"Bar di lusso" e "bella vita": le vergognose fake news su Gaza

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"Bar di lusso" e "bella vita": le vergognose fake news su Gaza

 

Che fanno le società di pubbliche relazioni al soldo del Sionismo se l’indignazione per il genocidio in corso a Gaza tracima anche sui media main stream, se persino Crosetto arriva a chiedere sanzioni a Israele e se il governo di Israele rivendica l’uccisione del giornalista Anas Al-Sharif e di cinque suoi colleghi? Semplice: producono video e foto realizzati con l’Intelligenza Artificiale o fuori contesto destinati ai tanti babbei che affollano i social aggregati intorno a qualche influencer alla ricerca di follower a tutti i costi. Ad esempio, il gestore del sito ultrasionista travelingisrael.com, autore del video diffuso un mese fa Estate 2025: Il genocidio non è mai stato così buono pieno di “persone” che, indossando piumini e maglioni, spiluccano prelibatezze in presunti ristoranti di Gaza.

Le stesse scene che affollano l’articolo e il video Youtube “La bella vita a Gaza? Te la faccio vedere” prodotti oggi dall’”influencer” Andrea Lombardi; il quale, dopo aver additato come “propagandisti di merda” coloro che denunciano il genocidio a Gaza e pretendendo di dimostrare l’autenticità del video segnalando i commenti fatti su Istagram da parte di evidentissimi trolls, mostra dal suo cellulare una ripresa aerea, prodotta chissà dove e chissà quando, pretendendo di dimostrare che quasi tutti gli edifici di Gaza sono assolutamente intatti.

AGGIORNAMENTI: mentre stavo per pubblicare questo articolo, Andrea Lombardi ha pensato bene di cancellare dal web il suo articolo e il suo video che avevo citato. Per quanto riguarda il video Youtube, spero di recuperarlo in questi giorni appena uscirà su archive.org; per quanto riguarda il suo articolo, per fortuna, sono riuscito a recuperarlo sulla cache del mio computer e metterlo a disposizione di tutti su Google Drive.

Il 15 agosto Andrea Lombardi, in un video su Youtube, paragonandosi a Galileo, si è detto costretto “all’abiura” senza negare la veridicità di quello che aveva “documentato” nel suo video e nel suo articolo. Se il suo intento era quello di riabilitarsi, la sua pezza è peggio del buco.

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Ancora peggio per la campagna diffamatoria subita da Anas Al-Sharif nella quale si è distinto, tanto per cambiare, il sito Open diretto da Enrico Mentana. Qui  Davide Puente “esperto in fact checker”, nella pretesa di contrastare le evidenze dimostrate dal bravissimo Muhammad Shehada, e pur di “dimostrare” l’esistenza del famoso post Telegram di Anas Al-Sharif inneggiante all’attacco del 7 ottobre (post che, secondo lui, sarebbe stato poi cancellato da Anas Al-Sharif ma che sarebbe presente sul sito archive.org) indica per trovare il post incriminato l’indirizzo: archive.ph/MN1IF.

Peccato che chi va a visitare l’indirizzo indicato da Puente si trova davanti questa schermata che, verosimilmente, dissuade i più ad andare avanti.  Chi osa, invece, andare avanti, trova la stessa schermata.

Ma se qualcuno, resosi conto che l’indirizzo del benemerito sito che tiene traccia anche delle pagine cancellate da internet è archive.org e non già archive.ph (come indicato da Open) digita solo archive.ph, eco cosa si trova.

 Una pagina interdetta dal Ministero dell’Interno e dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on line che, evidentemente, nulla ha a che fare con Gaza.

Peccato che, vista la generale disattenzione su internet e le suddette minacciose schermate in nero, questa ricerca non la farà quasi nessuno. I più si limitano a leggere il titolo dell’articolo di Open “Il giornalista di Al Jazeera e il post Telegram pro Hamas del 7 ottobre 2023 (poi cancellato)” e le prime righe dell’articolo “…Anas Al-Sharif elogiava i terroristi di Hamas, definendoli «eroi» per le uccisioni e i rapimenti avvenuti quel giorno”.

Intanto, la mattanza a Gaza continua.

Francesco Santoianni

 

Francesco Santoianni

Francesco Santoianni

Cacciatore di bufale di e per la guerra. Autore di "Fake News. Guida per smascherarle"

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