motivazioni e interessi che spesso esulano dal merito, che riguardano cioè considerazioni e fattori di carattere selettivo, se non strumentale.
La politicizzazione delle questioni internazionali afferenti alla pace, ai diritti umani, e alla sicurezza è una delle grandi problematiche e, potenzialmente, una delle grandi minacce del nostro tempo, come più volte hanno messo in luce sia gli analisti più avveduti, sia i principali Paesi del Sud globale. Da un lato, politicizzare la questione della pace, unitamente all’adozione della politica dei “doppi standard”, dei “due pesi e due misure”, serve ad attivare i meccanismi propri della cosiddetta R2P, la “responsabilità di proteggere” che, aliena alla giustizia internazionale, diventa lo strumento di cui le potenze imperialistiche si servono per le loro campagne di guerra ed aggressioni “umanitarie” in giro per il mondo (dal Kosovo alla Libia, solo per citare due tra i casi più noti); dall’altro, strumentalizzare la questione dei diritti umani, impugnandone la bandiera in maniera selettiva, interessata e strumentale, serve alle medesime potenze per alimentare campagne di delegittimazione e mostrificazione del “nemico” di turno e supportare interventi e aggressioni in totale dispregio del diritto internazionale e dei principi di rispetto della eguaglianza sovrana delle nazioni, di libera autodeterminazione dei popoli e di non ingerenza nelle questioni interne dei singoli Paesi.
Tornando al Nobel per la Pace, sarà sufficiente dunque vedere alcune delle più recenti assegnazioni per avere chiara l’immagine di un premio che, con la pace, ha spesso ormai poco o nulla a che vedere se non la denominazione e le sincere intenzioni che accompagnano determinate candidature, e che spesso, invece, serve precisi scopi politici e propagandistici. Negli ultimi anni sono stati premiati, per dire, Al Gore (2007), vicepresidente degli Stati Uniti quando questi lanciarono la campagna militare contro l’Iraq (1998) e la brutale aggressione contro la Jugoslavia (1999); Barack Obama (2009), presidente degli Stati Uniti e “Comandante in capo” nello svolgimento di sette guerre, le aggressioni in Siria, Libia, Iraq e Afghanistan, e i bombardamenti in Yemen, Somalia e Pakistan; Juan Manuel Santos (2016), già presidente della Colombia, del quale sarebbe sufficiente una rapida lettura anche di una semplice pagina Wikipedia per ricostruire fatti e carriera.
Per non parlare poi, a metà tra l’incredibile e il grottesco, del premio conferito alla Unione Europea nel 2012: la stessa Unione Europea che oggi si autodefinisce “complementare e interoperabile” con la Nato (non esattamente un’organizzazione umanitaria) e che adotta programmi ufficiali, anche solo in riferimento agli ultimi in ordine di tempo, come l’Agenda Readiness 2030 che, parole della Presidente della Commissione Europea, “mobiliterà fino a 800 miliardi di euro” in misure per la difesa (per il complesso militare e per la guerra) nonché “un piano paneuropeo preciso, strettamente coordinato con la Nato, su come procedere”.
Se dunque questa è la storia, l’attualità non può stupire. Nelle motivazioni del premio conferito a Maria Corina Machado (2025) se ne elogiano “l’instancabile lavoro nella promozione dei diritti democratici” e “la lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia”. Si tratta della stessa Maria Corina Machado che, il 21 marzo 2014, pur essendo parlamentare venezuelana, accettò l’incarico di “rappresentante supplente” di un altro Stato (Panama) presso l’Organizzazione degli Stati Americani, giungendo addirittura a richiedere, in quel contesto, un intervento straniero contro il Venezuela, motivo per il quale è naturalmente decaduta dalla carica di parlamentare ai sensi degli articoli 149 e 191 della Costituzione del suo Paese, la Repubblica Bolivariana del Venezuela (per chiarezza, immaginare un deputato o deputata italiana che, ponendosi come rappresentante di un altro Stato, si presenti ufficialmente in un consesso istituzionale internazionale a chiedere un intervento straniero contro l’Italia: nulla di sbagliato?).
E’ la stessa Maria Corina Machado che, come leader della formazione di estrema destra Vente Venezuela e capo della campagna elettorale del candidato sconfitto Edmundo González in occasione delle ultime elezioni presidenziali nella Repubblica Bolivariana del Venezuela (28 luglio 2024), ha politicamente ispirato addirittura un tentativo di golpe, rifiutando di riconoscere il risultato delle elezioni e lanciando proclami come quello, riferito dal presidente dell’Assemblea Nazionale (il Parlamento venezuelano) Jorge Rodríguez, per cui il legittimo presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela sarebbe stato scalzato “solo con la forza”. Per capire di cosa stiamo parlando, nelle giornate del tentato golpe, poi sventato, tra il 29 luglio e il 2 agosto, si sono avuti 25 morti e 192 feriti, di cui 97 appartenenti alle forze di sicurezza venezuelane.
Quanto alla presunta “dittatura venezuelana”, tutti sanno che si tratta di una ben singolare “dittatura”, nella quale si vota, le opposizioni, appunto, partecipano regolarmente alle elezioni e sono rappresentate nel Parlamento nazionale e nelle istituzioni locali. Dal 1999 a oggi, da quando Hugo Chávez è arrivato al governo, si sono tenute in Venezuela 32 consultazioni elettorali di cui 30 vinte e 2 perse dal chavismo. Quella cui fa riferimento la motivazione del premio, “una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia”, in Venezuela c’è già stata: fu la vittoria alle presidenziali di Hugo Chávez del 6 dicembre 1998.
Riferimenti:
I Premi Nobel per la Pace: https://www.nobelprize.org/prizes/lists/all-nobel-peace-prizes
Le guerre di Obama, Il Post, 12 febbraio 2017: https://www.ilpost.it/2017/02/12/le-guerre-di-obama
Juan Manuel Santos, Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Juan_Manuel_Santos
María Corina Machado forjó su camino a la exclusión política, Mision Verdad, 6 luglio 2023: https://misionverdad.com/memoria/maria-corina-machado-forjo-su-camino-la-exclusion-politica
L'avvertimento di von der Leyen: "Contro Ue guerra ibrida, rispondere a minaccia russa", Adnkronos, 08 ottobre 2025: https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/lavvertimento-di-von-der-leyen-contro-ue-guerra-ibrida-rispondere-a-minaccia-russa_3mAoGM6BWGkfmOxLO4da34
Protestas de la oposición de extrema derecha venezolana han dejado un rastro de destrucción, TeleSur, 4 agosto 2024: https://www.telesurtv.net/protestas-de-la-oposicion-de-extrema-derecha-venezonala-han-dejado-un-rastro-de-destruccion
La Fiscalía de Venezuela confirma 25 muertos en las protestas contra resultado electoral, SwissInfo, 12 agosto 2024: https://www.swissinfo.ch/spa/la-fiscal%C3%ADa-de-venezuela-confirma-25-muertos-en-las-protestas-contra-resultado-electoral/86692383
Gianmarco Pisa, Sulla regolarità e la trasparenza delle elezioni nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, Pressenza, 11 agosto 2024: https://www.pressenza.com/it/2024/08/sulla-regolarita-e-la-trasparenza-delle-elezioni-nella-repubblica-bolivariana-del-venezuela
Gianmarco Pisa, La conferma (anche) giudiziaria della vittoria di Nicolás Maduro alle elezioni presidenziali in Venezuela, Pressenza, 24 agosto 2024: https://www.pressenza.com/it/2024/08/la-conferma-anche-giudiziaria-della-vittoria-di-nicolas-maduro-alle-elezioni-presidenziali-in-venezuela
Fabrizio Verde, Il Nobel come arma di guerra ibrida: il curriculum (senza filtri) di Maria Corina Machado, l’Antidiplomatico, 10 ottobre 2025: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_nobel_come_arma_di_guerra_ibrida__il_curriculum_senza_filtri_di_maria_corina_machado/52961_62991